Promuovere e proteggere i diritti umani in un mondo in guerra
Settantacinque anni fa, il 10 dicembre 1948, l’Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani, frutto di una lunga elaborazione basata su diversi approcci religiosi, filosofici, politici ed economici, imperniata sulla dignità della persona. Il mondo usciva da un conflitto mondiale devastante che, innescatosi in Europa, si diffuse in tutto il mondo. Il nuovo ordine mondiale, che voleva essere un ordine di pace, però, si trasformò ben presto in un ordine dove due blocchi contrapposti si fronteggiavano in una cosiddetta guerra fredda, che sfociava in conflitti per corrispondenza nelle aree più marginali del mondo.
Nel testo della Dichiarazione universale dei diritti umani non esiste un articolo che contempli specificamente un diritto alla pace, sebbene l’articolo 3, quando sostiene che ognuno ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona, potrebbe essere proprio un richiamo a vivere in una condizione di pace. Oppure l’articolo 28, laddove sostiene che ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati possono essere pienamente realizzati.
D’altronde la stessa Carta delle Nazioni Unite, nel preambolo, afferma l’impegno a liberare l’umanità dal flagello della guerra, mentre all’articolo 4 prevede che solo gli Stati amanti della pace possano diventare membri di quella organizzazione.
Nel 1978 l’Assemblea generale dell’ONU adottò la risoluzione 33/73 sulla preparazione delle società a vivere in pace. L’articolo 1 dichiara che ogni nazione e ogni essere umano, a prescindere da considerazioni di razza, coscienza, lingua o sesso, ha il diritto intrinseco a vivere in pace.
Nel 2016, infine, l’Assemblea Generale adottò una breve Dichiarazione sul diritto alla pace, al cui articolo 1 si prevede che ognuno ha il diritto di godere la pace in modo che tutti i diritti umani sono promossi e protetti e lo sviluppo è pienamente realizzato. Questa, come tutte le dichiarazioni, ha indubbiamente ottimi principi, ma applicarli è tutta un’altra storia.
Ogni anno, il 21 settembre, l’ONU invita ad osservare la Giornata internazionale della pace e, nel 2001, l’Assemblea Generale decretò all’unanimità che durante tale giornata cessino le ostilità e le violenze. Eppure, come ribadito dal Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, per ottenere una pace duratura bisogna scendere in campo per i diritti umani.
La pace rientra anche in uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile; nello specifico, l’obiettivo 16 dedicato a “Pace, giustizia e istituzioni forti” enfatizza il legame che esiste tra l’accesso alla giustizia, delle istituzioni efficaci, responsabili ed inclusive e la realizzazione della pace. Infatti, in una società pacifica la giustizia e l’uguaglianza sono garantite a tutti, mentre la pace, a sua volta, consente di realizzare società sostenibili che, poi, contribuiscono a promuovere la pace.
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