100 anni dalla nascita di Franco Basaglia
A cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, psichiatra e neurologo italiano, grande innovatore nell’ambito degli studi sulla salute mentale, si ricordano le sue preziose conquiste. I traguardi che resero l’Italia pioniera con la riforma della disciplina psichiatrica e la legge, che porta il suo nome, n. 180/1978. Furono costretti così alla chiusura tutti gli ospedali psichiatrici, nacquero i servizi di igiene mentale pubblici e si regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio. Esponente della psichiatria fenomenologica, Franco Basaglia è considerato lo psichiatra italiano più influente del XX secolo.
Il programma “O anche No” di inclusione sociale, disabilità e diritti fondamentali, è andato in onda domenica 10 marzo alle ore 10.15 circa e in replica lunedì 11 marzo notte alle ore 1.15 circa, su Rai 3. Il titolo della puntata: La nostra storia comincia con Franco Basaglia. La puntata rimane disponibile su Raiplay.
Paola Severini Melograni, che giovanissima collaborò con la squadra di Franco Basaglia e con Mario Tommasini, l’assessore di Parma che aprì il manicomio di Colorno, è a Trieste dove incontra Giovanna Del Giudice, psichiatra che faceva parte della squadra di coraggiosi medici provenienti da tutta Italia per compiere questa grande rivoluzione, Michele Zanetti, l’allora presidente della Provincia di Trieste, e Paolo Cendon, uno dei padri della legge sull’amministratore di sostegno che, con altre norme, ha accompagnato la legge 180, opponendosi all’interdizione. Una terribile pratica che venne applicata anche a Giorgio Bassani, uno dei più grandi scrittori italiani del dopoguerra.
Daniele Cassioli per la sua rubrica Vedere Oltre fa un approfondimento sulla legge dell’amministrazione di sostegno e Mario Acampa è a Collegno, nell’ex manicomio, da dove ci racconta il servizio IESA ASL TO3 – Centro Esperto Regione Piemonte, attraverso interviste a chi lo ha vissuto in prima persona e a Gianfranco Aluffi, direttore scientifico del servizio IESA ASL TO3 che da più di 25 anni si occupa di offrire a persone in difficoltà l’opportunità di vivere fuori dalle strutture.
Si tratta, questa, di un’iniziativa che prevede la cura delle persone che soffrono di disagio psichico attraverso l’accoglienza in un nucleo famigliare non legato biologicamente alla persona, quando la famiglia non è più presente o non è in grado di prendersi cura del malato. Adesso, questo sistema è aperto anche a chi ha altri tipi di disturbi. La differenza con un progetto di affido è la presenza di un operatore che rimane reperibile e supervisiona la situazione.
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