Il treno che sfreccia sui binari del tempo

Un villaggio dell’età del Bronzo, una grande villa della Roma imperiale, un santuario di età Ellenistica e un tratto di basolato dell’Appia antica: queste le scoperte archeologiche emerse durante i lavori della nuova ferrovia Napoli - Bari. Noi abbiamo perso al volo la “coincidenza”!
Villa Romana a Solopaca (Benevento). Crediti RFI

I viaggiatori che nei giorni scorsi hanno raggiunto la Campania e hanno fatto sosta alla stazione ferroviaria di Afragola, capolavoro dell’archistar anglo-irachena Zaha Hadid, hanno trovato un’ interessante “coincidenza”: non di certo un treno, bensì un’esclusiva esposizione archeologica. Nel corso dei lavori di realizzazione della nuova linea su rotaia Napoli – Bari, infatti, in alcune aree di territorio campano limitrofe alla futura ferrovia, ci sono stati degli importanti e cospicui rinvenimenti archeologici la cui documentazione fatta di reperti, rilievi fotografici e stratigrafici è stata presentata e ed esposta appunto nella stazione di Afragola.

La Villa tra vigneti e oliveti
Adiacente alla costruenda tratta ferroviaria Frasso – Vitulano, in provincia di Benevento, a Solopaca, la città del vino, è emerso «un grande complesso residenziale e rustico databile tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C. e che è dotato di ambienti produttivi, magazzini e cortili. Si è in presenza – spiegano gli archeologi – di una vera e propria villa di età Romana – imperiale che doveva essere circondata da terreni coltivati per la produzione agraria di largo consumo, in particolare vino e olio». Rinvenimenti eccezionali dunque che, come detto dai rappresentanti della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli (Sabap-na-met), «hanno fatto emergere tasselli concreti della nostra identità storica, ereditata dal passato e proiettata verso il futuro».

Il santuario di Ponte
Sempre nel beneventano i lavori di costruzione della predetta rete ferrata a un certo punto sono arrivati a lambire il comune di Ponte, un paesino così chiamato appunto per il suo antico ponte di epoca romana, i cui resti sono ancora visibili sul greto del torrente Alenta. Ebbene, è proprio a Ponte che è spuntato un santuario ellenistico – romano, databile secondo gli esperti del Gruppo archeologico di Rete Ferroviaria Italiana e della Soprintendenza Belle Arti di Benevento, tra IV secolo a.C. e II secolo d.C.

«Dedicato a diverse divinità – aggiungono gli archeologi – il santuario custodisce altari votivi e numerosi oggetti sacri di pregio, tra cui statuine, ex voto anatomici e bronzetti di Ercole. La scoperta – fanno osservare inoltre i soprintendenti – offre nuove prospettive sulle usanze cultuali della regione prima e durante la romanizzazione del Sannio».

La necropoli pre-romana
È invece a Maddaloni, la città casertana dal castello turrito, che sono state scoperte, nella necropoli ritrovata a nord della Via Appia, delle tombe risalenti all’epoca ellenistico – romana e tardoantica. «Le sepolture – precisano gli archeologi sovrintendenti – sono databili al III – IV secolo a.C. e sono a cassa di tufo e a camera». «All’interno di questi avelli – proseguono gli artefici dello scavo – sono stati ritrovati corredi funerari con statuine, vasi a figure rosse, fibule e lance che raccontano gli usi funerari diffusi presso la città anticamente chiamata Calatia e che è appunto l’odierna Maddaloni».

Il basolato dell’Appia antica
Nel prosieguo dei lavori propedeutici alla nuova sede ferroviaria Napoli – Bari e sempre in prossimità di Maddaloni, le maestranze ferroviarie all’opera hanno visto riaffiorare nell’area che anticamente attraversava il suburbio della città di Calatia, in direzione del comune di Santa Maria a Vico, quello che sembrava un antico tratto stradale in basolato.

La conferma è subito arrivata dagli archeologi in forza al Gruppo Ferrovie dello Stato (Fs) e dalla Soprintendenza archeologica di Caserta e Benevento (Sabapce-bn): «Si tratta proprio di un segmento dell’antica via Appia, l’infrastruttura strategica costruita dai romani per la mobilità e gli scambi commerciali». «La storia di questa importante arteria – hanno aggiunto dalla Sabap-ce – si snoda dalla tarda età Repubblicana al Medioevo, interagendo costantemente con il territorio e il tessuto insediativo circostante. Una storia che ora si arricchisce «della scoperta di tombe a fossa semplice o copertura a cappuccina, che testimoniano pratiche funerarie come la cremazione e l’inumazione».

Foto Villaggio età del Rame – Gaudello Acerra (NA). Crediti RFI

Il villaggio di Gaudello
Nei pressi di Acerra, poi, la città dal giglio argenteo in provincia di Napoli, è stato rinvenuto «uno dei più estesi insediamenti preistorici scavati in Campania. Il sito è databile tra l’età del Rame – antica e l’inizio dell’età del Bronzo e – dicono gli esperti – offre preziose informazioni sulla vita quotidiana e sull’organizzazione delle comunità preistoriche dell’area. È stata rinvenuta, oltre a capanne e arredi perfettamente conservati, anche una vasta necropoli con frammenti di ceramica e con oggetti in metallo: alabarde, pugnali, spilloni e una punta di freccia».

La “freccia” del tempo
È proprio la punta di freccia il reperto che, come una sorta di antico segno premonitore, si richiama alle caratteristiche della nuova linea ferroviaria in costruzione. «Al termine dei lavori che avranno un costo di oltre 6 miliardi – ha dichiarato infatti il Gruppo Fs –  il collegamento Napoli – Bari, sarà percorso in 2 ore, contro le circa 4 attuali, mentre quello fra Roma e Bari in 3 ore, con un risparmio di circa due ore rispetto ad oggi»

Punta di lancia età del Rame-Bronzo. Foto Sabapce-bn, autore Giovanni Genova

Insomma la costruenda linea ferroviaria vedrà treni di “alta velocità e alta capacità” che nel rispetto dell’ambiente, dei paesaggi e territori attraversati, sfrecceranno velocissimi. Un po’ come se quella punta di freccia lanciata oltre 5.000 anni fa avesse viaggiato nel tempo e nello spazio e oggi portasse a noi l’idea di velocizzare i trasporti, unendo ancor più le città e le regioni italiane tra loro e all’intera Europa.

Coincidenze da non perdere
Una bella notizia infine attende tutti coloro che il giorno dell’esposizione archeologica ad Afragola, andando di fretta, avessero perduto la coincidenza per ammirare i reperti esposti. Vi saranno infatti altri allestimenti in cui si esporranno i reperti rinvenuti nel corso dei lavori della Napoli Bari: «il primo – ha già comunicato la Sabap-na-met – sarà alla fine del mese di febbraio, al nostro Centro operativo di Benevento». L’esposizione comincerà domani, 28 febbraio 2025, alle ore 10.30, e durarà fino al 30 maggio presso la Sala Paleontologica del Centro Operativo di Benevento della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Bisogna prenotarsi qui chiamando il numero 0823277536 o tramite mail a sabap-ce.comunicazione@cultura.gov.it. Anche il Gruppo Fs promette «un approfondimento dei contesti archeologici, indagini e scavi in estensione, ricostruzioni virtuali, pubblicazioni, convegni e musealizzazioni». Un’occasione imperdibile per tutti e in particolar modo per i viaggiatori “del tempo”!

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