«L’obbligo vaccinale una dolorosa necessità»
È previsto venerdì 28 luglio il voto finale alla Camera dei deputati riguardante il “Decreto Lorenzin”, che reintroduce l’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione a scuola. La discussione sul testo, dopo l’approvazione del Senato, è in corso da oggi: molto probabile l’apposizione della questione di fiducia. Come già precedentemente descritto, passano da 12 a 10 le vaccinazioni obbligatorie, mentre sono 4 i vaccini “fortemente raccomandati”: antimeningococcica B e C, antipneumococcica e antirotavirus. Il Decreto stabilisce che le vaccinazioni possano essere prenotate nelle farmacie convenzionate, mentre per l’anno scolastico 2017-2018 le scadenze per la presentazione delle documentazioni sono le seguenti: 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo, 10 settembre 2017 per i nidi.
Un iter, quello del Decreto Lorenzin, che secondo la pediatra palermitana Milena Lo Giudice deve ancora compiere passi importanti: «i decreti attuativi saranno fondamentali nell’applicazione del provvedimento, restiamo quindi in attesa. Senza questi ultimi, infatti, è difficile fare previsioni: sono basilari per assicurare la reale applicazione di elementi cardine del decreto legge, tra i quali spicca l’istituzione di una anagrafe nazionale sulle vaccinazioni, che al momento nella regione Sicilia è soltanto a macchia di leopardo. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, ad esempio, ha un’anagrafe vaccinale efficientissima: rimane purtroppo un caso isolato».
La dottoressa Lo Giudice, membro del Comitato Tecnico-Scientifico nazionale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), non ha alcun dubbio sulla necessità di riproporre l’obbligo delle vaccinazioni: «renderle obbligatorie è una dolorosa necessità. Mi auguro si possa arrivare al punto di non doverle imporre per legge: la libertà di scelta del cittadino, però, è tale soltanto se esso è consapevole e informato. In caso contrario – ribadisce la dottoressa Lo Giudice – rischiamo la vita di troppi bambini. L’obbligo sulle vaccinazioni sancisce anche il grado di confusione a riguardo. Troppa gente soffia sul fuoco della disinformazione: oramai qualsiasi fonte su internet viene giudicata attendibile e meritevole di attenzione».
La situazione siciliana, in tal senso, rimane ancora nebulosa in tutti i suoi aspetti: a partire, chiaramente, dai rapporti tra pediatri e mondo della scuola. «Al momento noi pediatri non abbiamo alcun tipo di connessione con le scuole. Le vaccinazioni, poi, sono un campo da approfondire e conoscere: negli istituti scolastici ci vorranno dei responsabili preparati. In tal senso, ci sono dubbi anche su chi dovrà portare avanti questo percorso di formazione. È tutto veramente per aria, ci sarà un gran lavoro da fare».
La situazione rimane in alto mare anche per ciò che riguarda la connessione tra pediatri e Servizio Sanitario Regionale: «il dott. Giampiero Chiamenti, presidente nazionale Fimp, ha auspicato che i rapporti tra Asp e medici pediatri siano chiariti e circoscritti. In Sicilia la situazione non è ben definita». Il modello a cui ambire è quello della Regione Toscana, in cui già nel 2015 si è sottoscritto un Accordo regionale per migliorare e ampliare i servizi assistenziali rivolti alla popolazione pediatrica, attraverso l’esecuzione dei vaccini anche da parte del Pediatra di Famiglia: «quello toscano purtroppo rimane un caso isolato. In Sicilia – ribadisce la dott.ssa Lo Giudice – abbiamo la necessità di costruire un accordo in tal senso».
La situazione dunque rimane critica dal punto di vista organizzativo, anche se ci sono elementi positivi da cui partire: «è importante capire che le vaccinazioni sono fondamentali anche e soprattutto per tutelare quei bambini che, per motivi di salute, non possono effettuarle. Ho comunque riscontrato un aumento del numero di genitori che si informano: c’è un forte richiamo al senso civico, la maggioranza dei genitori è saggia. Non possiamo parlare di opinioni – insiste il Medico Pediatra – quando sui vaccini ci sono verità scientificamente provate. Bisogna sempre ricordare che un abbassamento delle immunità di gregge rischierebbe di far ripartire epidemie di malattie (come il morbillo) che al momento sono sotto controllo: non possiamo scherzare con la salute dei più piccoli».
Per approfondire:
“Vaccini sì, vaccini no” sulla rivista Città Nuova di agosto
Intervista al presidente della Fimp, Chiamenti: Un errore ridurre i vaccini obbligatori
«Vaccinazioni, bisogna educare le famiglie»
Il Friuli Venezia Giulia rimedia alle “false vaccinazioni”
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