Ucraina, le associazioni lapiriane contro l’invio di armi

Le associazioni depositarie della lezione politica di Giorgio La Pira scrivono al sindaco di Firenze, Dario Nardella, promotore di una manifestazione delle città europee per fermare la guerra in Ucraina, per ribadire la ferma contrarietà all’invio di materiale bellico. La necessità della diplomazia della città per un'urgente conferenza internazionale di pace
associazioni lapiriane
Ucraina Russia Guerra (AP Photo/Evgeniy Maloletka)

Firenze, Ucraina, Russiae la pace. «Vogliamo sperare che la ideologia della “cortina di ferro” sia per sempre sepolta tra le anticaglie delle follie dell’umanità». Termina con questa invocazione una lettera aperta indirizzata al sindaco di Firenze, Dario Nardella, presidente di Eurocities, organizzazione fondata nel 1986 dai sindaci di sei grandi città europee e che comprende ad oggi 140 città in più di trenta stati Europei.  Davanti alla guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa, il primo cittadino di Firenze ha lanciato per sabato 12 marzo una manifestazione per far tacere le armi e fermare la tragedia in corso nel cuore dell’Europa.

«Come sindaci – ha affermato Nardella – dobbiamo essere consapevoli della straordinaria e crescente importanza assunta dalle città come attori politici e istituzionali di assoluta importanza sulla scena internazionale. In un mondo dove predominano le lotte per il potere tra le nazioni, noi lavoriamo insieme con spirito collaborativo». In questo senso il sindaco ha proposto «di invitare cittadini della propria città e coinvolgere anche le comunità ucraine e russe, per un abbraccio o un momento di condivisione davanti ai propri municipi».

In vista di questo importante momento promosso a partire da Firenze in tante città europee, le associazioni fiorentine che si riconoscono nel messaggio di Giorgio La Pira hanno scritto una lettera aperta al sindaco per confermare la condivisione della posizione assunta dall’amministrazione e dalla popolazione fiorentina circa la netta condanna dell’aggressione della Russia ad uno stato sovrano avvenuta in totale e aperta violazione di tutte le norme internazionali. Uno sdegno che è comune a quello espresso senza riserve dal nostro e da molti altri governi, nonché da numerosi soggetti della società civile e che comporta l’adozione di sanzioni economiche e finanziarie contro la Russia, sebbene con l’amara consapevolezza che un gran peso ricade sulla popolazione e particolarmente sui più deboli.

Allo stesso tempo le associazioni lapiriane sentono la necessità di dichiarare la loro ferma contrarietà alla decisione concernente l’invio in Ucraina di materiale bellico.

A sostegno di tale posizione si rammenta «che al tempo della guerra di Corea, originata dall’aggressione alla Corea del Sud da parte della Corea del Nord, negli anni più bui della guerra fredda, l’Italia manifestò il suo appoggio ai sudcoreani con l’invio di un intero ospedale militare e del relativo personale ma senza fornire armi o munizioni. Vediamo oggi con preoccupazione una sorta di ondata di bellicismo che sta montando nel nostro Paese; con posizioni che si spingono perfino a ipotizzare una “guerra santa” dell’Occidente contro la Russia».

Per le realtà che a Firenze custodiscono ed esprimono il messaggio di pace di La Pira è chiaro che «i problemi non si risolvono con la guerra; la guerra è sempre il fallimento della politica! Siamo fermamente convinti che, nell’immediato, si debba con forza operare perché si giunga quanto prima a una totale cessazione delle ostilità».

A tal fine si riprende la posizione di La Pira che nel caso del conflitto vietnamita, sosteneva di «adottare l’interdictum del giurista romano Gaio “vim fieri veto”, che cessi cioè ogni violenza e che si apra la strada ad una Conferenza internazionale per affrontare la globalità dei problemi».

«Purtroppo gli eventi di questi giorni – afferma la lettera aperta – mostrano che la vecchia logica della contrapposizione prevale sul processo iniziato con la Conferenza di Helsinki del 1973. E pensiamo che sia un preciso dovere degli stati europei quello di promuovere una iniziativa che rimetta in moto tale processo e si opponga a tutte le “politiche di potenza”, retaggio di un’epoca storica superata».

Entrando nel merito della questione geopolitica, le associazioni lapiriane affermano che «almeno finché non si tornerà ad un assetto internazionale adeguato ad una accettata interdipendenza e una comune responsabilità, alcuni stati che si trovano al confine tra i due “blocchi” debbano decidere autonomamente di non ospitare sul proprio territorio basi militari straniere e di fare una scelta di neutralità, costituendo così una “zona di sicurezza”. E quindi ci sembra, in questo momento, sbagliato pensare ad includere l’Ucraina nella Nato».

La lettera aperta è firmata dai rappresentanti di Fondazione La Pira, Opera per la Gioventù Giorgio La Pira, Centro Internazionale La Pira, Associazione Fioretta Mazzei e Associazione Opera di San Procolo. Tutti assieme si rivolgono direttamente a Nardella per dirgli «Caro Dario abbiamo letto che, come presidente di Eurocities, hai giustamente promosso una iniziativa di ferma condanna dell’aggressione russa. Ma è forse venuto il momento di allargare i compiti della “diplomazia della città” che oltrepassa i confini degli stati e le politiche dei governi.

Proprio Firenze, che nei giorni scorsi ha visto la firma di una importante Dichiarazione (“la Carta di Firenze”), potrebbe invitare le principali città, anche russe, che si trovano in questa “zona di sicurezza” o sono ad essa adiacenti a proclamare la loro volontà di pace (“le città non vogliono morire” secondo l’espressione lapiriana) e a proporsi di contribuire alla costruzione di una Europa libera dalle minacce e impegnata nella edificazione di una società prospera e pacifica aperta al mondo intero».

Per integrare leggi anche Lo Presti: Giordani e la difficile scelta della pace

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