La Fortezza Europa alza i suoi muri

Dal vertice del Consiglio europeo arriva il testo dell’accordo sulla questione migranti. Si parla di un’“Europa più responsabile e solidale e Italia non più sola”. Purtroppo non è vero e il diritto è calpestato
ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI / FILIPPO ATTILI

I notiziari del 29 giugno 2018 ci riferiscono di un accordo raggiunto nel Consiglio Europeo, atteso da settimane come se in quella sede fosse possibile trovare soluzioni ai flussi migratori.

I titoli di prima mattina appaiono effettivamente molto rassicuranti, visto che il nostro primo ministro Conte ha dichiarato con grande soddisfazione che l’Italia è meno sola e che l’Europa è più responsabile e solidale.

Ma alcuni commentatori, quelli attenti, definiscono “scivolose” le parole usate nell’accordo. In ogni caso siamo ancora sul piano delle mere parole, visto che solo al termine del Consiglio si procederà alla votazione del documento finale e solo la sera del 29 ne sapremo il contenuto.

L’ufficio stampa del Consiglio d’Europa ha comunque pubblicato il contenuto dell’accordo raggiunto dopo la prima giornata di lavoro e che non riguarda solo l’immigrazione ma anche altri temi che tuttavia sono orientati nella stessa direzione: la “Fortezza Europa” sottolinea e cinge i confini, alza i suoi muri, è pronta a pagare molto (a Stati europei ma anche a Turchia e Africa) per garantire ai propri cittadini (non ad altri) sicurezza, benessere, sviluppo tecnologico.

Alcune considerazioni. La prima è che il Consiglio sta decidendo su temi molto importanti (il futuro dell’Unione in primis) sulla base della logica consumistica: tutto ha un prezzo e con i soldi si ottiene tutto. Invece la vita ci insegna che non è così quando si tratta di relazioni tra persone e di tutela diritti umani (in questi casi l’unico prezzo è la vita stessa).

La seconda è che non trapela alcun esame di coscienza, quindi nessuna assunzione di responsabilità: non si legge nel documento che molti Stati dell’Unione (o tutti) hanno enormi interessi economici in Africa e che forse (forse!) anche questo è all’origine di guerre e fame che spingono alla fuga verso l’opulenta Europa.

Terzo: il documento lascia alla libera volontà dei singoli Stati le pseudo – soluzioni proposte. Anche i bambini capiscono che se vengono lasciati liberi di fare o non fare un compito che già hanno deciso di non fare, decideranno di non farlo e ascolteranno indifferenti le parole della maestra che detta il titolo.

E poi, infine (ma non per importanza), il diritto è calpestato. Quale diritto? In senso tecnico un po’ tutti (internazionale, della navigazione, dell’Unione Europea, la Costituzione). Ma in senso lato è chiaro che le posizioni assunte dall’Unione e prima ancora da singoli Stati – l’Italia è capofila – stanno cancellando secoli di storia del nostro Paese che lo avevano portato ad essere culla della migliore civiltà giuridica ed economica orientata al bene delle persone (tutte).

Sino ad ora quindi il Consiglio d’Europa non ha partorito nulla di nuovo né di positivo. Non è vero che l’Europa è più solidale e non è vero che l’Italia è meno sola. Solidarietà e solitudine sono parole troppo importanti per stravolgerne il senso e ridurlo unicamente ad un cerchia di pochi eletti. La solidarietà è quella verso tutti e la solitudine da eliminare deve essere quella di tutti.

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