40 candeline per Rinnovamento
40 anni segnano il passaggio ad una maturità acquisita. Quali frutti ha portato Rns nella Chiesa?
«La nozione di “carismatici” ha sempre suscitato perplessità, sospetti, giudizi negativi, specie quando l’uso di questi carismi richiamava prassi affievolitesi nei secoli. Eppure il Concilio aveva auspicato una “nuova Pentecoste, come pioggia di carismi sulla Chiesa”, per renderla ”bella e attrattiva in un mondo profano” (Paolo VI). Il Rinnovamento è stato una risposta a questa attesa; esiste, come lo stesso nome afferma, non per fare cose nuove nella Chiesa, ma per rinnovare, ridare un anima, una forza spirituale a quelle che già esistono. In questi anni ci siamo sforzati di rinunziare ad ogni forma di autoreferenzialità o di autogratificazione, ricordando a noi stessi e agli altri che tutta la Chiesa è carismatica e che solo una vera vita spirituale permette ai doni dello Spirito di attecchire e di progredire. Tanto cammino è stato fatto in questa direzione e dà gioia vedere avanzare nuove generazioni di responsabili formati e desiderosi d’impegno attraverso una ministerialità carismatica».
È l’ora dei laici. Come declinare la comunione tra i movimenti perché la loro presenza possa essere incisiva nella società?
«Sì, è l’ora di una nuova comunione di carismi per la rievangelizzazione del sociale. È l’ora di rendere una nuova testimonianza comune della passione che nutriamo per Dio e per l’uomo. Quel processo avviato nel 1998, quando in piazza San Pietro con Chiara Lubich e Andrea Riccardi decidemmo di rendere visibile la bellezza della nostra amicizia e la complementarietà delle nostre esperienze, non deve arrestarsi. Un tempo frammentato trova salvezza se incontra un principio unificatore dell’esistente e degli stili di vita umani. Noi lo abbiamo trovato nel Vangelo, nelle “sfumature” del Vangelo rappresentate dai carismi e dalle pedagogie dei diversi movimenti e associazioni. Dobbiamo trovare luoghi e spazi pubblici in cui questa ricchezza possa emergere e incidere».
Si è conclusa la 35esima Convocazione nazionale a Rimini. Ci può tracciare un breve bilancio?
«Grande entusiasmo nei partecipanti, dai bambini agli adulti, in numero maggiore rispetto all’edizione dello scorso anno. Cresce in tutti la consapevolezza che se la crisi che il tempo soffre è crisi di fede, allora c’è uno spazio crescente di ritorno alla vita spirituale. La gente smarrita e lontana dalla Chiesa chiede di incontrare un Dio vicino e amante dell’uomo, un cristianesimo vivo di gioia. La Convocazione è una sintesi testimoniale di tutto questo, un evento ecclesiale che racconta la bellezza della vita sacramentale e carismatica attraverso sessioni tematiche dedicate alla misericordia di Dio, alla fraternità, alla guarigione, alla nuova evangelizzazione; che mostra come clero e laici possono interagire nel celebrare e diffondere la fede».