La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi
Anna Vinci (a cura di) - Chiarelettere
Una vocazione politica maturata in fretta quella di Tina Anselmi. A 16 anni è costretta ad assistere all’impiccagione, per rappresaglia, di 43 giovani da parte dei nazisti in una strada della sua Bassano. Si rende conto che, anche dopo la fine della guerra, bisogna sempre mantenere «le condizioni della democrazia e della partecipazione», come si legge, senza alcuna retorica, nei suoi scritti sulla Resistenza vissuta in prima persona (Tra la città di Dio e la città dell’uomo). Passata dall’impegno sindacale, con i tessili e gli insegnanti, alla politica nella Dc, diventa, nel 1976, la prima donna ministro della Repubblica. Negli anni segnati da terrorismo e trame eversive è chiamata, dal 1981 al 1985, alla presidenza della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 che produrrà ben 120 volumi e una relazione finale da leggere, oggi, con molta attenzione.
Il libro curato da Anna Vinci riproduce, assieme a testimonianze dirette, il contenuto di oltre 700 appunti dell’Anselmi che sono “tracce” di lettura delle logiche del potere occulto («le P2 non nascono a caso, ma occupano spazi lasciati vuoti per insensibilità») e della capacità di resistenza civile e morale nella solitudine, inevitabile e decisiva, sperimentata da uomini e donne come quelli radicati nella cultura cattolica democratica e popolare. Non si spiega, altrimenti, l’opera di difesa della dignità dello Stato di fronte a un’organizzazione che annoverava ministri, politici, affaristi, gerarchie militari e dei servizi segreti fino a rapporti con la criminalità organizzata. Questo testo, assieme a Storia di una passione politica, scritto a quattro mani da Anna Vinci con la stessa Anselmi, che non è senatrice a vita nonostante tante istanze popolari, conferma l’importanza, come diceva il giudice Rosario Livatino ucciso dalla mafia, di essere «non solo credenti ma credibili».