Memorandum Italia Libia e diritti umani

Le 32 associazioni del Tavolo Asilo chiedono a Draghi di interrompere il finanziamento della Guardia costiera libica e di cancellare gli accordi del 2017 con Tripoli
Italia Libia AP Photo/Santi Palacios

Disdire il memorandum Italia Libia del 2017 e cessare ogni finanziamento della guardia costiera libica. Sono queste le richieste avanzate dalle organizzazioni del Tavolo Asilo in una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi. È prossimo, infatti, il voto, previsto per il prossimo 15 luglio alla Camera, che autorizzerà il rinnovo dei finanziamenti alle missioni internazionali dell’Italia.

Un piano che racchiude anche il controverso rapporto di finanziamento e addestramento, da parte dell’Italia, della Guardia costiera di Tripoli, accusata dalle associazioni umanitarie di essere responsabile di gravi violazioni dei diritti umani consumate a carico dei migranti. «Non è possibile» – è scritto nella lettera illustrata il 7 luglio durante una conferenza stampa presso il Senato, «continuare a sostenere con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza, fino alla strage, per arricchirsi alle spalle di migliaia di innocenti. Uomini, donne, bambini, bambine e adolescenti, spesso soli, costretti a subire violenze inaudite e a vedere violati i loro diritti fondamentali di esseri umani».

Risale, ad esempio, allo scorso 30 giugno, la notizia, documentata dall’ong Sea Watch, di un intervento armato dei libici contro un barcone di migranti che si trovava in acque internazionali a 45 miglia da Lampedusa.

Le associazioni ricordano i ricorrenti interventi dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite, l’italiano Filippo Grandi, per ribadire che «la Libia non può essere annoverata tra i Paesi sicuri, mancando le condizioni per il rispetto dei diritti umani e del diritto d’asilo».

Le 32 associazioni del Tavolo sono numerose e tali da rappresentare diverse espressioni della società civile. Dalla Fondazione Migrantes della Chiesa cattolica ad Emergency, ma il riscontro dei parlamentari è molto basso. Qualche ex 5stelle come Gregorio De Falco, già ufficiale della Marina Militare, e pochi parlamentari tra radicali, Leu e un dem.

Bisogna riconoscere che, in Italia, l’attenzione sulla questione dei diritti dei migranti si è molto attenuata, anche a livello mediatico, dal tempo in cui Matteo Salvini ricopriva il ruolo di Ministro degli Interni durante il primo governo Conte. Solo Avvenire continua a dare adeguato spazio ad una vicenda politica che prende di mira l’accordo concluso dall’Italia nel 2017 dal governo guidato da Paolo Gentiloni, ora commissario Ue all’economia, sotto l’impulso decisivo dell’allora ministro degli Interni Marco Minniti. L’esponente dem ora è alla guida della Fondazione Med Or promossa da Leonardo Spa con attenzione al quadrante del Mediterraneo allargato.

Dal lato completamente opposto, l’analista geopolitico Gianadrea Gaiani, già consulente del ministro Salvini, invita a riconoscere la legittimità e «la crescente efficienza delle forze navali libiche addestrate soprattutto dall’Italia ma anche, da alcuni mesi, dalla Marina turca».  A parere di Gaiani, che stigmatizza la “retorica immigrazionista”,   «avvicinamenti, abbordaggi e fuoco a prua rientrano tra le misure intimidatorie adottate in tutto il mondo contro imbarcazioni pirata o fuorilegge». Secondo i dati in possesso del direttore di Analisi Difesa, «quasi 15mila migranti illegali sono stati intercettati dalla Guardia costiera di Tripoli e riportati sulle coste libiche dall’inizio dell’anno al 26 giugno».

Ma è proprio su questo intervento della guardia costiera libica, finanziata dall’Italia e dall’Ue, che si palesa il forte dissenso e la denuncia del Tavolo Asilo secondo cui «non è accettabile che si parli di “salvataggi dei naufraghi”, quando nelle sedi istituzionali europee e nazionali è ben noto che essere riportati in Libia significa essere condannati a violenze, torture e abusi di ogni tipo».

Oltre alle note inaccettabili violazioni dei diritti umani che si consumano nei Paesi di transito, si palesa in tutta la sua gravità la strage che si sta consumando nel Mediterraneo centrale con la stima per difetto di 886 morti in mare nel primo semestre 2021.

Su questa tragedia la Chiesa italiana ha indetto una giornata di preghiera per domenica 11 luglio, festa di San Benedetto patrono d’Europa, invitando «a non dimenticare quanti hanno perso la loro vita mentre cercavano di raggiungere le coste italiane ed europee».

L’appello lettera del Tavolo Asilo è stato reso noto, per una singolare coincidenza, all’indomani della scomparsa di Angelo Del Boca, autorevole storico che ha permesso, con le sue inchieste, di rendere note le colpe del colonialismo italiano nonostante i ricorrenti tentativi di rimozione in un Paese che, al contrario della Germania con il processo di Norimberga, non ha affrontato le sue responsabilità di fronte alle pagine nere della sua storia.

Porre la questione delle violenze contro le persone migranti rappresenta l’occasione per non chiudere gli occhi in questo inizio di secolo.

Qui il testo integrale della lettera a Mario Draghi

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