Un nuovo approccio all’immigrazione nell’UE
L’Unione europea (Ue) si prefigge una politica di migrazione legale ambiziosa e sostenibile. Infatti, dopo un’ampia consultazione pubblica e due risoluzioni del Parlamento europeo nel 2021, la Commissione europea è stata invitata a presentare una serie di proposte per agevolare la migrazione legale verso l’Ue con l’obiettivo di ridurre la burocrazia, rafforzare l’armonizzazione, promuovere i diritti fondamentali e la parità di trattamento e prevenire lo sfruttamento lavorativo.
Sebbene gli Stati membri decidano autonomamente il numero di migranti legali che intendono accogliere, l’Ue può fornire loro sostegno tramite strumenti pratici e operativi. Infatti, negli ultimi vent’anni, l’Ue ha sviluppato un quadro giuridico che uniforma tra i vari Stati membri le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi. La valutazione di tale quadro giuridico avvenuta nel 2019 ha dimostrato che si potrebbe fare di più per aumentare l’incidenza dell’Ue in materia di migrazione legale sulle sfide demografiche e migratorie che l’Europa si trova ad affrontare.
Per questo, la Commissione europea, nell’ambito dell’approccio globale alla migrazione definito nel patto sulla migrazione e l’asilo, propone iniziative giuridiche, operative e strategiche che favoriranno l’economia europea, rafforzeranno la cooperazione con i paesi terzi e, a lungo termine, miglioreranno la gestione complessiva della migrazione. La serie di proposte comprende anche azioni specifiche volte ad agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro dell’Ue di coloro che stanno fuggendo dall’Ucraina a causa dell’invasione russa.
Per fornire un quadro più efficace per i percorsi legali verso l’Ue, la Commissione europea propone di rivedere la direttiva sul permesso unico e la direttiva sui soggiornanti di lungo periodo. Nello specifico, la proposta riguarda una procedura semplificata per il permesso unico, per combinare lavoro e soggiorno, che renderà il processo più rapido e più facile per i richiedenti e per i datori di lavoro, consentendo di presentare la domanda sia nei paesi terzi che negli Stati membri dell’Ue e rafforzando le garanzie per la parità di trattamento e la protezione dallo sfruttamento della manodopera.
Inoltre, la revisione della direttiva sui soggiornanti di lungo periodo agevolerà l’acquisizione dello status di soggiornante di lungo periodo dell’Ue semplificando le condizioni di ammissione, ad esempio consentendo il cumulo di periodi di soggiorno in diversi Stati membri. Inoltre, la revisione rafforzerà i diritti dei soggiornanti di lungo periodo e dei loro familiari, fra l’altro migliorando il ricongiungimento familiare e favorendo la mobilità all’interno dell’UE.
La Commissione europea propone di intensificare la cooperazione operativa a livello dell’Ue tra gli Stati membri e con i paesi partner, mentre per una serie di iniziative chiave volte a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e il fabbisogno di competenze degli Stati membri e dei paesi partner i lavori sono già a buon punto. A seguito dell’avvio dei partenariati per i talenti nel giugno 2021, la Commissione propone ora una serie di tappe per renderli operativi al fine di concordare i primi partenariati di questo tipo entro la fine del 2022. Nello specifico, abbinando le competenze dei lavoratori di paesi al di fuori dell’Ue con le esigenze del mercato del lavoro all’interno dell’Ue, i partenariati per i talenti dovrebbero diventare una parte fondamentale delle relazioni dell’Ue con i paesi partner quando si tratta di gestire insieme la migrazione.
La Commissione europea propone altresì di istituire la prima piattaforma e il primo strumento di abbinamento a livello dell’Ue, un bacino di talenti dell’UE, per rendere l’Ue più attraente per i cittadini di paesi terzi in cerca di opportunità e aiutare i datori di lavoro a trovare i talenti di cui hanno bisogno. Per affrontare l’urgente necessità di agevolare l’accesso al mercato del lavoro ai nuovi arrivati dall’Ucraina, la Commissione europea propone un’iniziativa pilota che dovrebbe essere operativa entro l’estate del 2022.
Infine, la Commissione europea sta esplorando ulteriori modalità di migrazione legale verso l’UE nel medio e lungo periodo. Secondo la Commissione europea è necessario concentrarsi su politiche lungimiranti in tre aree di intervento: assistenza, gioventù e innovazione. Gli obiettivi sono quelli di attrarre competenze e talenti nei settori maggiormente carenti e che necessitano di forza lavoro, ad esempio quello dell’assistenza a lungo termine; offrire ai giovani l’opportunità di esplorare nuovi paesi, traendo vantaggio dai viaggi e dal lavoro; promuovere l’imprenditorialità d’innovazione all’interno dell’UE e investire nella sovranità tecnologica europea.
Margaritis Schinas, Vicepresidente della Commissione europea con delega alla Promozione dello stile di vita europeo, ricorda che gli «Stati membri sono impegnati a gestire l’arrivo di oltre 5 milioni di persone dall’Ucraina; tuttavia, ciò non esclude la necessità di gettare le basi di un approccio comune e sostenibile alla migrazione dei lavoratori per dare una risposta a lungo termine alle esigenze dell’Ue in termini di competenze». Pertanto, con le iniziative proposte dalla Commissione europea, «riconosciamo che la migrazione legale ha un impatto positivo in ogni sua aspetto: offre a coloro che intendono emigrare l’opportunità di migliorare la propria situazione, fornendo al contempo lavoratori più qualificati ai paesi ospitanti», laddove «tutto ciò stimola a sua volta l’economia, a vantaggio di tutti».
Ylva Johansson, Commissaria per gli Affari interni, osserva che «ogni anno arrivano legalmente nell’Ue da 2 a 3 milioni di cittadini di paesi terzi», mentre gli immigrati irregolari sono stimati tra i 125.000 e i 200.000. Del resto, «la migrazione legale è essenziale per la ripresa economica, la transizione digitale e la transizione verde e per creare canali sicuri verso l’Europa, riducendo nel contempo la migrazione irregolare». Con il pacchetto proposto dalla Commissione europea, «intendiamo semplificare la procedura di domanda che permette di vivere e lavorare nell’Ue, rafforzando i diritti dei residenti e dei loro familiari». Ella, infine, si dice «convinta che stiamo imbastendo una soluzione solida per attrarre nuovi talenti nell’Ue nel presente e nel futuro».
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