L’attesa

Pro eligendo….
Si avvicina il conclave: c’è bisogno di silenzio, preghiera, preparazione. È il momento dell’amore per la Chiesa. Quasi con dolcezza nella mente si sovrappongono i ricordi che attraversano tutta la mia vita, dall’immagine sfumata ma grandiosa di Paolo VI, al lampo di luce di Giovanni Paolo I (“un po’ Giovanni e un po’ Paolo”), all’emozione per la scelta geniale di quel nome “Giovanni Paolo II” che riuniva la storia, tra il dolore sgomento per la morte di Albino Luciani e il futuro del nuovo millennio che allora sembrava ancora così lontano. Karol Wojtyla, fino a quel 2 aprile 2005: chi avrebbe potuto sostituire il “nostro” Papa? Poi l’immagine mite, così diversa, di chi dopo di lui aveva voluto richiamare nel nome, “Benedetto”, l’intuizione della grande crisi culturale dell’Occidente ma anche la memoria di una voce forte contro “l’inutile strage” della guerra.
Ma soprattutto…
Come dimenticare l’avvicinamento all’elezione di Francesco, dell’13 marzo del 2013? Era un tempo “unico”, almeno nella storia recente.
Il “fenomeno Francesco” (che oggi viene da più parti letto come un passaggio epocale nella storia della Chiesa) è stato possibile per il gesto più inatteso, rivoluzionario, libero che si potesse immaginare. Che anzi, nessuno poteva immaginare. «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio»: con poche semplici parole in latino un papa (il “papa teologo”) si dimetteva. Non ci sarebbe stato Francesco senza Benedetto, probabilmente.
E come sarebbe importante anche oggi prepararsi all’elezione del nuovo pontefice con quelle parole, le ultime dette dal papa dimissionario, al collegio dei cardinali: «Tra voi (…) c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Con forza della fede e umiltà di un pensiero autenticamente libero.
«Cari amici…., Buonanotte!», le ultime affettuose e umanissime parole di Benedetto XVI alla piccola folla che riempiva con commozione la piazza di Castel Gandolfo nel suo ultimo saluto pubblico, prima di ritirarsi anche fisicamente dietro una porta che si chiudeva.
«Fratelli e sorelle, Buonasera!», le prime parole, semplici e di vicinanza immediata, dette alla folla acclamante di Piazza San Pietro, pochi giorni dopo, da Francesco apparendo da una grande porta che si spalancava.
La storia doveva cambiare, ma il cambiamento era già iniziato. Ora… l’attesa.
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