Mondiali in Qatar, cominciano le semifinali
Chiusi anche i quarti di finale, volgono al termine i Mondiali del Qatar 2022, il cui gran finale avrà inizio con le semifinali. Tra le 8 squadre qualificate ai quarti, ora dimezzatesi, non sono mancati colpi di scena e momenti che la storia immortalerà. Di fatto, a passare il turno sono le sfidanti Argentina-Croazia e Francia-Marocco, che incroceranno parastinchi e abilità rispettivamente il 13 ed il 14 dicembre dalle 20. Ma focalizziamoci su qualche spunto di rilievo.
Partiamo dall’Argentina di Leo Messi, qualificata dopo aver sconfitto ai rigori un’Olanda determinata a tutto per passare il turno al termine di un match teso e vibrante. Anche questa volta, dopo una partita piena di ammonizioni e scontri tra i calciatori, l’esito è arrivato solo alla lotteria dei rigori. A restare impressa nella memoria, nonostante questo sia con molte probabilità il suo ultimo mondiale, la prestazione di Messi, ancora trascinatore della propria squadra in vista di quello che sarebbe il suggello al proprio mitico palmares: la vittoria di un mondiale. La “pulce” ha palesato ancora la propria decisiva classe attraverso un fantastico assist per il gol di Molina ed un gol su calcio di rigore. La sua Argentina torna dunque a giocare una semifinale mondiale dopo l’ultima datata Brasile 2014, quando sfidò la nazionale olandese e vinse ancora una volta ai rigori, arrivando alla finale persa poi contro la Germania.
Questa volta, la squadra allenata da Lionel Scaloni dovrà affrontare una delle più belle sorprese, la Croazia. Forse neanche troppo, sorprendente, per gli addetti ai lavori, visto il suo presentarsi alla rassegna da vicecampione del mondo. Forse si fa fatica a realizzare come un paese di 4 milioni di abitanti, ossia un milione in meno della Sicilia, possa presentarsi ancora al mondo del calcio come almeno tra le prime quattro. Partita ovviamente sfavorita nel match contro il Brasile, ha interrotto l’entusiasmante cavalcata della squadra di Tite con una grande prestazione, non fosse altro per la forza caratteriale. Dopo il bellissimo gol di Neymar alla fine del primo tempo supplementare, con il quale il numero 10 raggiunge quota 77 gol in nazionale eguagliando Pelè, i croati non si sono fatti sovrastare dal nervosismo e dallo sconforto: in 10 minuti, nella ripresa, sono riusciti a recuperare lo svantaggio con una rete firmata dall’ex calcio Catania Bruno Petkovic, seppure rocambolesca per una galeotta deviazione del difensore brasiliano Marquinhos.
Evidente tuttavia la grande qualità forte di un’altra super prestazione del portiere Livakovic, “saracinesca” in grado di stoppare anche ai rigori i brasiliani. A svettare per tecnica, qualità e carattere però è ancora una volta il fuoriclasse capitano Luka Modric, pallone d’oro 2018. Al di là di una partita leggendaria sul piano del palleggio a 37 anni e nonostante l’euforia per l’inatteso passaggio del turno, a fine gara è stato l’unico giocatore ad andare a consolare i rivali brasiliani anziché fare festa subito. In particolar modo si è rivolto verso il compagno di squadra al Real Madrid, il classe 2001 Rodrygo, abbracciandolo: “Andiamo, eh? Sii forte: non è successo nulla. Sei molto più forte di questo. Tutti commettono errori, diventerai più forte. Ti voglio bene, coraggio”. Esemplare. Più di tutti.
Certamente però è ancora più sorprendente la cavalcata trionfale del Marocco, che sancisce per la prima volta nella storia dei mondiali il passaggio di una squadra africana alle semifinali. La squadra di Regragui è la palese dimostrazione di come il lavoro di squadra possa portare risultati insperati, al di là di pochi grandi nomi. Il percorso dei maghrebini è stato d’altra parte netto e convincente sul campo: qualificata al primo posto nel girone non perdendo neanche una partita, pareggiando con la citata Croazia e vincendo contro il Belgio (secondo nel ranking FIFA) ed il Canada, prima di eliminare ai rigori altre due formazioni quotate come Spagna e Portogallo. Ha subito solo un gol, per di più solo un’autorete rocambolesca, in 5 gare e, se vista dall’alto, impressiona per la sua capacità di difendere per tutti i 90 minuti ed oltre in soli 20 metri con gli undici effettivi, chiudendo pressoché ogni varco agli avversari. Da manuale della fase difensiva. Al di là dell’ennesima impresa ai calci di rigore, contro il Portogallo di un ammutolito Cristiano Ronaldo, hanno impressionato il dinamismo e la qualità di alcuni giocatori meno noti alle cronache mondane d’Europa, come il bomber El Nesyri, volato a quasi 2 metri e 80 per insaccare di testa, e il trequartista esterno Boufal, distintosi per un commovente ballo con la madre a fine gara in mondovisione oltreché per una capacità di dribbling di altissimo livello.
Per i sorprendenti nordafricani, sospinti sulle ali della speranza ora da tutto il mondo arabo, dall’Africa sportiva e da chi crede nelle favole del calcio che non di rado si realizzano, arriva però la prova del 9: di fronte arriverà la grande Francia di coach Didier Deschamps. Dopo la difficile vittoria contro l’Inghilterra, in una partita più che equilibrata tra due grandissime formazioni, “les bleus” passano il turno forti della prorompente velocità della stella Mbappè, che ha offuscato le pesanti assenze di campioni come Benzema, Pogba, Kanté e Maignan, solo per citare i più noti.
Ad oggi, i quattro attaccanti costantemente in campo insieme, Mbappé, Griezmann, Dembelè e Giroud, hanno sempre scardinato le difese avversarie: in questo senso, sarà una sfida tattica nella sfida. Il bomber del Milan, Giroud, in particolare, si è dimostrato un clamoroso asso nella manica nonostante i suoi 36 anni, segnando 4 gol e posizionandosi al secondo posto nella classifica dei marcatori di questo mondiale a parimerito con Messi, secondo solo al compagno Kylian Mbappé, forte di ben 5 reti. Con quattro squadre così, lo spettacolo, almeno quello del campo, è assicurato.
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