350 milioni di alberi piantati in un giorno
L’iniziativa nazionale lanciata in Etiopia fa parte dell’iniziativa “Green Legacy” del primo ministro Abiy Ahmed. Lui stesso ha dato l’esempio piantando alcune piantine di alberi ad Arba Minch, nel sud del Paese, lunedì mattina. Abiy ha lanciato tale campagna di sensibilizzazione sull’importanza della lotta contro il degrado ambientale in uno Stato in gran parte desertico del Corno d’Africa. Il progetto prevede di piantare la cifra enorme di quattro miliardi di giovani germogli entro la fine della stagione delle piogge, alla fine di settembre e all’inizio di ottobre. Questa iniziativa dovrebbe consentire all’Etiopia di lottare contro il riscaldamento globale risparmiando dollari, quelli che il Paese spende per importare legno. Alcuni esperti dubitano, tuttavia, della possibilità di raggiungere la cifra di quattro miliardi.
Su indicazione del primo ministro, i servizi amministrativi di Addis Abeba sono stati chiusi per consentire ai funzionari di prendere parte alla campagna di rimboschimento. Sono stati organizzati eventi in oltre mille siti in tutto il Paese. Il ministro dell’Innovazione, Getahun Mekuria, ha twittato che oltre 12 milioni di alberi erano stati piantati in 12 ore. Ma non c’è il risultato finale.
Le Nazioni Unite affermano che la copertura forestale dell’Etiopia è passata dal 35% della terra totale all’inizio del XX secolo a poco più del 4% dagli anni 2000. Ciò spiega il perché di quest’iniziativa, necessaria per ridare all’Etiopia un po’ di controllo sugli effetti del riscaldamento globale.
L’attuale record mondiale nell’iniziativa di piantare alberi in un solo giorno era finora detenuto dall’India, che nel 2016 aveva mobilitato 800 mila volontari per piantare più di 50 milioni di alberi. Con una popolazione stimata di 100 milioni di abitanti, l’Etiopia avrebbe bisogno di ogni cittadino per piantare almeno tre piantine per raggiungere il record annunciato. Tuttavia, oltre a mettere a terra un giovane albero, un consigliere del primo ministro spiega che l’operazione doveva soprattutto mostrare l’unità del Paese, la sua capacità di mobilitarsi attorno a una causa senza distinzioni politiche o comunitarie. E oggi l’Etiopia ne ha bisogno.