Terza stagione di Doc- Nelle tue mani, molto più di un medical drama

È tornata la serie tv di ottima qualità prodotta da Lux Vide con Rai Fiction incentrata sulle vicende di un immaginario ma molto realistico Policlicnico Ambrosiano
Ph_VirginiaBettojaFDS

Completa normalizzazione di un genere televisivo fortunato? Rientro nel binario classico del medical drama dopo la toccante e dolorosa immersione nell’attualità globale della pandemia? Potremmo sintetizzarla così, forse, la terza stagione (partita l’11 gennaio su Rai1) di Doc – Nelle tue mani: la popolare serie italiana prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction.

Perché dopo il racconto del Covid, affrontato con tragica decisione nella seconda stagione (leggi qui l’approfondimento a riguardo), si torna ora al mix classico – sapientemente dosato – di diagnosi diverse e di altrettanti sentimenti, di numerose emergenze mediche e di copiose relazioni umane; di corsie d’ospedale e abitazioni private, di patologie e condizioni emotive.

Non che nella seconda stagione tutto questo non ci fosse, anzi, ma la presenza del virus (che tanto ha sconvolto la vita umana sul pianeta) ha fortemente marcato il frammento finora intermedio di questa serie ben scritta e ben girata, modellata su diversi piani temporali e ispirata alla vicenda vera del medico Pierdante Piccioni.

Costruita attorno alla sua variante particolare rispetto al genere medical standard, ovvero la memoria perduta del protagonista Andrea Fanti (interpretato dal bravo Luca Argentero), centrato da un colpo di pistola alla testa, Doc – Nelle tue mani ha il merito di raccontare lo scorrere di tante vite umane dentro i casi clinici di volta in volta affrontati, ma anche nel vissuto dei medici stessi, ognuno col suo cammino esistenziale non semplice.

C’è quel curato pulsare umano (sempre presente nei prodotti Lux Vide) intorno alle terapie mediche e agli interventi sui pazienti, ma anche intorno ai ricordi sospesi dello stesso dottor Fanti, cancellati forse solo momentaneamente, forse in via di ritrovamento, ed ecco una probabile, vistosa svolta narrativa del capitolo tre di Doc – Nelle tue mani.

Lo dicono i primi quattro episodi di questa coinvolgente ripartenza, nei quali Fanti inizia a recuperare piccoli importanti ricordi, frammenti di memoria che potrebbero scombinare l’equilibrio ricostruito tra lui, Giulia e Agnese.

Tre medici appassionati che restano, al di là dell’ingresso di alcune giovani figure di contorno (tre specializzandi tra cui uno interpretato dal Giacomo Giorgio di Mare Fuori), le fonti principali delle dinamiche umane e professionali di Doc – Nelle tue mani.

Certamente anche i personaggi intorno a loro hanno personalità robusta, storie corpose e sviluppo narrativo interessante. Si veda per esempio la crescita interiore dello specializzando di Giacomo Giorgio, inizialmente immaturo e superficiale, disinteressato all’etica profonda di un medico, ma poi, a contatto con la realtà dell’ospedale, indirizzato verso un percorso personale di miglioramento umano e professionale.

Del resto tutti sono in cammino, in Doc – Nelle tue mani, tutti hanno le lore ferite e qualche volta segreti. È in cammino anche Andrea, che subisce il tormento della sua memoria perduta, compreso il ricordo lancinante della perdita di un figlio, ma può contare sul suo talento di medico rimasto intatto, e la sua condizione particolare può persino aiutarlo nell’obbligato (ma anche umanamente molto utile) percorso di riformazione.
Confrontando il suo ora, con il prima che gli viene raccontato dai colleghi, il doc. del titolo può diventare un uomo e un medico ancora migliore.

In cammino è anche Giulia (Matilde Gioli), medico strutturato dell’immaginario Policlinico Ambrosiano di Milano in cui tutto accade. E’ meticolosa, instancabile, anche dura nel lavoro, ma pure lei fa i conti con le sua inquietudine segnata dal sentimento per Andrea e dalle morti per Covid nel reparto di medicina interna in cui versa passione, dedizione e competenza estrema (anche se la ritroviamo inizialmente intenzionata a cambiare posto di lavoro, perchè desiderosa di diventare primario).

Anche Agnese (Sara Lazzaro) ha il viso increspato da pensieri nuvolosi. Anche lei è segnata da esperienze dolorose, visto che era la moglie di Fanti ed era la madre del piccolo Mattia, scomparso per arresto cardiaco. Vive in modo conflittuale la possibilità che Andrea ritrovi la memoria, perchè questo la obbliga a tornare su un passato non semplice, non del tutto raccontato all’ex marito con cui è in buoni rapporti sia privati che lavorativi.

Il viaggio sarà lungo, in ogni caso: si arriverà al 7 marzo prossimo con 16 episodi totali spalmati su otto giovedì di seguito. Unica eccezione il giorno 8 (causa Sanremo!) e la sensazione, o forse è meglio dire la certezza, è che molte cose accadranno, fuori e dentro il Policlino Ambrosiano, in questo racconto piacevole da seguire perchè caratterizzato da buon ritmo e qualità formale, da un valido equilibrio tra l’omaggio a un mestiere tra i più delicati e preziosi del mondo e quella cosa ancora più preziosa che tutti possediamo: la vita nelle sua ricchezza e complessità.

Qui non banalizzata, anzi esaltata in alcuni momenti. Tra questi il monologo del dottor Bonvegna (Pier Paolo Spollon), verso la fine del quarto episodio della terza stagione (dal titolo Sogni) a una ragazza a cui è stata appena amputata una gamba. Seguito da un secondo, conseguente, dello stesso Andrea Fanti, dopo aver chiamato a raccolta tutti i medici del reparto. Due momenti di ottima televisione, che già da soli rendono Doc – Nelle tue mani meritevole di una promozione a pieni voti.

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