Migrazioni: sfide e opportunità

Se guardiamo alla storia dell’umanità risulta palese che i primi essere umani erano nomadi, passavano da un luogo all’altro alla ricerca di un clima migliore, di un ambiente meno pericoloso, di cibo per nutrirsi.
Poi, con l’arrivo dell’agricoltura, si è passato da un semi nomadismo alla sedentarizzazione e all’occupazione di terre. Da qui alla dominazione di “spazi” non ci è voluto molto! E questo ha provocato altri spostamenti, non più “naturali”, ma per raggiungere ambienti più adatti o per scappare ai desideri di conquista di altri popoli.
L’Europa è un esempio di questo lungo processo di secoli che ha visto arrivare, spostarsi, sparire interi popoli – prima, durante e dopo il crollo dell’Impero Romano – che hanno fatto del continente un vero patchwork. Ancora oggi infatti, in alcune regioni europee si fatica a riconoscere frontiere e identità culturali e linguistiche, con conseguenti ultime (e attuali) guerre.
Ma, se tutta la storia dell’umanità è costellata di spostamenti e migrazioni, perché oggi il fenomeno è così controverso e spesso preso a bandiera di populismi che gridano alla catastrofe? Sembra persino che chi fa più fatica ad accogliere i migranti siano le società dove regna il benessere: forse perché non lo vogliono perdere o perché vedono i migranti come “arrivisti” dell’ultima ora – mentre loro hanno lottato per costruire una società considerata migliore?
Eppure, non possiamo negare le opportunità legate all’immigrazione: a livello di mano d’opera e ringiovanimento delle società demograficamente in calo, ma anche a livello di cultura, di apertura ideologica, persino di gastronomia!
A queste ed altre questioni si dedica il presente numero di Ekklesía.
Partiamo da approfondimenti da più prospettive: quella biblica con un saggio sullo Straniero nella Bibbia di Tobias Häner, docente di Antico Testamento nell’Academia Teologica di Colonia (Germania); quella storica di Carlos Garcia Andrade, autore ormai conosciuto dai nostri lettori, quella sociologica di William Calvo-Quiros, professore di cultura americana nell’Università di Michigan. Non manca la visione della Chiesa riguardo ai migranti e rifugiati, con un articolo di Amaya Valcárcel, ricercatrice al Dipartimento ricerca e riflessione del Dicastero per lo sviluppo umano integrale.
Si cerca soprattutto di dar voce a chi sperimenta le cause delle migrazioni sulla propria pelle e a chi cerca di rispondervi con un atteggiamento di apertura e di accoglienza, come don Martin Iyamuremye, parroco in un campo di rifugiati a Goma (RDC), Susanne Janssen, in una diocesi di frontiera tra USA e Messico, Jon Dal Din, diacono responsabile del dialogo interreligioso nell’arcidiocesi di Westminster a Londra, Maurizio Certini con l’esperienza del Centro La Pira a Firenze, don Géza Dúl, impegnato nella pastorale inclusiva con i rom.
Come Testimonianze offriamo spunti sulla vita della Serva di Dio Luminosa Bavosi, focolarina argentina, e su Christian Krause, noto vescovo evangelico, già presidente della Federazione luterana mondiale, che ha saputo calarsi nelle piaghe del suo tempo.
In Percorso sinodale riprendiamo un intervento di Piero Coda in vista dell’attuazione del documento finale del recente Sinodo e proponiamo interessanti esperienze in corso nella Chiesa italiana.
In Chiesa in dialogo si fa riferimento all’importante intervento del patriarca ecumenico Bartolomeo alla 17a World Policy Conference ad Abu Dhabi
Come Letture da proporre, un libro di Sabina Caligiani, che mette a confronto Chiara Lubich e Chiara d’Assisi come “donne di pace”; e la prima parte della biografia di don Silvano Cola: Fernando Muraca, La luce che mi colpì.
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