Una strategia europea per il lavoro dignitoso
La Commissione europea ha presentato una comunicazione sul lavoro dignitoso in tutto il mondo nella quale ribadisce l’impegno dell’Unione europea (UE) a favore di un lavoro dignitoso sia all’interno dei nostri confini che nel resto del mondo, ponendo quale fulcro dell’impegno l’eliminazione del lavoro minorile e del lavoro forzato.
Infatti, secondo i dati più recenti, 160 milioni di bambini, uno su dieci a livello mondiale, sono vittime del lavoro minorile e 25 milioni di persone si trovano in una situazione di lavoro forzato. Negli ultimi decenni il numero di minori vittime del lavoro minorile è diminuito significativamente a livello mondiale (passando da 245,5 milioni nel 2000 a 151,6 milioni nel 2016). Tuttavia il numero di minori costretti a lavorare è aumentato di oltre 8 milioni tra il 2016 e il 2020, invertendo la precedente tendenza positiva. Allo stesso tempo, la pandemia mondiale di COVID-19 e le trasformazioni nel mondo del lavoro, indotte anche dai progressi tecnologici, dalla crisi climatica, dai cambiamenti demografici e dalla globalizzazione, possono avere ripercussioni sulle norme del lavoro e sulla protezione dei lavoratori.
Ecco che l’UE è impegnata a promuovere il lavoro dignitoso in tutti i settori e ambiti strategici in linea con un approccio globale rivolto ai lavoratori nei mercati nazionali, nei paesi al di fuori dell’UE e lungo le catene di approvvigionamento globali. Il piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali ha annunciato una comunicazione sul lavoro dignitoso in tutto il mondo con cui avrebbe fornito una sintesi completa degli strumenti dell’UE e un programma generale per una strategia dell’UE volta a portare avanti la dimensione sociale nella propria azione internazionale. Ora, la comunicazione della Commissione europea sul lavoro dignitoso definisce le politiche interne ed esterne dell’UE per realizzare l’obiettivo del lavoro dignitoso in tutto il mondo, ponendolo al centro di una ripresa inclusiva, sostenibile e resiliente dalla pandemia.
Nell’ambito di questo approccio globale, la Commissione europea sta preparando un nuovo strumento legislativo per bandire in modo effettivo i prodotti ottenuti con il lavoro forzato dal mercato dell’UE, come annunciato dal Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2021, nel quale ha sottolineato che l’attività imprenditoriale nel mondo e il commercio globale non devono andare «mai a scapito della dignità e della libertà delle persone» e che «i diritti umani non sono in vendita». Tale strumento riguarderà i beni prodotti all’interno e all’esterno dell’UE, combinando un divieto con un solido quadro di applicazione delle norme, che si baserà sulle norme internazionali e integrerà le attuali iniziative dell’UE, in particolare gli obblighi in materia di dovere di diligenza e trasparenza.
In tale contesto l’UE è determinata a portare avanti il suo attuale impegno e a consolidare ulteriormente il suo ruolo di leader responsabile nel mondo del lavoro, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e sviluppandoli ulteriormente. Del resto, i consumatori chiedono sempre più beni prodotti in modo sostenibile ed equo, che garantiscano un lavoro dignitoso a coloro che li producono. Come si evince dai dibattiti nell’ambito della Conferenza sul futuro dell’Europa, i cittadini europei si aspettano che l’UE assuma un ruolo guida nella promozione degli standard più elevati in tutto il mondo.
L’UE rafforzerà le sue azioni basandosi sui quattro elementi del concetto universale del lavoro dignitoso sviluppato dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e integrato negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (ONU). Tali elementi sono: la promozione dell’occupazione, le norme e i diritti sul lavoro (tra cui l’eliminazione del lavoro forzato e del lavoro minorile), la protezione sociale e il dialogo sociale. La comunicazione illustra gli strumenti dell’UE attuali e futuri in quattro settori.
Quello delle politiche e iniziative dell’UE con una portata che va oltre l’Unione: le politiche dell’UE che stabiliscono norme all’avanguardia a livello mondiale in materia di responsabilità e trasparenza delle imprese, come la proposta di direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità e l’imminente proposta legislativa sul lavoro forzato; gli orientamenti e le disposizioni giuridiche dell’UE in materia di appalti pubblici socialmente sostenibili, che aiuteranno il settore pubblico a dare l’esempio; le politiche settoriali dell’UE, ad esempio in materia di prodotti alimentari, minerali e tessili, che favoriranno il rispetto delle norme internazionali del lavoro.
Il settore delle relazioni regionali e bilaterali dell’UE: la politica commerciale dell’UE, che promuove le norme internazionali del lavoro; il rispetto dei diritti dei lavoratori nei paesi terzi, che costituisce una parte essenziale delle politiche dell’UE in materia di diritti umani; le politiche di allargamento e di vicinato dell’UE, che promuovono il lavoro dignitoso nei paesi vicini.
Il settore dell’UE nei consessi internazionali e multilaterali: il sostegno dell’UE all’attuazione degli strumenti delle Nazioni Unite sul lavoro dignitoso e il contributo attivo dell’UE alla definizione di norme del lavoro tramite l’OIL; il sostegno dell’UE alla riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) al fine di integrare la dimensione sociale della globalizzazione; la collaborazione dell’UE con altre potenze economiche mondiali per la promozione del lavoro dignitoso nell’ambito del G20 e del G7.
Infine il settore della cooperazione con i portatori di interessi e nell’ambito di partenariati globali: il sostegno dell’UE alle parti sociali per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori nelle catene di approvvigionamento; la cooperazione dell’UE con i soggetti della società civile al fine di promuovere ambienti sicuri e favorevoli per la società civile; il sostegno dell’UE ai partenariati globali e alle iniziative multilaterali in materia di lavoro dignitoso, in settori quali la salute e la sicurezza sul lavoro.
Ursula von der Leyen sottolinea che «l’Europa invia un messaggio chiaro: l’attività imprenditoriale non deve mai andare a scapito della dignità e della libertà delle persone», mentre vuole evitare che «i prodotti che i lavoratori sono costretti a fabbricare siano messi in vendita nei negozi europei». Ecco perché «bandire tutti i prodotti ottenuti con il lavoro forzato».
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega a un’economia al servizio delle persone, ricorda che «l’economia dell’UE è collegata a milioni di lavoratori in tutto il mondo attraverso catene di approvvigionamento globali». Del resto, «il lavoro dignitoso è nell’interesse dei lavoratori, delle imprese e dei consumatori in tutto il mondo: tutti hanno diritto a condizioni eque e adeguate». Per questo, «non è concepibile una riduzione delle norme di base del lavoro per ottenere un vantaggio competitivo», laddove l’UE continuerà a «promuovere norme sul lavoro dignitose in tutto il mondo, e a garantire che il dialogo sociale assuma un ruolo chiave nei nostri sforzi per una ripresa equa e forte».
Nicolas Schmit, Commissario europeo con delega al Lavoro e i diritti sociali, ritiene che «il lavoro dignitoso è la base di una vita dignitosa», mentre molti lavoratori in tutto il mondo vedono ancora i loro diritti lavorativi e sociali minacciati quotidianamente». Ecco che «l’UE continuerà a svolgere un ruolo guida nel promuovere un lavoro dignitoso che metta al centro le persone, garantendo il rispetto dei loro diritti e della loro dignità».