Marche: la “cura” nel post alluvione
La Commissione europea ha approvato in questi giorni l’assegnazione di 20,09 milioni di euro provenienti dal Fondo di solidarietà dell’Unione europea (FSUE) per i danni provocati dall’alluvione del 15 e 16 settembre 2022 nelle Marche, in cui persero la vita 13 persone. Fondi necessari, che si aggiungono ai 200 milioni di euro erogati dal governo a fine novembre per dare i ristori necessari a famiglie ed imprese dopo le eccezionali esondazioni di fiumi generalmente a carattere torrentizio come il Misa e il Nevola, che hanno distrutto abitazioni, aziende e ampie porzioni di territorio dell’alto marchigiano, pesarese ed anconetano in particolare. Il Fondo, creato nel 2002 a seguito delle inondazioni che colpirono il centro Europa, è stato più volte utilizzato dall’Italia che detiene il triste primato di maggiore beneficiario dello stesso, a causa della fragilità del nostro territorio da un punto di vista idrogeologico, ma anche dei terremoti a cui è sottoposto. Dato, confermato in questi giorni dall’ultimo rapporto di Legambiente, dal titolo “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni”, in cui emerge tra l’altro, che proprio le Marche dal 2010 al 2023 sono state soggette a 34 allagamenti e 11 esondazioni.
E parlando di lavori, proseguono le azioni atte al miglioramento dell’assetto idrogeologico della regione, come la messa in sicurezza del Misa e del Nevola, ma anche dei corsi del Cesano e del torrente Burano. Si segnala in particolare, tra le operazioni in corso d’opera e riguardanti il Misa, il fiume che attraversa il centro di Senigallia, la ricostruzione della foce, e risalendo il fiume verso l’interno, a breve dovranno partire interventi per rimuovere vegetazione e detriti.
In via di attuazione, invece, i nuovi interventi sugli argini, poiché a seguito delle piene, la portata dei fiumi potrebbe essere cambiata; la ricostruzione di 8 ponti e la realizzazione di ulteriori vasche di espansione sul Misa e sul Nevola che dovrebbero attenuare l’impatto delle precipitazioni sui fiumi ed evitare straripamenti.
Menzione a parte merita il discorso sulla pulizia dei letti dei fiumi. Attività così importante e preziosa per poter proteggere queste zone così esposte al dissesto idrogeologico. Primo tra tutti il Misa per il quale è stato presentato i primi di dicembre, il progetto “Prendiamoci cura del Misa. Raccogliere per contenere, promuovere, prevenire”. Nato dalla collaborazione tra Coldiretti, Consorzio di Bonifica, Federforeste e aziende agricole del territorio, questa azione permetterà di raccogliere tronchi, rami e detriti vegetali trascinati in prossimità di ponti e lungo la vallata e di utilizzarli per produrre energia a costo zero. Una pratica antica quanto importante per allevatori e agricoltori di prendere legna dai letti dei fiumi o dai fossi e col tempo abbandonata poiché, spesso, oggetto di tensioni.
E infine, si attende poi, la ricostruzione del borgo di Cantiano, paesino che non ebbe vittime ma il cui centro venne duramente danneggiato. Paese, che appena un mese fa, ha visto l’inaugurazione del depuratore con annesso ripristino di 1 km di strada danneggiata.