Alunni plusdotati, occasione di arricchimento per tutti
Qualche settimana fa un bambino di 8 anni (bilingue, velocissimo nei calcoli, con un Quoziente intellettivo sopra la norma) della provincia di Cosenza, è stato lasciato solo in classe, nel giorno della festa dell’accoglienza a lui dedicata, per una singolare protesta decisa dai genitori degli altri alunni, che lo ritenevano iperattivo. Il piccolo studente era arrivato a scuola il giorno prima, con un bagaglio di problemi di comportamento manifestati nella classe di provenienza, inscrivibili probabilmente proprio alle sue elevate capacità intellettive.
Cogliamo l’occasione di questo fatto di cronaca che ha interrogato tanti nella scuola e nella società, per dare qualche riferimento autorevole a chi non conoscesse le premesse al disagio creatosi e per offrire qualche strumento di lettura opportuna. Ormai la ricerca e la sperimentazione per accogliere e lavorare con i bambini e le bambine plusdotati anche in Italia si traduce in prassi adeguate. Ma…
Ma occorre conoscere e aggiornarsi. La scuola non lo fa ancora con metodo, nonostante linee guida e raccomandazioni che da anni fanno di queste presenze nelle aule non problemi, che possono svilupparsi se non capite e gestite adeguatamente, ma opportunità di crescita per tutti.
Ci si chiede: se esiste una valutazione perché i docenti non sono stati formati alla gestione di un alunno ad alto potenziale? Uno specialista ha accompagnato il nuovo e senza dubbio complesso inserimento? Verrà dato seguito al rispetto delle linee guida per gli alunni con bisogni educativi speciali, senza lasciare soli tutti i bambini, i genitori e le insegnanti? E torna il bisogno negli istituti scolastici di psicologi e pedagogisti per promuovere e accompagnare lo star bene di ogni componente di questa meravigliosa opportunità di crescita.
La scuola è per tutti e tutti hanno il diritto di essere curati, incontrati nel gruppo dove per stare bene tutti, proprio tutti si dovrebbe respirare l’I care (mi importa, mi prendo cura) di don Milani e le istanze di inclusività ad ogni livello di criticità. A piccoli step forse, ma con animo e intelligenza aperti al meglio.
Ci sono strumenti di grande utilità nella letteratura della plusdotazione, a vari livelli. L’Università di Pavia da molti anni, in testa con le attività a cui fanno riferimento genitori, insegnanti, ragazzi e ragazze, e alcuni centri e specialisti sparsi in Italia che si occupano di recuperare le sofferenze innescate da una società e una scuola inadeguate e spesso colpevoli di fatti gravi.
A questo proposito è recentemente uscito in una collana premiata della Erickson un libro che merita di essere preso in considerazione da insegnanti, ma anche da genitori: Plusdotazione e talento – Cosa fare (e non)-guida rapida per insegnanti di Lara Milan Erickson, Trento, 2023
Premessa
Un bambino o una bambina plusdotati sono una risorsa e, visto così, l’approccio diventa una sfida avvincente e capovolge ogni prospettiva. Questa la riflessione che coinvolge chi ha fra le mani questo volume, prezioso per chi scopre di avere alunni, studenti o figli gifted, o per chi, conoscendo già il mondo dell’alto potenziale, cerca aggiornamenti, rassicurazioni e chiarimenti, ma soprattutto prassi corrette. Il sottotitolo “cosa fare e cosa non fare” stimola l’interesse, ma ci si arriva solo dopo aver conosciuto gli elementi essenziali che caratterizzano questo mondo affascinante e comunque complesso che va a scuola.
Non solo quindi non sono un problema, ma negli anni, prendendo le distanze da una visione solo psicometrica, è stato sottolineato quanto l’aspetto inclusivo dell’approccio e delle prassi per la plusdotazione di alcuni alunni presenti nelle classi, qualifichi la realtà scolastica di tutti e porti benefici, non solo nella sfera didattica, ma soprattutto nel clima scolastico. Insomma: se sta bene l’alunno plusdotato stanno bene tutti. Anche gli insegnanti.
Sulla copertina si legge: scuola secondaria di primo grado. Ma in effetti il volume è assolutamente raccomandato per ogni ordine e grado di scuola, anzi, si è sperimentato quanto sia di aiuto già nella scuola primaria. Conoscere è già aver percorso un buon tratto di strada verso la presa in carico corretta dei bambini gifted. Anche i genitori stanno trovando avvincente questo libro e certamente esso contribuisce a creare un’alleanza trasparente fra le due agenzie educative.
L’autrice che accompagna il cammino di chi scopre di convivere con alunni ad alto potenziale, è quella autorevole di Lara Milan, “Specialist in Gifted and Talented Education”, formatasi principalmente in America e in ambito internazionale, fondatrice del SEM Italy.
Nota sulla redazione
Ci sono volumi pensati proprio per essere strumenti e la redazione grafica aiuta a individuarne le qualità. Questo “quaderno” di Teacher Training violetto e scritto perlopiù in corsivo nei suoi titoli e sottotitoli, diventa un compagno di viaggio. Il formato “agenda” con segnalibro ed elastico come le migliori moleskine, è già un buon biglietto da visita. Poi le pagine arrotondate nei bordi e le scelte grafiche redazionali tuffano il lettore e la lettrice nel mondo del giftedness, sostenendoli con numerosi accorgimenti: pur mantenendo pulito e leggibilissimo il font scelto, si serve di sottolineature, evidenziatori, frecce, cerchiature, disegni a bordo testo… Molti i riferimenti bibliografici che, dato l’argomento, da tempo dibattuto all’estero e la formazione dell’autrice, sono quasi tutti in lingua inglese.
Organizzazione del testo
“Plusdotazione e talento” è scandito in due zone: i bisogni cognitivi e i bisogni socio-emotivi ed è agevolmente consultabile per temi, argomenti con “appunti” di approfondimento.
È strutturato in 15 capitoli, preceduti da una presentazione e da un’agile introduzione che affronta alcuni aspetti generali della plusdotazione indispensabili per viaggiare. Poi viene presentata in capitoli per temi e punti di debolezza manifestati solitamente in diversa misura dagli alunni gifted fra cui:
- Si annoia
- Interrompe la lezione
- Non fa i compiti
- Discute su tutto
- È perfezionista
- È sovraeccitabile
- Ha difficoltà di autoregolazione
- Presenta sintomi depressivi…
Ogni capitolo è impostato in step:
- perché fa così?
- Cosa fare
- Cosa non fare
- Cosa tenere a mente
- Come intervenire
- I consigli dell’esperto
Gli step si alternano saltuariamente con approfondimenti: i falsi miti e i pregiudizi sulla plusdotazione, il debate (argomentare-dibattere), i cluster d’approfondimento, contrastare l’underachievement (scarsi risultati), il portfolio complessivo dei talenti…
Qualche flash: i bambini gifted si distinguono per uno sviluppo asincrono, cioè possiedono abilità cognitive avanzate, ma non ci si può aspettare da loro che controllino, come un ragazzo più grande, le loro emozioni, essi mantengono cioè le abilità sociali relative all’età cronologica.
E questo costa al bambino e al ragazzo in termini emotivi, per cui è necessario a scuola avere aspettative adeguate all’età e fornire supporto per trovare un equilibrio fra i loro bisogni intellettuali, emotivi e fisici. Una sfida interessante!
E ancora, conosciamo la loro sovraeccitabilità che può essere presente in diversa misura e può essere psicomotoria, o sensoriale, intellettuale, immaginativa o emotiva? Aiutarli a identificare i segnali premonitori di reazioni inadeguate in questi ambiti e a gestirle, evitando di perdere il controllo e di creare disagio per sé e per gli altri, è uno dei compiti di docenti e di genitori, che possono cambiare la qualità di vita dei plusdotati e di chi vive con loro.
L’autoregolazione e il suo apprendimento è un obiettivo essenziale per la serenità di bambini e ragazzi che devono poter vivere consapevolmente il loro funzionamento, senza pretese di prestazione e di successo, che possono portare a vissuti dolorosi di ansia, asocialità e fallimento scolastico.
Con il garbo che caratterizza l’autrice, nella conclusione viene proposta una “Carta dei Diritti dei Docenti degli studenti gifted”, così come inizialmente era stata proposta quella dei bambini gifted di D. Siegle, in cui si elencano giustamente le necessità che i docenti possano trovare tutto il sostegno istituzionale per progredire nella formazione e nel riconoscimento, anche in Italia, dei bisogni dei bambini plusdotati.
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