SURE: una rete di protezione per lavoratori e imprese
Da dove nasce la misura europea del SURE? Nel secondo trimestre del 2020, il PIL dell’Unione europea (UE) è diminuito dell’11,7% rispetto al trimestre precedente e del 14,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, mentre l’occupazione nell’UE è diminuita del 2,6%, rappresentando i cali più netti osservati dal 1995, quando si inizia ad avere traccia delle serie temporali. Dunque, è necessario attenuare l’impatto economico della crisi per consentire all’economia dell’UE di essere pronta a riprendere quando le condizioni lo permetteranno e, a tal fine, i cittadini non devono perdere il lavoro e le imprese non devono fallire e chiudere.
Così, il 2 aprile 2020, la Commissione europea ha proposto l’istituzione di SURE, nell’ambito della sua risposta al coronavirus, e il 19 maggio 2020 gli Stati membri in sede di Consiglio hanno adottato il regolamento che lo istituisce. SURE è appunto uno strumento di solidarietà del valore di 100 miliardi di € per aiutare i lavoratori a mantenere il proprio reddito e le imprese a restare attive. SURE è un elemento fondamentale della strategia globale dell’UE volta a tutelare i cittadini e attenuare le gravi ripercussioni socioeconomiche della pandemia di coronavirus.
Una volta che il Consiglio avrà approvato le proposte, il sostegno finanziario sarà erogato sotto forma di prestiti concessi dall’UE agli Stati membri a condizioni favorevoli. I prestiti aiuteranno gli Stati membri ad affrontare aumenti repentini della spesa pubblica per il mantenimento dell’occupazione. Nello specifico, concorreranno a coprire i costi direttamente connessi al finanziamento di regimi nazionali di riduzione dell’orario lavorativo e di altre misure analoghe introdotte in risposta alla pandemia di coronavirus.
I prestiti erogati nel quadro dello strumento SURE saranno basati su un sistema di garanzie volontarie degli Stati membri e saranno indirizzati ai settori più bisognosi. Tutti gli Stati membri potranno avvalersene, ma lo strumento rivestirà un’importanza particolare per quelli più colpiti. Il contributo di ciascuno Stato membro all’importo totale delle garanzie corrisponde alla sua quota relativa sul totale del reddito nazionale lordo dell’UE, sulla base del bilancio dell’UE per il 2020.
A seguito delle consultazioni con gli Stati membri che hanno richiesto il sostegno nel quadro dello strumento SURE e dopo aver valutato le richieste, la Commissione europea ha quindi presentato al Consiglio le proposte di decisioni relative alla concessione di un sostegno finanziario di 81,4 miliardi di € a 15 Stati membri dell’UE che hanno chiesto sostegno. Tra questi l’Italia, alla quale sono concessi 27,4 miliardi di €, l’importo più alto tra tutti gli Stati membri richiedenti.
SURE sosterrà i regimi di riduzione dell’orario lavorativo e misure analoghe per aiutare gli Stati membri a proteggere i posti di lavoro, i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi dal rischio di licenziamento e dalla perdita di reddito. Tutti gli Stati membri dispongono o si doteranno presto di regimi di riduzione dell’orario lavorativo per contribuire a raggiungere tale obiettivo. Le imprese potranno ridurre temporaneamente l’orario lavorativo dei dipendenti o sospendere del tutto l’attività garantendo il sostegno al reddito fornito dallo Stato per le ore non lavorate. I lavoratori autonomi beneficeranno di una sostituzione del reddito per l’emergenza in corso.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, ricorda che «dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per preservare i posti di lavoro e i mezzi di sussistenza. Oggi compiamo un importante passo avanti in questo senso: sono passati appena 4 mesi da quando ho proposto la creazione dello strumento e ora la Commissione propone di stanziare 81,4 miliardi di € nel quadro di SURE per contribuire a proteggere i posti di lavoro e i lavoratori colpiti dalla pandemia di coronavirus in tutta l’UE. SURE è un chiaro simbolo di solidarietà dinanzi a una crisi senza precedenti. L’Europa si impegna a proteggere i cittadini».
Secondo Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia, «i regimi di riduzione dell’orario lavorativo sono stati fondamentali nell’attenuare l’impatto della pandemia di COVID-19 sull’occupazione. SURE rappresenta il contributo dell’Unione europea a queste essenziali reti di sicurezza e contribuirà a proteggere i lavoratori dalla disoccupazione e a preservare i posti di lavoro e le competenze di cui avremo bisogno durante la fase di ripresa delle nostre economie. La massiccia domanda proveniente dai nostri Stati membri conferma l’enorme importanza di questo strumento».
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, che si occupa di un’economia al servizio delle persone, accoglie «con soddisfazione il forte interesse manifestato dagli Stati membri ad accedere ai finanziamenti a basso costo disponibili nel quadro di SURE per sostenere regimi di riduzione dell’orario lavorativo e misure analoghe, e auspichiamo un processo decisionale rapido per cominciare a erogare i prestiti».