In viaggio con i giovani dell’Asia
Cominciamo da uno sguardo numerico. Secondo i dati statistici del 2017, l’Asia comprende il 60% (4,5 miliardi) dei 7,6 miliardi della popolazione mondiale1. Le proiezioni dicono che questo continente, durante i prossimi cento anni, avrà il numero maggiore di persone comprese tra i 15 e i 64 anni2. Un altro dato: nel 2015 erano 1,2 miliardi i giovani tra i 15 e i 24 anni nel mondo, vale a dire: un sesto della popolazione mondiale3. Mentre le previsioni di dicono che la popolazione giovanile globale entro il 2030 salirà del 7%, a circa 1,3 miliardi4. In base a questi dati, si può presumere con certezza che «fino al 2080 all’incirca, l’Asia sarà abitata da più giovani di ogni altra regione»5. Altro dato significativo: dal 2010 la religione cristiana e l’islam hanno il maggior numero di giovani a livello globale6.
Alla luce di questi dati, mentre ci prepariamo al Sinodo dei vescovi sui giovani, vale senz’altro la pena interrogarci sulle sfide che la gioventù in Asia pone alla Chiesa nel suo slancio missionario, sollecitando un impegno formativo personale e al contempo ecclesiale, guidato dallo Spirito Santo.
Contesto della popolazione giovanile in Asia
Andando oltre l’aspetto demografico, alcuni studi evidenziano che i giovani in Asia sono decisamente più felici delle generazioni che li hanno preceduti7. In generale, sono ottimisti ma un buon numero ritiene che «il successo nella vita è in buona parte determinato da forze che vanno oltre» il proprio controllo. In altre parole, «molti giovani asiatici confidano generalmente in buoni risultati circa la vita e il loro futuro e sono aperti al mondo, anche se sembrano rassegnati al fatto di non poter determinare questo mondo e il loro proprio futuro»8.
In un’indagine condotta dalle Conferenze Episcopali dell’Asia, alcune tendenze della società attirano l’attenzione e sembrano rilevanti tuttora, anche se la ricerca risale a dodici anni fa9. Nell’Asia dell’Est, i giovani sono molto indipendenti grazie al grande sviluppo tecnologico e industriale, ma ciò li distacca dall’influsso stabilizzante della famiglia e della cultura tradizionale, portando a esperienze di solitudine, mancanza di senso e disinteresse verso gli aspetti comunitari della vita. Nel Sud Est asiatico alcuni Paesi stanno velocemente raggiungendo gli standard delle altre nazioni industrializzate, ma ciò crea un sistema di valori artificiale. Nell’Asia del Sud ci sono significativi contrasti sociali che incidono sulle nuove generazioni. C’è relativa stabilità politica e c’è in molti l’impegno di tirarsi fuori dal baratro della povertà, ma è difficile accedere al sistema educativo vigente, ancora segnato dal tempo della colonizzazione. Fonti di criticità sono non di rado una «crescita accelerata del mercato della droga che prende di mira la popolazione giovanile delle aree urbane come quelle rurali, tra gli abbienti e i più poveri», «l’Aids con un crescente numero di vittime causate dalla prostituzione e dal turismo sessuale» e la «meno ovvia ma più insidiosa assunzione indiscriminata di modelli occidentali, causata dai mass media»10.
Contributi positivi
A prescindere dai fenomeni negativi, molti giovani dell’Asia concorrono a un miglioramento della situazione ed esercitano un potente influsso sulla qualità della vita e sui valori sociali delle loro nazioni e delle loro regioni. Sono diventate famose alcune iniziative in cui dei leader dei giovani, nella loro specifica sfera di influenza, sono stati elementi determinanti per provocare un cambiamento nelle loro comunità. Alcuni programmi sono stati sostenuti dall’Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico (Asean) e anche dal Governo degli Stati Uniti, per esempio la Young Southeast Asian Leaders Initiative (Yseali) «che cerca di promuovere le capacità di leadership dei giovani della regione»11.
Alcune nazioni hanno riconosciuto il ruolo dei giovani rendendoli partecipi dei processi decisionali sulle politiche riguardanti la fascia giovanile. L’Asean nel 2017 ha insignito di un riconoscimento leader e organizzazioni giovanili che hanno portato un significativo contributo nei loro Paesi. Così, ad esempio, in Malesia, un’organizzazione giovanile a sfondo sociale mira a migliorare le condizioni di vita delle giovani donne; in Myanmar, una fondazione giovanile aiuta a elevare le condizioni di comunità sottosviluppate; in Thailandia, una scuola ha creato una rete di persone che lavora per la protezione dei diritti dei bambini12.
La Chiesa cattolica in Asia:
minoranza con una missione
La Chiesa cattolica in Asia, sebbene sia una minoranza, ad eccezione delle Filippine, ha costantemente prestato attenzione ai giovani. Durante la riunione dei vescovi di tutta l’Asia a Manila nel 1970, si è delineata una visione pastorale riguardante i giovani che pare rilevante tuttora: «Se vogliamo trasformare il volto dell’Asia, continente dei giovani, il popolo di Dio in Asia deve diventare in un certo senso la Chiesa dei giovani»13. In questi anni non sono mai mancate le iniziative per realizzare questa visione pastorale. Rimane, tuttavia, la sfida del “come”: in che modo aiutare i giovani perché siano loro i protagonisti e non siano altri a prendere le decisioni al loro posto?
La Chiesa cattolica, in tante occasioni, ha preso sul serio questo “viaggio” con i giovani, dando vita a vari forum e consultazioni. Una di queste ha descritto così le varie forme di sete dei giovani asiatici oggi: sete di significato, sete di aver voce e sete di comunità14. La sete di significato pone in evidenza «il bisogno di esperienze spirituali» della fede in Gesù. La sete di aver voce indica che i giovani «vogliono essere capiti, ascoltati, essere considerati importanti ed essere valorizzati». La sete di comunità significa che sentono «il bisogno di fare cose insieme sotto forma di attività spirituali e sociali, e il bisogno di avere compagni, amici, guide…»; allo stesso tempo sfida i giovani a «creare uno spirito di famiglia dovunque essi vadano»15. La missione nei confronti dei giovani non può essere quindi semplicemente confinata a un particolare sistema di formazione o a uno specifico metodo. Occorre che la Chiesa prenda sul serio i differenti contesti dei giovani e guardi la realtà dal loro punto di vista, senza cadere nel paternalismo e nel trionfalismo.
Filippine: giovani in molteplici situazioni di vita
Negli ultimi anni, la Chiesa locale nelle Filippine è testimone di come i giovani, con il loro tempo, i loro talenti e le loro energie, servono la comunità cristiana e la società civile attraverso diverse iniziative in svariati contesti. Si constata pure che l’educazione cattolica ha influito fortemente sui giovani e sulla formazione dei loro valori. Una delle iniziative più rilevanti nel campo dell’educazione ai valori, specialmente nella prospettiva del servizio all’umanità, è il Jesuit Volunteer Program (Jvp)16. Altre attività di volontariato sono occasionali e si collocano nell’ambito della pastorale universitaria.
Per avere impatto sulla vita dei giovani non occorre necessariamente un gruppo numeroso di una influente istituzione educativa. La scuola parrocchiale Mary Immaculate Parish Special School di Moonwalk, Las Piñas, è un esempio di come i valori del Vangelo possano fare di una scuola avviata qualche anno fa nella periferia di Manila uno spazio speciale dove si guarda con priorità ai bambini e ai ragazzi diversamente abili per via di difetti fisici o problemi di sviluppo mentale, ed essi vengono integrati con normalità nella comunità educativa17. Essi crescono così non solo nella dimensione intellettuale, ma nel contesto formativo di una cultura basata sul Vangelo. Sono raggiunti da questa esperienza non solo bambini e ragazzi provenienti da famiglie cattoliche, ma anche appartenenti ad altre Chiese e ad altre religioni.
Oltre alle istituzioni educative cattoliche, anche molti gruppi giovanili nelle parrocchie sono coinvolti in attività al servizio degli “ultimi”. Danno un apporto determinante pure i Movimenti ecclesiali attraverso vari programmi.
Il Papa ai giovani dell’Asia
Nella sua omelia durante la Messa con i giovani nella cattedrale St. Mary a Yangon, Myanmar, Papa Francesco ha lanciato ai giovani dell’Asia la sfida a diventare discepoli missionari verso i loro compagni, invitandoli a riflettere sul bisogno di avere una conoscenza personale di Gesù, di diventare suoi messaggeri, e di essere inviati ad altri (cf. Rm 10, 14-15). Si tratta di prendere coscienza che questa sfida ad essere protagonisti nell’incontro con Gesù e a testimoniarlo comincia dal prossimo più vicino, nel momento presente della vita.
Andrew Gimenez Recepcion
1) Cf. www.esa.un.org.
2) Cf. http://statisticstimes.com/population/asian-countries-by-population.php (accesso eseguito il 22 gennaio 2018).
3) Cf. www.unpopulation.org, Department of Economic and Social Affairs: Population Division.
4) Ibid.
5) Ibid.
6) Cf. www.pewforum.org/2015/04/02/religious.projections_2010_2050 (accesso eseguito il 20 gennaio 2018).
7) Cf. https://asia.nikkei.com/Viewpoints-archive/Perspectives/Asian-youth-feel-happy-and-helpless (accesso eseguito il 19 gennaio 2018).
8) Ibid.
9) Perera, The Struggle for life: Asian Faith, in Federation of Asian Bishops’ Conferences (FABC), Paper n. 72g (January 1995) pp. 1-28.
10) Ibid.
11) Cf. https://asean.usmission.gov/yseali/yseali-about/ (accesso eseguito il 22 gennaio 2018).
12) Cf. http://asean.org/asean-recognises-outstanding-youth-leaders-and-organisations/ (accesso eseguito il 22 gennaio 2018).
13) Asian Bishops Meeting, Manila, 1970; cf. FABC Paper n. 72g.
14) Padilla, The Encounter with Christ is Renewing the Asian Youth, in FABC Paper n. 149 (Bangkok, Thailand, 2015) pp. 14-16.
15) Ibid.
16) Cf. www.jvpfi.org.
17) Cf. https://mipss.org/pg/history.html (accesso eseguito il 20 gennaio 2018).
18) Cf. y4uw.org.