12 maggio, Più famiglia
Il 12 maggio le famiglie saranno in piazza San Giovanni a Roma. La manifestazione ha per motto Più famiglia. Perché? Perché ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese. Il bene comune è quindi il valore che lega famiglia e Paese in questo originale happening. Invece di partiti e sindacati, stavolta scende in piazza un nuovo soggetto: la famiglia. Le circostanze che l’hanno indotta a ciò sono note: esistono iniziative parlamentari miranti ad estendere la valenza pubblica, ed i relativi diritti riconosciuti alla famiglia, anche alle convivenze che non vogliono – o non possono – assumersi gli impegni che comporta il matrimonio. Con tutto il rispetto dovuto ad ogni diversa opzione di vita, appare evidente che scelte del tutto private non possono richiedere un riconoscimento pubblico. Tale riconoscimento è dato alla famiglia fondata su un patto matrimoniale ed aperta ad un progetto generativo: un bene indispensabile per la sopravvivenza della società. Le famiglie costituiscono i nodi saldi della rete di relazioni comunitarie e formano alla responsabilità sociale i nuovi cittadini che nascono. Per questa sua funzione di costruttrice del bene comune la famiglia va promossa, salvaguardandola anzitutto dai veri e propri handicap di cui soffre oggi in tema di tariffe, fisco, asili ed altro. Famiglie serene e sane possono costituire la vera prevenzione del disagio giovanile, lo spazio ideale d’accoglienza per anziani, malati e diversamente abili. Le istanze espresse nel manifesto con cui le 21 aggregazioni laicali chiedono Più famiglia, dovrebbero tradursi in una nuova attenzione alla famiglia normale (non solo a quella che vive in estrema povertà); attenzione che significa politiche sociali audaci e impegnative. Quali? Ad esempio, a livello generale, interventi sulla politica fiscale e dei redditi che rimedino alla penalizzazione esistente oggi per le famiglie con figli; a livello medio, politiche dei servizi adeguate alla vita del soggetto famiglia; a livello micro, interventi sociali mirati alle persone. Tutto questo è solo un problema di agire politico? No, è innanzitutto un problema di coscienza e di conoscenza. Coscienza che deve avere la stessa famiglia di fronte alla complessità delle funzioni che le sono proprie; conoscenza da parte delle istituzioni e di tutte le agenzie che operano per una aggiornata cultura civile. Questi ci sembrano buoni motivi per fare, della manifestazione del 12 maggio, non un gesto contro, ma un momento di crescita civile del nostro Paese.