1975. Un momento di Dio

La voce di una delle protagoniste della prima manifestazione internazionale dei giovani dei Focolari: in ventimila per dare una svolta alla storia nell'anno santo
Udienza durante il Genfest 1975

 
Il 1975 è un anno di grandi cambiamenti per l’Italia e non solo. Nel nostro paese una legge abbassa la soglia della maggiore età, da 21 anni a 18, mentre un’altra norma istituisce i consultori familiari. Il partito al governo la Democrazia Cristiana di Aldo Moro apre alla possibilità che anche il Partito Comunista di Berlinguer abbia un suo ruolo al governo. Le proteste e gli arresti simbolici portano all’approvazione di una legge sugli stupefacenti che distingue le pene per consumatori e spaccitori. Nell’estremo oriente con un colpo di stato Pol Pot istaura in Cambogia una feroce dittatura mentre le truppe Usa abbandonano la capitale del Vietnam Saigon, che da quel momento diventa Ho Chi Min. In Libano scoppia la guerra civile che durerà fino al 1990 con migliaia di morti. Al fisico russo Andrei Sacharov viene assegnato il Nobel per la pace ma non può ritirarlo, mentre quello della letteratura viene assegnato a Eugenio Montale e quello della medicina a Renato Dulbecco. Si apre l’anno santo.
 
«Nella cornice dell’anno giubilare 1975, indetto da Paolo VI come Anno Santo per i giovani,  il Genfest si è inserito come una delle più grandi manifestazioni giovanili che l’hanno caratterizzato.
Ci preparavamo da tempo a questo evento, per la prima volta internazionale, che il 1° marzo aveva visto  circa ventimila  giovani provenienti dai cinque continenti, convenire al palazzetto dello Sport di Roma, Il giorno seguente ci attendeva il Papa nella basilica di S. Pietro.
Avevamo accuratamente preparato mimi, danze, canti, ma avevamo in cuore – come vera preparazione ─  le parole di Chiara Lubich: «Attenzione al soprannaturale! Tutto filerà come l’olio ed avrà l’effetto d’una potente testimonianza se sarete uniti fra voi come una torre fortificata. I preparativi fervono a Roma e dovunque, ma ciò che va preparato è il cuore. E quello lo si prepara con la Parola di Dio Tutto andrà bene se il vostro cuore sarà pieno d’amore. Vogliamo che il Genfest non sia un momento che passa. Deve rimanere. Ma perché rimanga deve essere un “momento di Dio”».
Questa consegna ci ha spinti a vivere uniti, come un sol corpo, superando difficoltà, stanchezza, fame, imprevisti, disagi di ogni genere.
 
«In quel periodo, io ero al Centro Gen, il centro mondiale dei giovani dei Focolari, impegnata con altri in prima linea nella preparazione di questo grande meeting. Attendevamo la presenza di Chiara che avrebbe dovuto concludere la serata del 1 marzo, con un suo intervento. Invece, nel pieno dei preparativi, veniamo a sapere che quel pomeriggio Chiara non sarebbe stata presente e che uno di noi avrebbe dovuto fare la conclusione. Ci sembrava davvero impossibile!
 
«La scelta di chi avrebbe letto il messaggio conclusivo è caduta inaspettatamente su di me. Ero spaventata e non riuscivo a capire come Dio potesse permettere una simile cosa, ma, alla fine, ho detto di sì a quello che mi sembrava un assurdo: quei 20.000 giovani avevano affrontato sacrifici enormi, venendo da tutti i continenti, per incontrare, in Chiara, la “fonte” di un carisma che li aveva trascinati dietro a Dio. E io che c’entravo? Ho capito che dovevo fare un passo nuovo: estrarre dal più profondo di me – come si estrae un diamante dal fango- quella vita evangelica che Dio aveva edificato in me e tra noi, e poi donarla come perla preziosa.
 
«Ricordo che la mattina del 1° marzo i giovani cominciano già ad affluire al Palazzetto dello Sport: oltre 380 pullman pian, piano, riempivano il grande parcheggio, mentre altri arrivavano con vari mezzi o a piedi con i sacchi a pelo sulle spalle. All’interno, intanto, mentre fervevano le prove, ecco arrivare, inaspettato, un messaggio di Chiara: «Carissimi attori del Genfest, sta per scoccare l’ora! Coraggio! Non è un momento vostro, non lo può essere: ingannereste tutti quei giovani. Deve essere il momento di Dio. E allora, che fare? Tenete viva la presenza di Gesù fra voi per tutte e quattro le ore senza cedere mai. Il cedere di uno può essere la grazia mancata ad una o più anime che ci ascoltano. Col Cielo azzurro la Madonna sorride e avvolge i suoi figlioli. Nessuna paura dunque! Se c’è Lei trionfa l’Amore!Avanti all’attacco:20.000 giovani = 20.000 giovani che si dichiarano per Dio. O così o nulla! ».
E così è stato: moltissimi giovani hanno incontrato Dio! Tanti sono ritornati alla fede, e in 20.000 abbiamo sperimentato d’essere un’unica famiglia, pur appartenendo a diverse nazioni, razze, religioni.
 
«Il giorno dopo, 2 marzo, tutti nella Basilica di S. Pietro per l’incontro con il papa Paolo VI: altro momento indimenticabile. All’offertorio, dodici, in rappresentanza di tutti, salgono con Chiara sull’altare: è dilagato un applauso interminabile. “ Dio che era palpitante in S. Pietro nella persona del Santo Padre, nella folla che eravate voi – ci ha confidato poi Chiara- è salito con me, e con i rappresentanti delle nazioni a presentare al Padre comune tutti i giovani che nel mondo vivono, lottano, credono che l’Ideale di Gesù “che tutti siano uno” non è un’illusione, ma la più sicura realtà, che si realizzerà proprio perché chiesta da Gesù al Padre».
 
«E poco dopo, all’Angelus in piazza S. Pietro, il Papa diceva: «Procuriamo di capire e di riprendere fiato. Noi, ad esempio, abbiamo avuto questa mattina d’intorno all’altare ventimila fedeli, giovani GEN – Generazione Nuova provenienti da tutto il mondo. Una commovente bellezza. Ringraziamo Dio e riprendiamo coraggio. Nasce un mondo nuovo, il mondo cristiano della fede e della carità». Dunque, Genfest 1975: sì, è stato davvero un momento di Dio! Un punto d’arrivo, certamente, ma più ancora, un punto di partenza che continua ancora oggi a raggiungere sempre nuovi traguardi.
 
Gabi Bruno

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