L’Empoli di Sarri. Passione e disciplina del calcio
«Sono figlio di operai, ciò che percepisco basta e avanza: mi pagano per fare una cosa che avrei fatto la sera, dopo il lavoro e gratis. Siamo una categoria di privilegiati: non ci dobbiamo lamentare di nulla, anzi dovremmo ringraziare il cielo ogni giorno per il lavoro che facciamo». Parola di Maurizio Sarri, allenatore del F.C. Empoli, favola sportiva che dalla provincia fiorentina sfida bilanci e gonfaloni mediatici della Serie A italiana di calcio.
«Parliamo di uno dei migliori allenatori italiani a livello tattico: Sarri è maniacale nella gestione della linea difensiva, che con lui segue la palla e non l'uomo. Lo reputo un tecnico atipico, ma i risultati l'hanno sempre premiato. L'approccio e la preparazione alla partita è curata nei dettagli, consiglia i giocatori su tutti gli aspetti riguardanti gli avversari, tanto da averci fatto una tesi a Coverciano» ha rivelato lo scorso settembre a Panorama.it l’avvocato Marco Titi, che ne cura da vicino gli interessi legali.
Carattere schietto, senza fronzoli né velleità d’alto borgo, Maurizio Sarri, curriculum alla mano, è persona dal livello culturale superiore alla media per il mondo del calcio. Nato a Napoli il 10 gennaio 1959, non ama slogan o frasi fatte, preferisce scendere in campo sempre in tuta, anziché in giacca e cravatta come molti dei suoi colleghi. Tutto ciò che non riserva alla cura dell’immagine è dedicato all’insegnamento della “materia”: pressing alto, possesso palla, pochi tocchi e verticalizzazioni improvvise.
I suoi schemi non si contano: «vedo una squadra e penso a dove colpirla. In ritiro ne abbiamo studiato uno al giorno, al sabato ne scegliamo 4 o 5 ed ogni schema ha il nome di uno dello staff. Se gli avversari li imparano, cambio i nomi, più che gli schemi». Faticoso? «Faticoso è alzarsi alle 6 per andare in fabbrica. Qui serve solo armonia di movimenti e di tempi” sentenzia il mister cresciuto a Figline Val d’Arno, figlio degli operai Amerigo, nell’edilizia, e Clementina, in una ditta di cornici. “Non mi sento toscano: lo sono. Siamo schietti, polemici, ma veri"» sottolinea in proposito.
Partito dalla 2ª categoria, dopo una gavetta in crescendo di diciassette squadre in 20 anni, Sarri ha debuttato in A a 55 anni lo scorso settembre, con un calcio piacevole e l'entusiasmo di un ragazzino: «Mi occupavo per il Montepaschi di transazioni fra grandi istituti fino a una quindicina di anni fa. Ho lavorato a Londra, in Germania, Svizzera e Lussemburgo. Poi ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita ma l'esperienza in banca è un valore aggiunto: ho appreso il valore dell'organizzazione e della capacità decisionale» precisa Sarri, tornando a quando decise di lasciare un contratto da dirigente Mps per firmare in B con il Pescara.
Per un “professore” simile, dal contratto più basso tra i tecnici di Serie A con 250 mila euro l’anno (un decimo del collega Garcia della Roma), una degna isola felice: «a Empoli sappiamo che la crescita di un giovane passa anche dai suoi errori. Il pubblico ha sposato l'idea: nutre un feroce senso d'appartenenza per il vivaio. Altrove c'è il complesso dell'errore: sbagli una palla e non giochi più. Noi rischiamo la B ma lottiamo». La squadra non supera i 26 anni di età media, per un costo di stipendi annuale totale di 2.3 milioni di euro (il solo Daniele De Rossi alla Roma ne guadagna 6): Rugani, Tonelli, Hysaj, Verdi, Pucciarelli sono solo alcune delle sorprese del campionato dei toscani, per non parlare di Mirko Valdifiori, 28 anni di precisione e personalità tra i migliori centrocampisti di Serie A.
In pochi investono realmente sui giovani: il DS Carli è uno dei principali artefici dell'escalation di Sarri, con grandi risultati, come la stessa promozione in A dello scorso anno, cementati dalla fiducia del patron Corsi, che porta avanti la società grazie a plusvalenze e cessioni dei giovani gioielli maturati. Milan, Lazio, Napoli, Fiorentina e Inter sono in ordine tutte le grandi bloccate dall'Empoli nel corso di questo campionato, grazie a dedizione e qualità di gioco. Tanta passione, progetto a lungo termine impostato sulla crescita del settore giovanile, cura del dettaglio tecnico e pochi fronzoli. Davvero forza Empoli e grazie mister Sarri: questa è la Serie A che vorremo vedere.