Dialoghi tra Bresciani
Sta chiudendo l’anno che ha visto Bergamo e Brescia protagoniste, ma non chiude la stagione meravigliosa del ‘500 che ha visto pittori di altissimo livello spargere capolavori nelle due provincie. La Mostra attuale ha come indiscusso protagonista Lorenzo Lotto, il veneziano emigrante in provincia, inquieto e carismatico che con la sua arte emotiva e surreale ha dato il via ad una stagione irripetibile.
Così l’idea di far colloquiare fra loro le opere degli artisti, certo non tutte ancora in loco, è efficace, originale, perchè offre al visitatore la possibilità di conversare con i pittori attraverso le loro produzioni.
La Natività bresciana del Lotto è un romantico notturno lunare dove Lorenzo dipinge gli steli di paglia uno ad uno, fa brillare la luce tiepida su Maria in rosso e blu,sul Bambino, i pastori protetti da due angeli-ragazzi, dentro una capanna avvolta da un sentimento di pace.
Un incanto sempre nuovo che porta Lorenzo nella tavola da Siena a ricreare la notte resuscitando una luce tutta spirituale di cui si ricorderà il Savoldo nella sua vasta Natività sotto una bellissima luna, che si immagina senza freddo, densa di ombre morbide
È di fatto un vangelo popolare, immediato, semplice, acceso di lumi palpitanti così come Moretto fa nella Cena in Emmaus bresciana, dalla chiesa di san Giovanni evangelista: una cena con tanto di gatto sotto il tavolo, il Cristo pellegrino, i servi, le poche posate e l’ombra di una sera piena di mistero. Sa tanto di Caravaggio, che la vide e la imitò.
Questi sono artisti che si sono incontrati – Moretto era amico di Lotto-e ripropongono temi usuali ma con stili personali, ricchi di emozione, capaci quindi di dialogare coralmente come voci di una variegata sinfonia.
Così succede nelle vaste pale d’altare del Moretto e del Romanino dai colori lucenti, le atmosfere cordiali e l’insieme grandioso, che respira. Fermandosi con ogni lavoro, si parla e si ascolta una lingua medesima con accenti diversi, la lingua di una bellezza di provincia che sa fare grande anche la poesia più semplice e quotidiana.
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