Giovani cervelli in fuga

Un brevissimo e interessante videoreport, meno di cinque minuti, intitolato «Analisi europea. Fuga dei cervelli: una competizione europea» punta il dito sulla nota dolente delle migrazioni di giovani tecnici e professionisti qualificati in Europa. Soprattutto, quanto è difficile trattenere i giovani laureati quando gli stipendi sono più attraenti in un altro paese più o meno vicino. Questa breve analisi è stata prodotta da Canale Arte ed è tradotta in nove lingue grazie al progetto Emove Hub, al quale partecipano diversi media europei: El País (Spagna), Gazeta Wyborcza (Polonia), Internazionale (Italia), Ir (Lettonia), Kathimerini (Grecia), Le Soir (Belgio) e Telex (Ungheria). I media promotori che partecipano a Emove Hub ricevono finanziamenti dall’Unione Europea secondo il bando European Media Hubs, gestito dalla Direzione Generale delle Reti, dei Contenuti e delle Tecnologie di Comunicazione.
La situazione descritta per alcuni Paesi è decisamente drammatica, al punto di coniare l’espressione “generazione perduta” nel caso della Grecia, dove «in un decennio se ne sono andati più di seicentomila giovani». La libera circolazione nell’Ue dei cittadini europei per motivi di lavoro ha incoraggiato questi giovani, un’intera generazione, a trovare lavoro nell’Europa occidentale o settentrionale, dove gli stipendi sono più alti. Il problema interessa ottantadue regioni (le zone rosse e gialle della mappa), soprattutto dei Paesi dell’Est, ma non ne sono esenti anche economie più forti come l’Italia, la Francia o la Spagna. Il professore di geografia economica Lois Labrianidis, membro dell’Ena-Institute for Alternative Policies, un think tank indipendente con sede ad Atene, afferma che le politiche applicate nei vari Paesi per evitare la fuga dei giovani talenti da sole non bastano. Funzioneranno «solo se contemporaneamente si svilupperà l’economia del Paese». Aggiunge anche che, nonostante le politiche comuni per affrontare il problema, resta il fatto che l’Unione Europea non è un blocco omogeneo, anzi «funziona come differenti Stati che competono tra loro».
Forse per offrire una nota di speranza, il video conclude con un dato statistico: la metà dei giovani lavoratori che emigrano dalla Grecia torna al proprio Paese nel breve-medio periodo. La famiglia, gli amici e «la forza del sangue» – direbbe Cervantes – sono fattori da tenere in considerazione.