Morra (M5S): una legge elettorale antidemocratica
Approvata alla Camera con ricorso alla fiducia, la legge elettorale ora passa all’esame del Senato. A Palazzo Madama il testo prima sarà esaminato dalla Commissione affari costituzionali. Il tutto si intreccerà con l’inizio della sessione di bilancio, il che farebbe slittare al mese di dicembre il voto finale.
Una volta approvato il testo anche al Senato, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della nuova legge il governo dovrà disegnare i collegi uninominali e plurinonimali di entrambe le Camere, previo parere delle Commissioni parlamentari.
Il processo dunque è ancora lungo e si prevede sarà accompagnato da polemiche infuocate. Sono già partiti i ricorsi alla Consulta per presunta incostituzionalità del Rosatellum. Ne abbiamo parlato col senatore Nicola Morra del Movimento 5stelle.
Cosa non vi piace del Rosatellum bis? La legge elettorale è stata pensata per consentire a chi è disposto a fare qualunque alleanza, di poter recitare da protagonista dopo il voto. Hanno fatto un ibrido tra sistema uninominale e maggioritario e sistema plurinominale e proporzionale, dato che non è previsto né lo scorporo né tantomeno il voto disgiunto, come avveniva nel Mattarellum. Di fatto si permette che il voto dato nel collegio uninominale, venga trasferito alla lista, seppur in parte proporzionale quando non è stata espressa anche nel plurinominale. Insomma, questo sistema avvantaggia le forze politiche della palude, quelle che son disposte a venir meno agli impegni assunti in campagna elettorale con il proprio elettorato.
Ci fa un esempio? Se fossi un elettore del centrodestra e sostenitore di Fratelli d’Italia, votando nel mio collegio uninominale Fratelli d’Italia, implicitamente voterei in quota parte anche per la Lega e per Forza Italia. Se poi – come è già avvenuto in questa legislatura – Forza Italia ritenesse giusto realizzare una coalizione di governo con il PD tradendo la mia intenzione di voto, perché io sarei un elettore della Meloni e quindi avverserei con tutte le mie forze una tale prospettiva, io comunque da elettore “me la prenderei in saccoccia”, come si dice a Roma.
Come ha sostenuto il costituzionalista Valerio Onida, il sistema di voto produce un’alterazione e manipolazione dell’intenzione di voto degli elettori. Come mai gli analisti non realizzano una simulazione di eletti in funzione delle percentuali che i sondaggi continuano a sfornare? Perché non è assolutamente prevedibile il numero dei seggi ottenuti, nemmeno in funzione delle percentuali di voto sul livello nazionale, perché tutto dipenderà dalla distribuzione del voto sul territorio. Sia del proprio voto sia di quello degli avversari.
Nel concreto cosa potrebbe succedere? Potrebbe accadere che con il 40% dei voti una coalizione possa ottenere sia il 50% degli eletti, che il 30% degli eletti. A fare la differenza sarà dove questo 40% vien preso e dove prenderanno i voti gli avversari di tale coalizione. Tutto è lasciato al caso. Le forze politiche che hanno meno disponibilità ad allearsi con chicchessia saranno quelle penalizzate. Per non parlare poi del problema delle preferenze, delle coalizioni, delle soglie di sbarramento. Ricordo che chi ha imposto questa legge elettorale ha accettato di fatto che possano entrare in Parlamento anche candidati espressione di forze politiche che avranno meno dell’1%, mentre, qualche anno fa, da questi stessi signori abbiamo sentito dire che per entrare in Parlamento bisognava superare il 4, 5, o addirittura l’8% come singola forza politica. C’è quindi una schizofrenia della politica a fronte di sondaggi che vogliono assecondare alcuni e colpire altri.
Come risponde ad Ettore Rosato, “padre” della nuova legge, che, con riferimento implicito al Movimento 5 Stelle, dice:«È comodo andare a protestare e dire tutti sono contro di noi. Pensano solo alle loro poltrone non agli interessi del Paese»? In realtà è esattamente il contrario, perché questa (assicurarsi le poltrone, ndr) è proprio la finalità con cui si è congegnata la legge elettorale. Lo stesso Maurizio Lupi, sottoscrittore dell’accordo, lo ha dichiarato alla stampa.
Come legge il comportamento della Lega Nord? La Lega verrà ad essere particolarmente beneficiata perché questa legge premia chi ha una forte concentrazione territoriale del proprio voto e sappiamo tutti che la Lega è forte in alcune zone del Paese ed è pressoché assente in tante altre. È un sostegno interessato, perché questa legge è fatta per chi ha la capacità di controllare i collegi uninominali maggioritari.
Leggete questo sostegno al Rosatellum come un tradimento della Lega? C’è un tradimento quando c’è stata in precedenza un’intesa, ma noi con la Lega non abbiamo nulla a che spartire, che sia chiaro.
Della cosiddetta norma “pro Verdini” che ne pensa? Non so se possa essere Verdini il beneficiario della norma, ieri la Santanché sosteneva che il vero beneficiario potrebbe essere Angelino Alfano. A me sembra irrazionale che all’improvviso, dopo che dal 2001 si è concesso il diritto di voto agli italiani all’estero, affinché loro mandassero a Roma dei loro rappresentanti, adesso si permetta a chi è residente in Italia di presentarsi altrove. Sono stati soprattutto senatori eletti dal Pd all’estero, vedi Michelini, a rimarcare questa irrazionalità.
Al Senato che succederà? C’è la possibilità di chiedere un’altra fiducia, ma difficilmente si potrà ottenere il voto segreto. In base al regolamento del Senato gli eventuali voti segreti sono ammissibili se ineriscono diritti delle minoranze linguistiche e sarà straordinariamente difficile costruire emendamenti che vengano ritenuti ammissibili dalla presidenza per esser poi sottoposti a voto segreto. Ed è giusto anche far sapere che noi né abbiamo chiesto né chiederemo il voto segreto, perché per noi ricorrere al voto segreto è una bassezza e una meschinità che questa classe politica impone al Parlamento perché dal nostro punto di vista un parlamentare deve dar conto dei suoi voti e pertanto deve sempre votare in maniera palese e manifesta.
Flavio Tosi, segretario di Fare, ha detto che questa legge elettorale è figlia del risultato del referendum sulla riforma costituzionale bocciata dai 5Stelle. Una riforma in base alla quale oggi «avremmo il Senato di fatto svuotato e con costi azzerati e la Camera eletta con un sistema fortemente maggioritario, dove i grillini avrebbero potuto arrivare al governo del Paese addirittura da soli. E allora, chi è causa del suo mal, pianga se stesso». Come risponde? A Tosi dico che il Movimento non fa ciò che è conveniente per sé ma ciò che è giusto per tutti. Pertanto l’Italicum, per quanto avesse una fortissima componente maggioritaria, era a nostro avviso una legge irricevibile perché antidemocratica. Poi c’è chi calpesta la democrazia pur di vincere ma sono fatti suoi. Per noi la democrazia è ben altro.
Tra l’altro anche il Rosatellum bis potrebbe avere profili di incostituzionalità… Questo lo deciderà la Corte costituzionale. Che io sappia, stanno partendo dei ricorsi perché l’avvocato Besostri ed altri, che già in passato si sono adoperati in tal campo, stanno già lavorando, e poi verificheremo. Certo, è vergognoso che si debba andare a votare sapendo che la legge con cui si vota probabilmente potrebbe essere cassata a distanza di qualche mese. Noi siamo figli del Porcellum, abbiamo avuto un governo che ha messo la fiducia sull’Italicum venendo poi smentito dalla Consulta che lo ha giudicato incostituzionale, e per l’ennesima volta chi guidava quel governo ha preteso e imposto che il Parlamento venisse svergognato con una ulteriore richiesta di fiducia. Dopo che lo stesso presidente del Consiglio Gentiloni aveva assicurato che mai e poi mai il governo sarebbe entrato in materia di tipica spettanza parlamentare.
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