Quaderni giapponesi

Esempio altissimo della letteratura a fumetti da parte dell'italiano Igor Tuveri, capace di dipingere un ritratto preciso anche dei principi di vita seguiti in Giappone

Igor Tuveri, in arte semplicemente Igort, è uno scrittore, fumettista e musicista attivo fin dalla fine degli anni settanta.

 

Nato a Cagliari nel 1958, ha vissuto a lungo in Giappone, a Napoli, a Parigi, per far poi ritorno in Sardegna; nel 2000 ha fondato la casa editrice Coconino Press che negli ultimi anni si è distinta come punto di riferimento per la divulgazione in Italia di fumetti esteri così come della valorizzazione di talenti italiani quali Manuele Fior, Gipi e molti altri,

 

L’anno appena trascorso, se non il suo più intenso professionalmente, sarà sicuramente quello durante il quale ha avuto il maggior numero di riscontri tangibili positivi al suo lavoro.

I suoi lavori a fumetti (Baobab, 5 è il numero perfetto, Sinatra, etc) lo avevano reso famoso ed apprezzato anche all’estero ma nell’ultimo lustro la sua attività professionale aveva preso una direzione abbastanza nuova e precisa. Nel 2010, 2011 e 2012 pubblica tre volumi frutto di una serie di viaggi in Russia, Ucraina e Siberia: Quaderni Ucraini e Quaderni russi con la Mondadori e Pagine Nomadi, storie non ufficiali dell’Unione Sovietica con la Coconino, graphic novel che si inseriscono nel filone del graphic journalism, seguendo la scia di autori quali Joe Sacco o Dan Archer aggiungendo, di suo, una duttilità e perizia grafica ed una trasparente humana pietas. Viaggi che ne hanno segnato la vita professionale e non solo.

 

Il libro Quaderni giapponesi segue queste tre opere sul finire del 2015 e ne riprende la volontà di raccontare vicende in prima persona, questa volta però legate solo a esperienze di vita dell’autore e non a tragiche situazioni sociali come in precedenza. Nel 1994, in una unica quanto irripetibile occasione lavorativa per la casa editrice Kodansha, Igort ha vissuto in Giappone per un periodo di tempo e il libro racconta quanto ha fatto e visto durante quel soggiorno. I molti anni passati, il livello di maturità umana e professionale raggiunto, l’approfondire, negli anni successivi, lo studio di autori e personaggi storici giapponesi fanno sì che Igort condensi in questo volume una profonda riflessione culturale su una galassia molto distante non solo geograficamente dalla nostra realtà.

Utilizzando tecniche di disegno e illustrazione le più diverse tra loro l’autore ci consegna un albo di rara perizia grafica allo stesso tempo eterogenea a coerente.

 

Il libro gli ha permesso di raccogliere, nel 2016, tre importantissimi premi. Ad aprile ha vinto il premio Micheluzzi come miglior disegnatore assegnato durante il COMICON a Napoli; a novembre, durante il LUCCA COMICS AND GAMES, gli è stato assegnato il premio Gran Guinigi come migliore autore unico. Di seguito il Premio Napoli per essere “uno dei più significativi comunicatori della cultura italiana al di fuori dei nostri confini.”

Seguirà a Quaderni giapponesi il romanzo My generation per i tipi di Chiarelettere, una autobiografia nella quale sono riversati tutti gli spunti artistici che hanno formato l’autore e la persona Igort e Gli assalti alle panetterie, per la Giulio Einaudi editore, nel quale l’autore illustra i testi di Haruki Murakami.

 

Quaderni giapponesi è un punto altissimo della letteratura a fumetti tout court e della carriera del suo autore e, pur partendo da avvenimenti strettamente collegati al lavoro di fumettista, va ben oltre e dipinge un ritratto preciso anche dei principi di vita seguiti in Giappone, Paese nel quale la sfera spirituale è importante e decisamente affascinante per un occidentale.

Il fumetto, medium versatile e sovente sottostimato, diventa quindi uno strumento attraverso il quale Igort racconta non meramente la sua esperienza lavorativa in Giappone ma anche come la spiritualità, quel farsi tutto con la natura, la differente cultura abbiano fatto breccia nell’animo dell’autore: “In Giappone sembravo ritrovare me stesso, quell’arcipelago parlava all’isola della mia anima”.

Non è la prima né sarà infatti l’ultima volta che dalle pagine disegnate di una graphic novel si potrà prendere spunto per riflettere sulla spiritualità in generale o sulle religioni: a volo d’uccello, in una ideale e recente libreria, sarebbe interessante inserire alcuni volumi di facile reperibilità e di enorme qualità, anche grafica.

Partendo magari dal Krishna – Un viaggio interiore di Abhishek Singh, edito in Italia dalla Bao Publishing, frutto di quattro anni di lavoro e in grado di portare il lettore, nelle sue quasi 300 tavole, in contesti decisamente lontani dalla nostra cultura e spiritualità.

Per arrivare magari a due libri decisamente singolari che dimostrano come l’attenzione degli autori trascende dalle loro (se esistenti) convinzioni religiose: sono i casi di due opere che in comune hanno solo l’oggetto della rappresentazione e il fatto che l’autore non sia cattolico né ebreo. Il primo è Il libro della Genesi di Robert Crumb, edito da Mondadori, nel quale l’autore statunitense tratteggia con un lavoro di documentazione poderoso tutti e cinquanta i capitoli della Genesi, in un’opera realizzata in quattro anni in grado di fornirci un dipinto dettagliato e preciso dell’antico racconto. Il secondo è il cartonato edito dalla Magic Press, dal titolo Illustrazioni da La Bibbia, che raccoglie le illustrazioni del fumettista britannico Simon Bisley: un volume di una potenza grafica enorme nel quale l’autore rende la potenza (e spesso la violenza) del racconto biblico con grande maestria.

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