Lettera al popolo di Dio, crescere nella comunione missionaria
«Per la prima volta, su invito di papa Francesco, uomini e donne sono stati invitati, in virtù del loro battesimo, a sedersi allo stesso tavolo per prendere parte non solo alle discussioni ma anche alle votazioni di questa Assemblea del Sinodo dei Vescovi». Con queste parole i partecipanti al Sinodo 2023 si rivolgono a tutto il popolo di Dio cercando, in una breve missiva, di riassumere una esperienza definita «senza precedenti», «bella e ricca», durante la quale hanno avvertito la comunione orante della Chiesa intera sentendosi «sostenuti dalle vostre preghiere, portando con noi le vostre aspettative, le vostre domande e anche le vostre paure».
«Ci auguriamo che i mesi che ci separano dalla seconda sessione, nell’ottobre 2024, permettano a ognuno di partecipare concretamente al dinamismo della comunione missionaria indicata dalla parola “sinodo”. Non si tratta di un’ideologia ma di un’esperienza radicata nella Tradizione Apostolica», si legge nel testo del documento.
I lavori dell’assemblea sinodale si sono svolti nel contesto di un mondo in crisi in cui «ferite e scandalose disuguaglianze hanno risuonato dolorosamente nei nostri cuori e hanno dato ai nostri lavori una peculiare gravità». Papa Francesco, dopo la strage nell’ospedale distrutto a Gaza, ha invitato uomini e donne credenti di tutto il mondo e di ogni religione a una giornata di digiuno, penitenza e preghiera per la pace, che si terrà venerdì 27 ottobre 2023. «Tacciano le armi, si ascolti il grido di pace dei poveri, della gente, dei bambini. La guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione. Aumenta l’odio, moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro», ha detto.
L’attualità è stata al centro della riflessione e della preghiera proprio a sottolineare l‘urgenza di una conversione pastorale e missionaria della Chiesa: «La vocazione della Chiesa è annunciare il Vangelo non concentrandosi su se stessa, ma ponendosi al servizio dell’amore infinito con cui Dio ama il mondo (cf Gv 3,16)», si legge nel documento.
L’ascolto, che è stata la via maestra che i partecipanti al Sinodo hanno percorso su suggerimento di papa Francesco, continuerà ad essere lo stile della Chiesa sinodale, a partire dall’ascolto dei più poveri e di «coloro che non hanno diritto di parola nella società o che si sentono esclusi, anche dalla Chiesa»; di chi è vittima del razzismo – in particolare le popolazioni indigene – e di chi è stata vittima degli abusi, soprattutto da parte di membri della Chiesa con l’impegno a far sì che tali avvenimenti non si ripetano mai più.
Si sottolinea anche l’importanza di «ascoltare i laici, donne e uomini, tutti chiamati alla santità in virtù della loro vocazione battesimale», le famiglie con le loro preoccupazioni educative. Per progredire nel discernimento sinodale, la Chiesa ha bisogno di mettersi ancora di più in ascolto delle voci e dell’esperienza dei ministri ordinati, dei diaconi «che attraverso il loro ministero significano la sollecitudine di tutta la Chiesa al servizio dei più vulnerabili». Deve ascoltare la voce profetica della vita consacrata, «sentinella vigile delle chiamate dello Spirito».
Infine, deve rivolgere la sua attenzione «a coloro che non condividono la sua fede ma cercano la verità, e nei quali è presente e attivo lo Spirito, Lui che dà “a tutti la possibilità di venire associati, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale” (Gaudium et spes, 22)».
L’invito dei partecipanti all’assemblea sinodale è ancora una volta a non temere di intraprendere questa strada, a porsi sempre in atteggiamento di ascolto senza pregiudizi, a lasciarsi interpellare e mettere in discussione dalla complessità della realtà che viviamo; a camminare sentendo nel cuore il desiderio di crescere nell’unità; a sentirsi solidali con chi soffre e a diventare artigiani di giustizia e di pace; a seguire quella strada tracciata da papa Francesco già nell’anno 2015, quando affermava: «Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue contraddizioni, esige dalla Chiesa il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione. Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio».
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