L’eredità di Angelo Vassallo
Il testamento del primo cittadino di Pollica, ucciso domenica scorsa: difendere la propria terra dalle speculazione, essere vicini alla gente, lottare per la legalità
L’impegno profuso per difendere la sua terra dalle speculazioni, l’amore per l’ambiente, la vicinanza alla sua gente, la lotta senza quartiere alle illegalità: è questo ciò che lascia Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, ucciso da sette colpi di pistola nella sua auto, domenica scorsa.
Un testamento che riecheggerà, questa mattina, nelle parole del vescovo di Vallo della Lucania, Giuseppe Rocco Favale, che durante i funerali (trasmessi da Radio Rai 3) chiederà ai cilentani di amare la propria terra e di non svenderla. Ore 10.30 di venerdì 10 settembre, l’appuntamento è al porto di Acciaroli, bellissima frazione di questo comune salernitano. Davanti al mare (o nella chiesa dell’Annunziata in caso di pioggia), Pollica dirà addio al suo sindaco pescatore in maniera sobria, per salutare un uomo semplice, ma tenace.
Niente fiori, ha deciso la famiglia, ma opere di bene. Chi vuole, può contribuire al progetto Terra madre di Slow food a cui Vassallo stava lavorando, per la difesa e la promozione di produzioni alimentari ecosostenibili. Sono questi, si legge sul sito del Comune di Pollica, «i fiori che Angelo avrebbe voluto». Accanto alla moglie, ai figli, alla gente di Pollica, per l’ultimo saluto a Vassallo, ci saranno sindaci coi gonfaloni, esponenti politici e ministri, ma soprattutto tanti, tanti giovani che accorreranno per salutare quello che la sua gente ha ribattezzato “l’eroe del Cilento”.
Per tutti coloro che resteranno a casa, vale l’invito di Libera, l’associazione contro le mafie, a fermarsi un momento, alle 10.30, perché « così abbiamo imparato ad onorare la memoria delle vittime innocenti delle mafie. Alle 11 lo seppelliscono, ma non vogliamo che seppelliscano i suoi sogni». Sul fronte delle indagini, affidate alla Direzione distrettuale antimafia con l’ausilio dei carabinieri del Racis di Roma, del Ros e del Nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Salerno, la vicenda è complessa.
L’unica certezza, dopo l’autopsia, è che ad uccidere Vassallo sia stata una sola mano: sicura, esperta, che da mezzo metro di distanza, con una scarica di colpi, ha colpito gli organi vitali senza sprecare troppi proiettili. Il movente? Ancora da accertare, ma gli investigatori stanno analizzando appalti, denunce e strani movimenti, che portano al riciclaggio di denaro sporco, che fanno pensare ad un intreccio politico affaristico malavitoso con clan campani e cosche calabresi, interessate a dividersi e a spolpare nuovi e fertili territori. Sembra probabile che quello di Vassallo sia stato un omicidio organizzato per eliminare un amministratore scomodo e ammonirne molti altri.
Adesso, quindi, è prioritario continuare le sue battaglie per la legalità, per quella terra che voleva lasciare, sana e intatta alla sua gente. «Non dobbiamo sottostimare il ruolo della criminalità organizzata in alcuni degli Stati membri – ha dichiarato il Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek- dobbiamo essere uniti per estirpare questo male, in modo che la morte di Angelo Vassallo non sia stata vana».