Lago di Bolsena: esplorando il Gran Carro dei Giganti

Da sempre si narra dei Giganti intenti a costruire con le pietre enormi mura e monumenti degni delle loro maestose fattezze.
La scienza archeologica, da parte sua, ha relegato i leggendari Giganti nelle pagine della mitologia: eppure le strutture megalitiche e i mastodontici sacrari, quand’anche realizzati da comuni mortali, sopravvivono al mito in tutta la loro imponenza e soprattutto continuano a suscitare stupore avvolti come sono da un’aura di mistero.
Aura che nel nostro caso ci sospinge verso il lago di Bolsena sui cui fondali, visibile ad occhio nudo attraverso la superficie, giace uno straordinario tumulo pietroso largo 80 metri, lungo 60 e alto 5, che risale all’Età del Bronzo (XV-IX sec. a.C.).
Si tratta del «monumentale complesso dell’Aiola, ovvero – spiegano gli archeo-sommozzatori del Servizio Archeologia Subacquea (Sas) della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Viterbo ed Etruria Meridionale (Sabap-Vt-Em) – di un grosso cumulo di pietrame dalla struttura troncoconica a base ellittica, da cui fuoriescono sorgenti di gas e acque minerali e termali sui 30/40 gradi centigradi»

L’Aiola di Fioravanti
L’enorme tumulo di pietre a secco, costruito sui fondali un tempo ancora asciutti della cavità vulcanica di Bolsena, venne scoperto alla fine degli anni ‘50 dal geniale ingegnere minerario Alessandro Fioravanti nel corso di un’ immersione subacquea.
Gli archeologi interpretarono il misterioso tumulo come una struttura “funzionale”, vale a dire una specie di grande tappo conico costruito per contenere la fuoruscita delle sottostanti acque termali e poi incanalarle per usi pratici mediante canalette di deflusso.
Non mancarono però anche interpretazioni “sacrali” della struttura, ritenendola un monumento votivo in onore delle divinità.
In ogni caso la tipologia del tumulo ellittico venne definita “Aiola”, che in realtà in latino vuol dire “aiuola”: ovvero una piccola area circoscritta sebbene come abbiamo visto, nel nostro caso si tratta di una struttura tutt’altro che piccola, anzi gigantesca!
Cronologicamente, poi, si spostò in dietro la datazione dell’Aiola attribuendola al IV millennio a.C., ovvero alla Civiltà di Rinaldone.
Quest’ultima così denominata perché proprio in località Rinaldone non lontana da Viterbo, agli inizi del ‘900 era stata scoperta una necropoli del IV-II millennio a.C.
Erano le tracce della civiltà detta anche dei “Giganti del mare”, provenienti dal Mediterraneo e dall’Asia Minore, e soprattutto esperti costruttori di monumenti funerari.
Il Gran Carro che va all’indietro
La zona di terra ferma e la profondità sommersa dalle acque del lago di Bolsena dove è avvenuta la scoperta dell’Aiola erano conosciute sulle mappe con il toponimo di “Grancaro”, e in realtà lo sono tutt’ora.
Un nome la cui origine fu inizialmente fatta risalire al termine pronunciato in dialetto romanesco “gran caro”, ovvero “grande carro”, che si ricollegava al rinvenimento di antiche tracce lasciate dai carri di passaggio in quella zona.
Da qui il nome “Gran Carro” a cui si collega anche una curiosa coincidenza che si è presentata durante le recentissime ricerche archeologiche allorché è stato ritrovato, sempre nell’Aiola, Gran Carro, «un elemento fittile zoomorfo di un cavallino miniaturistico con dei fori alle zampe per sostenere molto probabilmente delle ruote, interpretabile quindi come parte di un carretto cultuale del tipo votivo che doveva trasportare il simbolo solare, esempio tipico della simbologia religiosa dell’epoca protostorica».
Ipotesi interessante quest’ultima, ma fuor di suggestioni e abbagli archeologici va detto che in realtà la zona lacustre dell’Aiola era ricca di granchi i cui pescatori in vernacolo locale erano detti i “grancari”, e da qui Gran Carro.

Palafitte, tumuli e ideogrammi
Nel turbinio di teorie, congetture e misteri su questo incredibile sito archeologico, sono arrivati a settembre 2024 i risultati scientifici della prima fase di ricerche condotte dalla Sabap e Sas viterbesi.
Ebbene, «l’insediamento del Gran Carro Aiola, inquadrabile principalmente nella Prima Età del Ferro, ovvero tra la fine del X – inizi IX sec. a.C., ma fondato già durante l’Età del Bronzo medio (XV sec. a.C.), si articola in due parti a destinazione distinta: abitativa nell’area della cosiddetta “palafitta”, e cultuale in corrispondenza del monumentale tumulo di pietre localmente denominato “Aiola”».
Nuove curiosità archeologiche vengono anche dal «rinvenimento di moltissime olle di ceramica per contenere derrate alimentari, anfore finemente decorate e con anse a colonnette, perfino due poppatoi e vasetti miniaturistici tra cui uno si distingue per le incisioni simili a ideogrammi, forse imitanti un qualche tipo di scrittura»
E i paleografi sono già all’opera…

Un “tuffo” nel presente
Dopo averla decantata è giunto il momento di “immergerci” in tanta bellezza archeologica: e in proposito è notizia recentissima quella degli «interventi sull’intero abitato palafitticolo sommerso che sono tutt’ora in corso oltre che per metterlo in sicurezza, restaurarlo e liberarlo dal limo, anche per rendere maggiormente visibile una particolare porzione di superficie».
Si tratta di quella parte del Gran Carro, Aiola che si trova alla giusta profondità per essere visibile anche ai semplici visitatori che fanno snorkeling galleggiando sulla superficie lacustre o vanno su imbarcazioni a fondo trasparente.
L’inaugurazione del percorso subacqueo aperto al pubblico è dunque prossima.
Nel frattempo istituzioni culturali e unità anfibie stanno facendo ricognizioni e mappature per la salvaguardia dello straordinario complesso abitativo e “monumentale cultuale” che il Gran Carro, Aiola rappresenta.
Così come rappresenta senz’altro qualcosa d’importante l’iniziativa di rendere il percorso di visite subacquee e di snorkeling accessibile anche ai diversamente abili, che potranno anch’essi fluttuare tra i reperti protostorici e gli ipo/non vedenti anche delicatamente sfiorarli, laggiù sui fondali del lago di Bolsena.
Chissà come sarebbero stati contenti quei Giganti nel sapere tutto ciò!