CN+ Le richieste delle Mamme No Pfas

Intervista ad alcuni membri del Comitato Mamme No Pfas durante il sit in promosso a Roma, davanti al Ministero dell’ambiente, per chiedere limiti zero delle sostanze Pfas nell’acqua potabile e negli scarichi industriali
Le Mamme No Pfas davanti al Ministero dell'Ambiente. Foto Candela Copparoni

Una delegazione delle Mamme No Pfas è scesa, il 6 e 7 ottobre, a Roma dal Veneto, incontrandosi con il comitato piemontese Stop Solvay e il coordinamento delle mamme da Nord a Sud davanti al ministero dell’Ambiente per chiedere una normativa nazionale che azzeri il valore dei Pfas nell’acqua potabile e negli scarichi industriali.

Cosa sono questi Pfas? Lo descrive l’Arpa Veneto nel suo sito ufficiale: «I Pfas sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Le loro proprietà e caratteristiche chimiche hanno però conseguenze negative sull’ambiente e a causa della loro persistenza e mobilità, questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative negli ecosistemi e negli organismi viventi».

Dal 2013 una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti “emergenti”, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali italiani dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero dell’Ambiente, ha fatto emergere la presenza anche in Italia, e in particolare a Vicenza e dintorni, dei Pfas in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili. Per capire le richieste delle mamme No Pfas abbiamo raccolto delle interviste davanti al Ministero.

Questo è il testo della convocazione del presidio a Roma. «I Pfas passano dalla placenta al feto e si trasmettono tramite l’allattamento al seno. Possono causare preeclampsia in gravidanza, disfunzioni alla tiroide, peso basso dei neonati, poliabortività, difficoltà a procreare e problema di fertilità sia maschile che femminile. Tutto questo per noi mamme rappresenta Un attacco alla vita! Non è questo il futuro che desideriamo per i nostri figli! Il profitto di pochi non deve danneggiare intere comunità. Pretendiamo che la produzione sia rispettosa dell’ambiente, utilizzando impianti a ciclo chiuso: nessun inquinante deve uscire dalle aziende».

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