Migranti. L’Europa chiede agli Stati di intervenire

La Commissione europea, dopo la disputa tra Italia e Francia circa l’accoglienza di 231 migranti, sollecita una riunione urgente dei 27 Stati membri
Stati

La Ocean Viking, la ormai celebre nave rossa dell’organizzazione non governativa SOS Méditerranée, con a bordo 231 migranti soccorsi in mare, di cui 57 bambini, è nella base navale militare di Tolone, nel sud est della Francia, dove è approdata venerdì dopo essere stata respinta dall’Italia e dopo oltre 15 giorni di ricerche di un porto sicuro nel Mediterraneo. I migranti non sono al momento ammessi sul territorio francese, ma posti in una zona di attesa internazionale appositamente creata.

Il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, in una conferenza stampa svoltasi lo scorso giovedì, ha criticato aspramente l’Italia per essersi rifiutata di accogliere i migranti, definendo le sue azioni incomprensibili ed egoistiche, osservando che indubbiamente l’Ocean Viking si trovasse nella zona di ricerca e salvataggio dell’Italia, aggiungendo che ci saranno conseguenze estremamente forti sulle relazioni bilaterali tra Francia e Italia. La prima conseguenza è che la Francia non accoglierà più 3500 migranti provenienti dall’Italia, come precedentemente concordato in un apposito piano. Almeno per ora.

Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, ha risposto al collega francese osservando che la reazione della Francia alla richiesta di accogliere 231 migranti, mentre l’Italia ne ha accolti 90 mila solo quest’anno, è del tutto incomprensibile di fronte alle continue richieste di solidarietà. Il primo ministro italiano Giorgia Meloni, capo del governo italiano più di destra degli ultimi decenni, che ora sembra pronto a portare la controversia in cima all’agenda europea, ha etichettato come aggressiva la posizione francese.

Del resto, gli Stati membri dell’Ue hanno finora accolto 164 richiedenti asilo dall’Italia, su un totale degli 88 mila migranti che solo quest’anno hanno raggiunto le coste italiane, mentre i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite stimano il numero di migranti morti o scomparsi durante il tentativo di attraversare il Mediterraneo a 1.891 nel corso del 2022.

Alla fine, stando alle ultime notizie in arrivo da Tolone, una parte dei naufraghi resteranno in Francia, mentre due terzi dei migranti raccolti dall’Ocean Viking saranno ricollocati in 9 Stati europei, nel quadro del meccanismo europeo di solidarietà a cui l’Italia questa volta non partecipa. Per la precisione, i migranti saranno divisi tra Germania (che ne accoglierà 80), Lussemburgo, Bulgaria, Romania, Croazia, Lituania, Malta, Portogallo e Irlanda.

La disputa sorta tra Italia e Francia mette nuovamente in luce la questione della gestione dei flussi migratori da parte dell’Unione europea (Ue) e dei suoi Stati membri. La situazione cui stiamo assistendo nel Mediterraneo evidenzia ancora una volta l’urgente necessità di una politica basata su un approccio unico e coeso in materia di migrazione e asilo da parte dell’Ue e dei suoi Stati membri.

La Commissione europea ha chiesto una riunione urgente dei ministri degli Interni dei 27 Stati membri per affrontare la questione. Nel frattempo, la Commissione europea ha invitato a procedere immediatamente allo sbarco, nel più vicino porto sicuro, di tutte le persone soccorse che si trovano a bordo dell’Ocean Viking, osservando che la situazione a bordo della nave ha raggiunto un livello critico e deve essere affrontata con urgenza per evitare una tragedia umanitaria.

La Commissione europea enfatizza l’obbligo giuridico di salvare le persone in pericolo e di salvaguardare la vita umana in mare in modo chiaro e inequivocabile, indipendentemente dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in una situazione di pericolo. La Commissione europea ricorda anche il principio di leale cooperazione e invita gli Stati membri a collaborare per garantire una risposta comune, assegnando la massima importanza al preminente principio di sacralità della vita umana.

D’altronde, è importante fornire sostegno agli Stati membri che registrano regolari arrivi via mare. Sulla base del meccanismo di solidarietà concordato a livello europeo, è disponibile un numero significativo di posti per la ricollocazione per contribuire ad alleviare parte della pressione attraverso la ricollocazione in altri Stati membri. Infatti, il miglior modo per gestire il fenomeno della migrazione verso l’Europa è la collaborazione tra Stati membri per ottenere soluzioni comuni a livello europeo.

Del resto, il carattere specifico delle pratiche di ricerca e soccorso che si sono sviluppate nel Mediterraneo negli ultimi anni, richiede un quadro strutturale, affidabile e sostenibile, in linea con le competenze dell’Ue e con le norme internazionali. Per questo, nell’ambito del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, oltre a un solido meccanismo di solidarietà, la Commissione europea ha definito un percorso per una risposta comune in materia di ricerca e soccorso, quale elemento chiave della gestione europea integrata delle frontiere.

La Commissione europea darà nuovo impulso ai lavori per rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri in materia di attività di ricerca e soccorso. Convocherà quindi con urgenza gli Stati membri affinché si adoperino ulteriormente per trovare soluzioni comuni e si attende che tutti gli Stati membri partecipino in uno spirito di leale cooperazione, solidarietà e fiducia reciproca.

Poter disporre di un quadro adeguato e sostenibile per la gestione della migrazione a livello europeo, sotto forma del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, garantirebbe una soluzione strutturale a tali situazioni. La Commissione europea ha proposto tale sistema due anni fa e coglie l’occasione per rinnovare il suo invito agli Stati membri e al Parlamento europeo a portare avanti i lavori per la sua adozione.

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