Tommasi vince a Verona, segnali di centro sinistra dal ballottaggio delle comunali
Il ballottaggio delle comunali del 26 giugno è segnato dai risultati positivi del centrosinistra in città importanti come Catanzaro, Verona, Parma, Alessandria, Piacenza e Monza.
In controtendenza Lucca passa al centrodestra che in Toscana è maggioranza anche a Pisa, Arezzo, Pistoia, Grosseto, Siena e Massa. Anche Sesto San Giovanni, ex Stalingrado d’Italia, resta al centro destra con il sindaco leghista Roberto Di Stefano.
Il segretario del Pd, Enrico Letta, parla di un risultato molto positivo e i commenti prevalenti sono imperniati sull’effetto positivo della sua segreteria che ha ricompattato un certo elettorato in aree dove i dem sono minoranza ormai da molti anni. Il sistema elettorale del doppio turno sembra venire incontro ad una scelta ponderata espressa, comunque, da basse percentuali di votanti.
Di sicuro il voto più significativo a livello mediatico è quello di Verona con la vittoria di Damiano Tommasi, una figura singolare di calciatore professionista, fino alla presenza in nazionale, contrassegnato da sempre da una forte connotazione sociale maturata in ambito cattolico. Tommasi, con un impegno nel servizio civile come obiettore di coscienza, è conosciuto perciò con affetto e ironia con il nome di “anima candida” assegnatogli durante la lunga stagione giocata nella Roma. Un candore messo alla prova del complicato mondo del calcio dove ha cercato, da sindacalista della categoria dei calciatori che raccoglie non solo le superstar, di contendere la presidenza della Federazione calcistica controllata da ferree alleanze strategiche nel mondo del Coni.
Il centro destra resta maggioranza nel Veneto che vota in massa Luca Zaia alla presidenza della Regione, ma nella città scaligera si è presentato spaccato alle elezioni senza rispondere agli appelli nazionali all’unità rafforzati dal sostegno di settori tradizionalisti che hanno fatto di Verona un baluardo della loro presenza.
Tommasi ha un profilo civico e indipendente che si collega con quella parte della città segnata dalla presenza di ordini missionari presenti nelle zone più difficili del pianeta. L’azione da sindaco dell’ex calciatore dipenderà molto dalla capacità di non invadenza dei dem e delle altre formazioni politiche che lo hanno sostenuto.
In Calabria la competizione elettorale a Catanzaro, l’unica città capoluogo di Regione andata al ballottaggio in queste elezioni comunali, ha visto contrapposti due candidati di estrazione di centro sinistra con la vittoria raggiunta da Nicola Fiorita, sostenuto da Pd e 5 Stelle, su Valerio Donato sostenuto dal centro destra. Come è noto al primo turno le altre città capoluogo (Palermo, Genova, L’Aquila) hanno visto una vittoria al primo turno del centrodestra.
I risultati dei ballottaggi non fanno venir meno i problemi per le alleanze del centrosinistra in vista delle elezioni politiche nazionali del 2023 che sono state al centro, nel fine settimana, del congegno di Rapallo dei giovani industriali. Come ha affermato il presidente dei giovani di Confindustria, Riccardo Di Stefano, «a noi manca la politica vera quella con la P maiuscola» invitando a varare una legge elettorale capace di durare 30 anni e non lo spazio di una legislatura per la convenienza di forze politiche posticce.
Nella città ligure si sono presentati i maggiori leader dei partiti con un attenzione particolare riservata a Giorgia Meloni. La rappresentante di Fratelli D’Italia, primo partito secondo i recenti sondaggi, ha affermato che vuole cambiare portare una trasformazione della Repubblica dalla forma parlamentare a quella presidenziale per poter dare capacità di decidere e agire a chi viene eletto con una maggioranza certa e solida come avviene con le elezioni dei sindaci. Una mutazione dell’impianto costituzionale che potrebbe realizzarsi con un parlamento eletto con una forte maggioranza resa possibile dai meccanismi del vigente sistema elettorale ibrido della legge Rosato.
Un tema che sarà al centro della politica nazionale dopo la finestra delle comunali che si sono svolte, anche se non sembra, in uno scenario globale segnato dalla guerra in Ucraina, con i Paesi del G7 intenti a disegnare scelte strategiche di lungo termine in campo finanziario ed economico e un vertice Nato in programma nel fine settimana a Madrid che si annuncia di grande importanza non solo per i 30 stati che ne fanno parte.
Resta perciò sempre valida la visione del sindaco offerta da Giorgio La Pira che per governare una città, non solo la sua Firenze, occorre alzare lo sguardo, occuparsi dell’illuminazione pubblica e della pace nel mondo.
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