Manhattan, l’attentato visto dal mondo
Gli Stati Uniti si sono riscoperti fragili, dopo l’attentato del 31 ottobre, nel quale Sayfullo Saipov, un uzbeco giunto nel paese nel 2010, ha investito con un furgone decine di persone che si trovavano su una pista ciclabile a Manhattan, uccidendone otto. Un incubo, secondo gli americani, che da tempo non subivano attentati terroristici e per i quali la sicurezza dei propri confini è una priorità assoluta, quasi un mito.
I principali media statunitensi danno ampio risalto all’accaduto, pubblicando notizie sulla vita dell’attentatore, diffondendo dettagli sul piano del terrorista, rilanciando video legati ai momenti dell’attentato e riprendendo i commenti della politica, di Donald Trump in primis.
The United States will be immediately implementing much tougher Extreme Vetting Procedures. The safety of our citizens comes first!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 2 novembre 2017
In particolare, il Washington Post rilancia le dichiarazioni del presidente americano che incolpa le fragili leggi sull’immigrazione di quanto accaduto, definendo una barzelletta il sistema giudiziario che ruota attorno ai sospettati, considerando piuttosto l’ipotesi di inviare il terrorista nella tristemente nota prigione militare di Guantanamo Bay, a Cuba. Invece, i democratici chiedono di non politicizzare l’accaduto.
Il New York Times si sofferma sulla pianificazione dell’attentato durata circa un anno, riferendo anche che Saipov avrebbe iniziato una vita senza radici negli Stati Uniti, finendo poi nella spirale della radicalizzazione islamica. Trump ha dichiarato che il terrorista merita pena di morte.
NYC terrorist was happy as he asked to hang ISIS flag in his hospital room. He killed 8 people, badly injured 12. SHOULD GET DEATH PENALTY!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 2 novembre 2017
Il Jordan Times riferisce che Saipov avrebbe seguito delle istruzioni predisposte dal Daesh, lo Stato Islamico anche noto come ISIS, che si trovano in Internet, mentre Al Arabyia presta meno attenzione all’attacco terroristico di New York, riportando però l’evocazione fatta da Trump alla pena di morte per l’attentatore e la sua affiliazione all’ISIS.
I media europei danno ampia copertura ai fatti di New York. In Gran Bretagna il Times evidenzia che il terrorista uzbeko si sarebbe radicalizzato negli Stati Uniti, mentre il Guardian riferisce della presenza di video di decapitazioni ed uccisioni dell’ISIS sul telefono cellulare di Saipov. In Francia Le Monde e Le Figaro, come in Germania il Frankfurter Allgemeine Zeitung ed in Spagna El País si soffermano sulla richiesta di Trump di applicare la pena di morte al sospetto terrorista e di fare una stretta sull’immigrazione, mentre El Mundo richiama la scioccante affermazione di Saipov: «Dobbiamo andare avanti».