Una bella storia di Natale
Giovedì, penultimo giorno di scuola prima delle vacanze per Natale. Sono seduta nell’Ufficio del Comando dei Carabinieri di un quartiere romano, davanti ad un giovane ufficiale intento nella stesura di un verbale di denuncia verso ignoti. La denuncia è la mia: sono una delle insegnanti di una Scuola Primaria e dell’Infanzia nelle vicinanze. Stamattina, avvisata dai collaboratori, sono corsa a scuola e mi sono trovata davanti al triste spettacolo della nostra porta di ingresso forzata e del nostro albero di Natale distrutto, fatto a pezzi.
Ogni anno lo preparavamo con l’aiuto dei collaboratori e dei bambini, ed era diventato la scenografia dei nostri cori e delle attività svolte per prepararci insieme all’evento del Natale, festa di Pace.
I primi bambini arrivati hanno raccolto con un po’ di sconcerto i pezzi delle decorazioni e dei rami sparsi sul marciapiede e per strada. Nei loro occhi la tristezza e la domanda: “Perché?”. Per questo motivo quando l’ufficiale mi chiede: “Valore del danno subito?” mi trovo a rispondere: «Valore non quantificabile! È che i bambini erano affezionati al loro albero, simbolo di un periodo speciale, di sogni e di riflessioni. Quest’anno ancora più era diventato il simbolo del vero Natale, perché con loro abbiamo riflettuto di quanta sete di Pace abbiano tanti loro coetanei nel mondo e di come ciascuno di noi possa essere un costruttore di pace. Perciò – mi trovo a raccontare al Carabiniere che mi ascolta attento – siamo rimasti ancora più colpiti da questo gesto. L’appendere un addobbo era diventato il segno di un impegno personale per la Pace. E i bambini devono poter continuare a credere in un futuro migliore».
«Scrivo ‘Non quantificabile’!!!» afferma lui e mi sorride convinto.
Venerdì, nell’aria palpabile l’aria emozionata dell’attesa. I bambini sono ‘elettrici’ e fervono gli ultimi preparativi. Sto facendo il giro delle classi, quando arriva un collaboratore correndo: «Maestra venga! Subito! Nell’atrio la stanno aspettando i Carabinieri». «I Carabinieri? Per il fatto di ieri?». «No, no! – prosegue lui – deve venire!!!».
Scendo le scale e nell’atrio trovo un Maggiore, un Comandante e diversi altri Carabinieri, che mi salutano evidentemente divertiti dal mio stupore per quello spiegamento di forze dell’ordine. Il Comandante mi spiega: «Ieri sera sentendo il racconto dell’Ufficiale che ha raccolto la denuncia, ne abbiamo parlato tra noi e poi col Maggiore. Abbiamo deciso di fare una colletta per ricomprare l’albero ai bambini! Loro devono poter continuare a sognare e credere in un mondo migliore, un mondo dove la pace è possibile».
Subito si mettono all’opera per montare l’albero, preparare un rialzo, mettere il puntale e dotarlo di luci. Nel frattempo il Maggiore mi mostra le preziose e bellissime palline decorate a mano che vogliono donare alla scuola. Intanto una pattuglia è partita per andare a prendere la Preside che era alla sede centrale. Arriva anche lei incredula della bella storia di Natale che stiamo vivendo!
I bambini scendono a gruppi per vedere il nuovo albero donato dalla generosità dei Carabinieri, applaudono, fanno domande e foto: è una vera festa!
Passano poche ore e riceviamo un’altra sorpresa: il signor Edoardo Rossi (titolare di una ditta di decorazioni natalizia), appresa la notizia dell’atto vandalico subito dalla nostra scuola, arriva con un furgoncino dove ha caricato un bell’albero, luci nastri e decorazioni davvero belle. Ora due speciali alberi di Natale vedono sfilare i bambini felici nell’atrio!
Chi di loro potrà dimenticare che a volte da un male nasce un bene più grande? Che da un negativo si può innescare una gara di bene e di solidarietà? Non è forse questo il vero senso del Natale: sentirci un po’ più vicini, un po’ più fratelli, riempirci il cuore di speranza?
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