Una Chiesa missionaria e profetica

«La Chiesa non è fatta di maggioranze o minoranze, ma del santo popolo fedele di Dio che cammina nella storia illuminato dalla Parola e dallo Spirito. Andate avanti con gioia e sapienza», scrive papa Francesco ai partecipanti alla seconda Assemblea sinodale in corso in questi giorni in Vaticano. Li invita a lasciarsi guidare «dall’armonia creativa che è generata dallo Spirito Santo», a vivere una gioia inclusiva, che allarga gli orizzonti, che nasce dalla certezza che il Signore non ci lascia mai soli.
«Che la nostra gioia sia piena!» (cf. 1Gv 1,4), è la Parola che accompagnerà queste giornate nel corso delle quali più di mille partecipanti, tra Vescovi, delegati delle Diocesi e invitati, porranno al centro dei lavori le Proposizioni, frutto del discernimento ecclesiale nel cammino di questi anni, che dovranno orientare il rinnovamento missionario delle prassi pastorali, la formazione missionaria dei battezzati, la corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità. Le Proposizioni, dopo la votazione assembleare, saranno consegnate ai Vescovi che indicheranno gli orientamenti per le scelte da compiere nelle Chiese locali, e negli Organi e nei Servizi della Cei.
«Solo camminando, abbiamo capito cosa significa sinodale, quanto sia una dimensione costitutiva e una forma indispensabile della Chiesa, scelta di pensarsi insieme, nella vita, nel cammino per la gioia che vogliamo raggiunga tutti», ha detto il card. Zuppi, presidente della Cei, introducendo i lavori. Occorre proseguire il cammino, ricercando sempre «un’esperienza concreta di Dio», perché «apparentemente i protagonisti sono gli uomini, ma in realtà il protagonista della storia è il Verbo della vita che si è fatto conoscere dagli uomini. Il vero protagonista è il Signore…».
Si guarda al futuro con speranza, con l’impegno ad essere «costruttori di comunità, di relazioni, di famiglie dove si è generati alla vita e si ricostruisce il “noi” della casa del Padre, altrimenti blindata dal rancore ferito del fratello maggiore che non ha interesse alla fraternità», ha continuato il card. Zuppi ricordando l’importanza di un «dialogo con il mondo, franco, sereno, maturo, propositivo e, se necessario, critico, sempre audace per difendere il Signore e la persona». Non c’è, infatti, gioia cristiana «senza inserimento pieno nella storia, senza coinvolgimento attivo nelle vicende della gente, senza lettura dei segni dei tempi, senza amore per tutti, soprattutto per quanti si trovano relegati, loro malgrado, nelle periferie esistenziali».
Essere popolo in cammino, con una vocazione profetica, perché la profezia richiede sinodalità, «domanda di essere condivisa, perché possiamo essere un “popolo profetico”» è l’indicazione offerta da mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale. «La vera profezia, oggi, è la scelta di affermare nella vita e nelle parole il Vangelo integrale, mostrando che “tutto è connesso”: che la persona umana va custodita sia nella sua dignità individuale, inviolabile e indisponibile, che la rende soggetto di diritti, sia nella sua vocazione relazionale, che le assegna dei doveri nei confronti della società; che proprio questa dignità ci porta a rispettare allo stesso modo la vita nascente e morente, come la vita degli indigenti e dei migranti; che la cura della pace e del creato vive della stessa logica della cura della famiglia e dell’educazione».
Un rinnovamento ad intra per essere Chiesa in uscita in modo sempre più efficace. «Abbiamo fatto molti passi per essere consapevoli della rinnovata missione della Chiesa. Molti altri ne rimangono da fare», ha spiegato Lucia Capuzzi membro del Comitato Nazionale del Cammino sinodale.
Dopo un lungo percorso, durato circa cinque anni, «ora è il momento di tradurre in scelte e decisioni quanto appreso nel cammino. Vogliamo farlo con umiltà e determinazione. Non si tratta di distruggere per riedificare. Né tantomeno di cambiare tutto perché ogni cosa resti com’è. Il verbo che ci guida in questo compito è “snellire”: alleggerire quanto è diventato troppo pesante per camminare insieme. Toccare quei nodi che consentono di sbloccare alcune dinamiche ostili alla sinodalità. Le abbiamo chiamate “condizioni di possibilità” per dinamiche più evangeliche e missionarie».
Preghiera, ascolto, condivisione e dialogo caratterizzano l’itinerario di questi giorni, nei quali i partecipanti all’Assemblea varcheranno la Porta Santa della Basilica di San Pietro, chiedendo la grazia di essere testimoni della Speranza che non delude, operatori di pace e di fraternità.
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