“1 Giant Leap”. Un passo verso l’unità del mondo
“Un piccolo passo per l’uomo, un passo da gigante per l’umanità”. Le ricordate? Erano le parole che accompagnarono la prima orma di Neil Armstrong sulla superficie lunare. A poco più di trent’anni di distanza, altri passi richiede l’umanità del terzo millennio, meno tecnologici forse, ma ancor più urgenti. A cominciare da una fratellanza universale che, partendo dal rispetto per le infinite diversità – culturali, razziali, stilistiche, religiose o filosofiche che siano – dia segni tangibili che l’unità del mondo è possibile, senza con questo precipitare nella globalizzazione consumista. Parole grosse certo, ma che sempre più raramente riescono a divenire qualcosa di più di una sterile dichiarazione d’intenti. Ecco perché a volte un piccolo gesto concreto parla più di mille discorsi, e l’arte può arrivare laddove mai giungeranno le retoriche e i pur necessari apparati legislativi. Tutto questo per dire che non è certo un caso che la frase di Armstrong abbia ispirato questo ambizioso progetto discografico, dove quanto espresso poc’anzi s’incarna in un mirabile mosaico sonoro (e visivo, nel documentario cui è legato) nel quale la diversità di ciascun tassello diventa parte insostituibile di un’armonia complessiva. Unità nella distinzione: potremmo sintetizzare così l’anima di questo 1 Giant Leap (Nun-Edel), un cd dove convivono popstar come Robbie Williams, icone del rock come Michael Stipe dei Rem, stelle terzomondiali come il senegalese Baaba Maal; profeti del modernismo hip-hop come Speech e un manipolo di meravigliosi carneadi registrati aiquattro angoli del mondo, dalla Nuova Zelanda al Sud Africa, dalla Thailandia alla Turchia. E non è finita, perché al progetto hanno aderito anche uomini di scienza e letterati illustri, filosofi, politici e attori di fama planetaria. L’idea di 1 Giant Leap è del leader dei Faithless Jamie Catto e di un produttore e polistrumentista di fama come Duncan Bridgeman. I due hanno girato per il mondo con un’attrezzatura digitale realizzando un film a metà strada tra il documentario e il video-clip di cui questo cd è fedele resoconto sonoro. Ed è accaduto di tutto: per esempio che su una base ritmica registrata in Uganda s’agganciasse, una settimana dopo, un rapper statunitense, o che il già menzionato Stipe duettas- se a migliaia di chilometri di distanza con la cantante indiana Asha Bosle. Al di là della straordinaria valenza culturale ed artistica del progetto, colpisce il clima che si respira tra i solchi, la perfetta sintonia d’intenti che ha mosso ciascun protagonista, indipendentemente dal proprio livello di popolarità, ma comunque disposto ad annegare il proprio egocentrismo d’artista per qualcosa di più grande e di ben più profondo; allo stesso modo in cui nessuno ha dovuto banalizzare o stravolgere la propria essenza per non risultare un corpo estraneo all’unitarietà del progetto. La musica in questo campo può davvero fare miracoli, creare suggestioni, emozioni, commozioni davvero universali. Rileggendo quanto appena scritto, mi rendo conto che è ben difficile esprimere l’essenza e la forma di 1 Giant Leap: perché abbiamo a che fare con una testimonianza, un’esperienza da provare, da ascoltare e/o vedere molto più che da raccontare. Il consiglio è perciò di mettersi sulle tracce di questo disco, magari cominciando a farsene un’idea più concreta sul canale Musica del sito www.musix.tiscali.it. Nei dodici capitoli di questa avventura si scoprirà così non solo grande musica un pugno di bellissime canzoni, ma quello che potrebbe anche essere il cuore nascosto del nostro pianeta e delle mille anime di cui esso è composto. Un cuore più che mai bisognoso d’amore: da dare, più ancora che da ricevere. CD novità Jovannoti Il quinto mondo universal Un disco costato grande fatica, tempi lunghi, e budget elevati. Non tutto è perfetto, ma buon Lorenzo merita rispetto per la cocciutaggine con cui, ogni volta, sa rimettersi in gioco. Scadente e contraddittorio come profeta, più interessante come artista, il Nostro insiste per la sua tortuosa strada, cercando impossibili sintesi in un coacervo di filosofie e modus vivendi: nello stesso tempo, un gran pasticcio e una suggestiva eruzione di idee. Chemical Bros Come with us Emi Una nuova, massiccia iniezione di tecnologia sonora su basi ritmiche ipertrofiche. Che piaccia o no, è il suono del terzo millennio.