L’attesa del partner

Che tempo è l’attesa e come può essere vissuto? Quali sono i vantaggi ed i limiti di alcuni modi tipici di vivere l’attesa del partner? In che modo l’ambiente di ieri e di oggi supporta o ostacola la capacità relazionale di un single?

Ci sono fasi nella vita che sembrano non terminare mai, per molti l’attesa del partner è una di queste. Molto dipende dalla forza con cui la persona vive il desiderio di avere un partner. Senza desiderio non possiamo parlare di un’attesa.

Essa è un tempo speciale di preparazione ad un incontro. È troppo spesso pensata come azione passiva di qualcosa che deve arrivare. In realtà è il tempo in cui ci si prepara ad essere la persona migliore possibile che il futuro partner possa incontrare. È dunque un tempo attivo, anzi attivissimo.

Le persone, in base a caratteristiche personali, circostanze della vita e del contesto in cui vivono, possono vivere in modo diverso l’attesa.

  • Alcune utilizzando questo tempo per vivere al meglio ogni cosa: il lavoro, le relazioni sociali, un hobby, la cura di se stessi, gli affetti familiari, i viaggi, lo sport.
  • Altre scegliendo di dedicarsi con grande dedizione a progetti o a settori specifici della loro vita.
  • Altre preoccupandosi del partner che non arriva, così da non avere più tempo né spazio per fare o parlare di altro.

Queste azioni possono essere intese come fasi che se sono rilette all’incontrario, dal basso verso l’alto, possono tracciare una sequenza di cambiamento per vivere al meglio questo tempo allenando le proprie capacità personali e relazionali.

 

Quali sono i limiti e i vantaggi di ciascun comportamento?

  • Quando una persona vive al meglio ogni aspetto della propria vita ha già raggiunto un buon equilibrio. Inoltre se la persona è naturalmente aperta agli incontri le occasioni per conoscere e farsi conoscere possono essere molteplici. L’attesa può essere vissuta con serenità perché al contempo ci si sta prendendo cura di sé. Limiti: esiste il rischio di accumulare esperienze senza generare una connessione tra se stesso e ciò che si fa e si vive.
  • Quando ci si dedica ad un obiettivo per lo più scelto tra le proprie passioni o tra le situazioni che la vita ha offerto, la persona può trovare in esso la soddisfazione di molti bisogni e ricevere da esso un grande senso di appagamento. Questo vantaggio può avere un duplice volto: essere sia personale sia sociale allorquando ci si dedica ad una causa. Il limite in questo caso può essere, se si vive l’attesa in modo faticoso, che il dedicarsi ad altro può diventare una via di fuga per non soffrire.
  • Quando si vive con la preoccupazione di “dover incontrare qualcuno” si innescano comportamenti di ipervigilanza che mirano alla ricerca costante di segnali preformati di interesse e vicinanza da parte di un generico Altro. I limiti sono l’idealizzazione e il conseguente rischio di attirare persone ambigue o manipolatrici.

 

L’ambiente sociale e la sua funzione

Fino a pochi decenni fa il tempo in cui ci si preparava alla conoscenza del partner era un tempo con valenza sociale, c’era sempre qualcuno pronto a dare consigli o istruzioni. Oggi invece è sempre più un tempo intimo e individuale che ciascuno cerca di gestire da se stesso e le occasioni di confronto con gli altri sono sempre meno frequenti.

Esiste una grande differenza tra i contesti sociali dove le relazioni familiari sono molto strette e quelli dove sono molto allargate. Nei primi capita ancora di sentire una qualche domanda: «Ma il fidanzato/la fidanzata ce l’hai già?» che dal genuino interesse può trasformarsi in taluni casi in una vera e propria pressione sociale. Nei secondi l’aspetto relazionale può divenire quasi un tabù, come se un’eventuale domanda a riguardo potesse essere inopportuna o generare turbamento.

In realtà la valenza sociale che questa forma di interesse parentale voleva da sempre avere, è di riportare la persona in un contatto intimo e veritiero con se stesso e con le scelte di vita che già sta operando o che vuole fare, per invitare cioè alla coerenza.

 

Come vivere bene l’attesa

Sono tanti gli aspetti di sé su cui ci si può concentrare per allenare le proprie capacità personali e relazionali. Eccone alcuni:

  • coltivare più aspetti di sé, cercando di raggiungere un equilibrio interno ed esterno;
  • fare sana autocritica riconoscendosi capacità, pregi e mancanze;
  • saper cogliere ed accogliere i rimandi costruttivi degli altri e saperne fare anche a loro;
  • curare gli aspetti relazionali sia nei gruppi sia con relazioni a “tu per tu” per allenare differenti capacità relazionali;
  • costruire relazioni profonde anche attraverso la condivisione di situazioni e vissuti;
  • essere disposti a perdere l’idea di come l’altro dovrebbe essere per poter essere disponibili a conoscere l’altro per come realmente è.

 

E in ogni caso ricordarsi di avere temperanza, fiducia e pazienza. A volte la persona che fa per voi, sta facendo dall’altra parte un analogo viaggio per essere pronto all’incontro. E questo cammino merita l’attesa.

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