Ricordando Chinnici, ideatore del Pool antimafia
C’è un filo, nemmeno troppo sottile, che lega la date del 23 maggio e del 19 luglio del 1992 – quelle delle stragi mafiose in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino – con quella del 29 luglio del 1983. Quel giorno, sempre a Palermo, alle 8 del mattino, venne assassinato il magistrato Rocco Chinnici. Stava uscendo di casa per andare al lavoro, ma 75 kg di tritolo esplosero da una Fiat 126 verde parcheggiata vicino al suo portone, e lo fecero saltare in aria insieme ai due carabinieri della scorta, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e al portiere del palazzo, Stefano Li Sacchi.
Il filo che lega queste date tragiche nasce dal fatto che Rocco Chinnici fu l’ideatore del pool Antimafia, e volle nel suo gruppo di lavoro gli allora giovani Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, i quali trovarono in quell’uomo straordinario e coraggioso un maestro, una guida per iniziare un’opera che sarebbe terminata anni dopo, ma che speriamo, in qualche modo, non terminerà mai.
Per capire la grandezza di Rocco Chinnici, ci viene, come spesso accade, incontro il cinema, ma ancora di più, stavolta, la tanto criticata televisione. Se nel realismo magico di La mafia uccide solo d’estate (il film di Pif del 2013) il magistrato diventa una specie di consulente sentimentale del bambino protagonista, mantenendo i segreti del ragazzino e con questi tutto il rigore, l’autorevolezza, ma anche la dolcezza e l’umanità che furono di Chinnici, lo scorso anno, partendo dal libro di una figlia del giudice, Caterina Chinnici, anche lei magistrato, la Rai ha realizzato un bel ritratto del grande difensore della giustizia caduto sotto i colpi della mafia.
Il film è andato in onda su Rai Uno il 23 gennaio 2018 (ma ancora è disponibile su Rai replay) e costruisce un ritratto completo di Chinnici, da quello privato, di padre affettuoso e molto protettivo, di marito attento e premuroso, a quello di profondo servitore dello Stato, di lottatore contro il male nonostante le minacce, la paura, la perdita di colleghi e amici cari come Cesare Terranova e Gaetano Costa, anche loro assassinati da cosa nostra.
Il film si intitola Rocco Chinnici – È così lieve il tuo bacio sulla fronte, proprio perché questo è il titolo del bel libro della figlia Caterina. Grazie anche ad un’attenta interpretazione di Sergio Castellitto, il personaggio viene restituito nel film tv in tutta la sua forza, con frasi come questa, riferita al concetto di omertà: “Non cedete alla sopraffazione, alzate la testa, rendete la vostra vita formidabile“, dice Chinnici agli studenti di una scuola, ribadendo la sua attenzione per i giovani: indispensabili, fondamentali, per il futuro.
Secondo Rocco Chinnici, i mestieri migliori cominciano tutti e tre con la “m” e sono il medico, il maestro e il magistrato. Tre mestieri al servizio del prossimo, tutti e tre fatti per salvare la vita. Lo dice in uno dei tanti passaggi interessanti di questo film che offre il suo valido contributo per mantenere viva la memoria su alcuni grandi uomini del nostro Paese, esempi da tenere a mente e nel cuore tutti i giorni, perché può darsi che siano cambiati i protagonisti, ma il male e l’ingiustizia sono sempre lì e guai a non avere uomini da cui trarre una lezione in ogni istante.