Un colpo di fortuna

È il titolo italiano, imperfetto, di “Coup de chance”, ultimo film di Woody Allen. Thriller agrodolce sui “casi” della vita
Foto Matteo Rasero / LaPresse04-09-2023 Venezia, Italia - Spettacolo 80ma Mostra internazionale d'arte cinematografica Red carpet Film Coupe de Chance Nella foto: Woody Allen, Soon-yi Previn.

Per il suo film numero 50 Allen torna in una Parigi settembrina dai bei colori umidi in città e caldi in campagna, dove vivono Fanny, bella e brillante, ex ribelle, e Jean, affarista perfetto, almeno all’apparenza. La coppia sembra molto legata, tra gli amici dell’alta borghesia, feste, battute di caccia, passeggiate, senza figli a carico. Lei, reduce da un matrimonio con un artista drogato, ha trovato in Jean l’uomo che la accudisce (e la domina). Casualmente, incontra Alain, suo ex compagno di classe, da sempre innamorato di lei, e scrittore. Nasce una amicizia serena che casualmente si trasforma in passione e lei tradisce il marito.

Ma Jean ha un lato oscuro, avverte che qualcosa non va, la fa seguire. Scopre tutto e finge di non sapere nulla. Ma è determinato a far fuori l’amante. E ci fermiamo qui, perché si tratta di un thriller, gestito da Allen con misura, raffinatissima fotografia, vitalità intensa dei personaggi interpretati da Niels Schneider e Lou de Laage.

Allen osserva la vita di coppia e quella delle altre unioni di amici molto glamour, i maschi in modo speciale: cinici, possessivi, adorabili esteriormente ma in verità deludenti. Ci scherza sopra in maniera irriverente ma sottile, parla di divorzi, di matrimoni in crisi, con una amarezza e un umorismo anche perfido. Tutto per lui sembra guidato dalla casualità, il caso è la vera divinità che oltrepassa qualsiasi riflessione di carattere etico. Così la vita di uomini e donne è affidata a questa imprevedibilità positiva o negativa che tiene tutti in sua balia, conduce i rapporti, la morte e la vita, il potere e l’amore. L’amore tra Jean e Fanny è vero, se poi lei trova subito conforto nel suo amico di un tempo? Anche qui sarà il caso a rivelare la verità e che in fondo è inutile voler guidare le nostre vite se sono sottoposte alla fatalità che ci solleva e ci distrugge secondo una legge imperscrutabile. In fondo è il “fatum” pagano a guidare la storia.

Raffinato, in una Parigi impressionista, tra coppie ricche senza problemi di soldi ‒ Allen ai poveri non ci guarda –, il film è opera di un autore anziano disincantato che sorride sui casi dell’amore e si diverte con grande stile, battute fulminanti, e un nichilismo coperto da un sorriso agrodolce. L’amore è cieco, la passione pure e i rapporti anche: non siamo in verità liberi dal “caso”. Allora, accettiamolo e sorridiamoci su. Ad essere amaramente felici, se possibile.

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