Niger: possibile un allentamento delle sanzioni
La Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Ecowas), in un vertice ad Abuja, capitale della Nigeria, del 10 dicembre, ha rinnovato le sanzioni contro il regime di Niamey, in Niger. Tuttavia, l’organizzazione ha aperto la strada ad una riduzione delle sanzioni condizionandole ad una “breve transizione” finalizzata al ritorno dei civili al governo del Paese.
Un comitato composto dai presidenti di Benin, Togo e Sierra Leone negozierà con il regime militare nigerino gli impegni da attuare per un possibile allentamento delle sanzioni. Lo ha annunciato il presidente della commissione Ecowas, Omar Touray.
L’organizzazione regionale africana vuole che Niamey si impegni su “una breve tabella di marcia verso la transizione”, per “il rapido ripristino dell’ordine costituzionale”, ovvero il ritorno al governo civile. E l’Ecowas ha fissato le condizioni per la riduzione delle sanzioni imposte dopo il colpo di stato militare. “Sulla base dei risultati delle discussioni del Comitato dei Capi di Stato con il Cnsp (Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria, la giunta militare al potere), la Conferenza potrebbe prendere in considerazione un graduale allentamento delle sanzioni imposte al Niger”. “Se il Cnsp non si atterrà alle conclusioni concordate con il Comitato, l’Ecowas manterrà tutte le sanzioni e chiederà all’Unione africana e ai suoi partner di applicare sanzioni mirate contro i membri del Cnsp e i loro associati”.
La decisione dell’Ecowas di allentare le sanzioni fa seguito alla visita di venerdì 8 dicembre in Togo del leader militare del Niger, il generale Abdourahamane Tiani, con alcuni dei suoi ministri. Pochi giorni prima, Niamey aveva chiesto al presidente togolese Faure Gnassingbé di svolgere un ruolo di mediatore.
Tuttavia, proprio in questi giorni le Ong internazionali intervenute in Niger hanno chiesto all’Ecowas una riduzione delle sanzioni contro Niamey per consentire l’ingresso di aiuti umanitari di emergenza attraverso il vicino Benin. “Le Ong internazionali del Niger esprimono il loro profondo disappunto per l’assenza di esenzioni umanitarie concesse dall’Ecowas al pacchetto di sanzioni adottato contro il Niger”, hanno denunciato in un comunicato stampa queste organizzazioni, tra cui Acted, Oxfam, il Consiglio norvegese per i rifugiati (Nrc) e Médecins du Monde.
“Chiediamo l’immediata apertura della frontiera tra Benin e Niger agli aiuti umanitari”, invocano queste Ong, che deplorano che l’Ecowas “non abbia tenuto conto delle richieste” delle associazioni umanitarie “di garantire ai civili del Niger l’accesso a beni di prima necessità”.
“Abbiamo consentito l’accesso ad aiuti sanitari e umanitari, ma le autorità militari si rifiutano di utilizzarlo”, ha ribattuto domenica scorsa il presidente della commissione Ecowas, Omar Touray.
Secondo Mohammed Chikhaoui, rappresentante umanitario delle Ong internazionali che operano in Niger, più di 2 milioni di persone hanno dovuto affrontare una grave insicurezza alimentare tra ottobre e dicembre 2023, che ha costretto il 15% della popolazione a spostarsi, a causa della mancanza di accesso al cibo o all’assistenza.
I militari, che il 26 luglio hanno rovesciato il presidente eletto Mohamed Bazoum con un colpo di stato, da allora governano il paese tramite il Cnsp, espressione della Giunta militare al potere.
In risposta al golpe, all’inizio di agosto, i membri dell’Ecowas hanno imposto pesanti sanzioni economiche e finanziarie a Niamey.
Partner chiave dell’Occidente nella lotta contro i gruppi jihadisti, il Niger ha chiesto l’allontanamento delle truppe francesi, che è già iniziata. Lo scorso settembre, Mali, Burkina Faso e Niger hanno creato l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), al fine di rafforzare la loro cooperazione.
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