Riforma fiscale, la denuncia di De Palo: famiglie discriminate
«Abbiamo letto tutta la legge delega sulla riforma fiscale e una domanda sorge spontanea: ma la famiglia? È infarcita di paragrafi dettati per salvaguardare gli interessi di microlobbies, tipo gli istituiti professionali, che hanno un peso maggiore rispetto alle famiglie, mentre sul tema famiglia c’è solo un timido passaggio che parla esplicitamente di revisione dell’Irpef. Che fine ha fatto il quoziente familiare? Che fine ha fatto la progressività?». Nell’ultimo discorso da presidente del Forum nazionale delle Associazioni familiari, Gigi De Palo (da oggi sostituito nell’incarico dal neoeletto Adriano Bordignon) si rivolge al governo guidato dalla premier Giorgia Meloni chiedendo maggiore attenzione alle esigenze delle famiglie nella riforma fiscale.
Un’attenzione che del resto era stata assicurata – lo scorso gennaio – dall’onorevole Andrea De Bertoldi, deputato di Fratelli d’Italia – che aveva annunciato la volontà della maggioranza di Governo di tutelare la famiglia, anche dal punto di vista fiscale.
«Questo Governo – ha aggiunto De Palo – per la prima volta ha la possibilità di fare la storia, di varare una riforma fiscale che consideri la composizione familiare, l’auspicio è che non sprechi questa occasione». In Italia, ha sottolineato l’ex presidente del Forum, lo abbiamo detto più volte, c’è una discriminazione fiscale delle famiglie. Accanto all’assegno unico occorre pensare una nuova politica fiscale che abbia al centro e riconosca il ruolo determinante della famiglia, prendendo in considerazione anzitutto una variabile fondamentale come la numerosità del nucleo familiare. Al Governo dico: non ascoltate solo i sindacati. Le parti sociali non si limitano ai sindacati. Il Paese è un filino più complesso di quello che era negli anni Sessanta. Oggi ci sono sì lavoratori dipendenti, ma anche partite Iva, disoccupati, lavoratori atipici, pensionati… e nelle loro grandi differenze tutte queste categorie hanno un unico denominatore: vengono da una famiglia. Se aiutiamo le famiglie, aiutiamo automaticamente tutti i lavoratori».
Se non si riuscirà a fare il quoziente familiare, De Palo chiede allora di rispolverare «il Fattore Famiglia che può essere la giusta mediazione, ma non possiamo permetterci di disattendere ancora una volta l’articolo 53 della Costituzione italiana che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato su criteri di progressività”. E non si tratta di regalie, di agevolazioni, di aiuti. Le famiglie non vogliono mancette. Le famiglie vogliono giustizia».
L’attenzione dell’ex presidente del Forum Famiglie è sulla denatalità. «La cosa più triste – sottolinea De Palo – è che secondo tutte le indagini oltre l’80% dei giovani vorrebbe due o più figli. Stessa cosa le donne: l’87,4% vuole due o più figli, eppure in Italia il tasso di fertilità è di 1,24. Dobbiamo colmare quello 0,76 desiderato, ma che rimane tale. Non è mai una buona cosa quando un Paese costringe i suoi figli e le sue donne ad abbassare il livello dei loro sogni». Cosa fare allora? «Tutti insieme diamoci un obiettivo concreto, realizzabile, verificabile: 500 mila nuovi nati annui da raggiungere entro il 2033».
Nonostante la scarsità di risorse e di tempi, il Governo – ha ribattutto la ministra Eugenia Maria Roccella, ospite dell’Assemblea del Forum nazionale delle Associazioni familiari – ha «investito in varie forme 1,5 miliardi sulla famiglia e a mia memoria non ricordo molte leggi di Bilancio in cui si è investito così tanto sulla famiglia. Lo abbiamo fatto per le famiglie numerose, che erano secondo noi le peggio trattate rispetto all’assegno unico. Assegno unico che abbiamo mantenuto e implementato dove possibile e che difenderemo», visto che su questo strumento pende un procedimento di infrazione dell’Unione europea.
«Vorrei rassicurare il Forum, De Palo e il prossimo presidente: nella delega fiscale abbiamo messo, in realtà, la famiglia e la natalità al primo posto dei principi cardine: è un’attenzione fondamentale che abbiamo posto e abbiamo già inserito elementi del Fattore famiglia in altri provvedimenti e certamente lo faremo armonizzando la riforma fiscale con l’assegno unico e altre misure a favore della famiglia».
«La famiglia – ha aggiunto la ministra Roccella – è centrale prima di tutto per la presidente del Consiglio. Noi vogliamo allargare lo sguardo a tutte le famiglie possibili, non siamo qui per escludere. Il problema centrale è quello della denatalità: se abbiamo famiglie senza figli, la stessa famiglia perde il senso, il cuore della sua missione più importante, di aprire lo sguardo al futuro». Per la ministra Roccella «bisogna alimentare tutti insieme una diversa cultura della comunità, dello stare insieme, del futuro, della vita. Una cultura aperta all’accoglienza della vita».
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