Un sinodo a emissioni zero

La prossima assemblea generale dei vescovi ad ottobre si svolgerà compensando l'anidride carbonica prodotta, grazie ad un progetto che coinvolge le popolazioni locali di Nigeria e Zambia per la fornitura di stufe più efficienti per la cottura dei cibi
Un momento del sinodo dei vescovi

La Segreteria generale del Sinodo dei vescovi intende dare il suo contributo alla salvaguardia del creato attraverso una forma di compensazione delle emissioni di CO2 residue prodotte dalla prossima XVI Assemblea Generale ad ottobre.

Mediante il supporto economico della Fondazione SOS Planet e l’apporto tecnico della società LifeGate, – che ha già sperimentato quest’esperienza in occasione dell’assemblea sinodale del 2019 -, si provvederà a compensare parte delle emissioni di CO2 residue grazie a progetti capaci di generare un “credito” di carbonio tale da bilanciare il “debito” accumulato.

Il progetto scelto unisce l’aspetto ecologico, l’attenzione al territorio e l’aiuto concreto per la vita delle popolazioni coinvolte e sarà realizzato in Nigeria e Kenya. Materialmente ha per obiettivo la diffusione di stufe da cucina efficienti e di tecnologie di purificazione dell’acqua destinate a famiglie, comunità e istituzioni. Queste nuove tecnologie ridurranno il consumo di biomassa non rinnovabile e di combustibili fossili per cucinare e per l’ebollizione dell’acqua, con un miglioramento dell’inquinamento dell’aria. Ricordiamo che in questi Paesi oltre il 90 per cento della popolazione fa ancora affidamento sulla biomassa locale per cucinare (legna o carbone) e i tassi di deforestazione sono allarmanti. Secondo uno studio condotto dalla Clean Cooking Alliance, l’eccessivo fumo proveniente dai vecchi fornelli comporta gravi rischi per la salute, contribuendo a oltre 3 milioni di morti premature ogni anno. Quindi grazie all’impegno del Sinodo ci sarà una diminuzione delle malattie respiratorie e dei tassi di mortalità, soprattutto fra donne e bambini, migliorando lo stato di salute delle popolazioni coinvolte.

Un percorso in 3 fasi

L’adesione del Sinodo al progetto Impatto Zero di LifeGate ha previsto tre fasi operative.

1. Quantificare le emissioni di CO2 immesse nell’atmosfera per lo svolgimento di tutte le attività. L’indicatore calcolato è il GWP (Global Warming Potential, espresso in kgCO2eq), fondamentale per decidere le strategie di riduzione e compensazione di tali emissioni.

2. Ridurre le emissioni di CO2 del Sinodo attraverso strategie di ottimizzazione delle risorse e riduzione dei consumi e delle materie prime (ad esempio ottimizzare la logistica, scegliere energia prodotta da fonti rinnovabili, realizzare un evento plastic free, eliminare lo spreco di risorse, scegliere una dieta a bassa intensità carbonica per i pasti, la rinuncia agli inviti cartacei, la scelta di utilizzare solo carta riciclata e proveniente da filiera certificata ecc.). Al termine del percorso di riduzione rimane comunque una quota di emissioni residue che costituisce il proprio “debito” di carbonio.

3. Compensare le emissioni di CO2 residue grazie a progetti di efficienza energetica capaci di generare un “credito” di carbonio tale da bilanciare il “debito” accumulato. I progetti di efficienza energetica permettono la riduzione delle emissioni di CO2 grazie all’introduzione di tecnologie più performanti sia in termini di consumo sia in termini di impiego e sfruttamento delle risorse. Questo beneficio viene valorizzato per bilanciare le emissioni generate dal Sinodo.

Alla vigilia della pubblicazione di una “nuova” Laudato si’ la Chiesa sarà ancora una volta un esempio con azioni concrete per salvaguardare il pianeta. «Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza» (Papa Francesco, LS 53).

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