2012
L’ultimo lavoro di Roland Emmerich è spettacolare, costosissimo e catastrofico – come mai si era visto –, grazie all’impiego degli ultimi ritrovati virtuali. Dopo i suoi precedenti Independence day e L’alba del giorno dopo, che illustravano pericoli globali possibili, 2012 ci pone di fronte a eventi ritenuti certi: si dice che accadranno tra tre anni e segneranno la fine di un certo modo di vivere e l’inizio di uno nuovo.
Il regista ha dichiarato che questo è il suo ultimo disaster movie e che vi è stato spinto dal fatto che molte persone su Internet hanno scritto sulla fine del mondo, prevista per il solstizio invernale del 2012, in coincidenza con la fine di uno dei calendari degli antichi Maya. Ha ritenuto che ne valesse la pena, perché quando, come è successo a lui, «si fa qualcosa che dà tanta adrenalina, vuol dire che va fatta». E, da maestro nel genere, si è lasciato condurre dal gusto di impressionare, puntando sul realismo dei trucchi e su fughe dei protagonisti, impossibili e, a volte, umoristiche.
La sceneggiatura non è banale, orientandosi a motivi significativi. Migliaia di persone si salvano su grandi arche, costruite in gran fretta e in assoluto segreto, assieme a coppie di molte specie animali e una raccolta delle migliori opere d’arte. È prospettata la rifondazione di una nuova società, forse migliore, perché maggiormente rispettosa dei rapporti umani, come fanno intendere scene di eroismo di certi personaggi maschili. Mentre quelli femminili, nessuno dei quali muore, sono assimilabili alla Terra, che sopravvive rinnovandosi. E l’Africa è predestinata ad essere nuovamente culla della civiltà rinascente. Un filmone indirizzato ai giovani, sconvolgente e divertente come un luna park; un po’ ingenuo, ma coerente.
Regia di Roland Emmerich; con Thandie Newton, John Cusack, Amanda Peet, Woody Harrelson, Danny Glover, Chiwetel Ejiofor, Oliver Platt.
Valutazioni della Commissione nazionale film: consigliabile, semplice.