Guerra in Ucraina: tacciano le armi, appello alla nonviolenza
Tacciano le armi, ritorni la pace. Cinquanta città italiane in piazza per dire «no alla guerra». Sabato 23 luglio l’iniziativa di Europe for Peace, promossa, a livello nazionale, dalla grande galassia dei movimenti pacifisti, ha portato in piazza e sulle strade, in tutta Italia, migliaia di persone. L’anelito alla pace, tanto spesso sottaciuto o misconosciuto, ridotto a flebile voce che fatica a districarsi nella selva dell’informazione, ha prodotto numerose iniziative in tutta Italia: sit in, flash mob, presidi, banchetti, gazebo, raccolte firme, camminate silenziose, volantinaggi, tavole rotonde e persino un corteo di barche.
Dal presidio per la pace di Senigallia e San Miniato, alla pastasciutta antifascista di Sesto San Giovanni e Busto Arsizio (in memoria della pastasciutta che i fratelli Cervi offrirono ai loro concittadini dopo l’armistizio del 25 aprile), dalle bandiere arcobaleno di Ravenna ai tavoli per parlare di pace e disegnare di Vittorio Veneto, dal corteo di barche e trampolieri sul lungolago di Caldonazzo, a Trento, alle iniziative di Scampia, Brindisi, Lecce, Imola, Sassari, Torino, Potenza, Mantova e Firenze (posticipate di qualche giorno). Sono alcune delle città italiane che hanno aderito. «Tacciano le armi, negoziato subito, verso una conferenza internazionale»: questa la richiesta delle oltre 400 realtà della galassia pacifista che operano nel nostro paese.
A Palermo, il 23 luglio, l’iniziativa di Europa for Peace si salda con quella promossa da varie associazioni di donne che, dal marzo scorso, con cadenza settimanale, organizzano un presidio di pace presso la statua della Libertà, luogo simbolo perché dedicato ai caduti della prima guerra mondiale.
Nel giorno della mobilitazione in tutta Italia, Palermo aderisce all’iniziativa nazionale. L’iniziativa è stata promossa dall’UdiPalermo, da Le Rose Bianche, il Coordinamento Donne Cgil Palermo, Donne ANPI, Donne Caffè filosofico Bonetti, Cif, Emily, Fidapa, Le Onde, #Governodilei, Il femminile è politico. Hanno aderito l’arcivescovo Corrado Lorefice, il primo Imam della moschea di Palermo, sceicco Bedri El Medden, il Patriarcato Ortodosso Rumeno – Centro Diaconale Noce, Istituto Valdese, Chiesa Evangelica valdese di erm ARuPalermo, GIl Palermo, EMMAUS Palermo, ANPI Palermo, Legambiente Sicilia, Associazione Parco del Sole, Associazione ERRIPA Achille Grand Palermo,Circolo Laudato si’, Comunità tunisina Palermo, Associazione Nazionale Elissa.net – Didone, Consulta per la pace Palermo, Movimento Focolari Palermo, Consulta delle Culture Palermo, Associazione Stra Vox, Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne: Rete delle Donne Luterane, Associazione gambiana, Comunità di Sant’Egidio, Missionari Comboniani Palermo, Movimento Presenza del Vangelo, UCIIM Sicilia, UPED.
«L’iniziativa delle associazioni di donne nasce a marzo, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina – spiega Daniela Dioguardi, dell’UdiPalermo, ex parlamentare di rifondazione comunista – oggi, dopo mesi, siamo ancora qui, ogni settimana, per questo appuntamento presso la statua della Libertà. E ci saremo ogni settimana fino a quando non saranno deposte le armi. Il 23 luglio, insieme al Forum antirazzista, abbiamo aderito all’iniziativa di Europa for Peace, unendo la nostra voce a quella di tante altre città. Abbiamo invitato tante associazioni, rappresentanti delle varie religioni, l’arcivescovo di Palermo, perché papa Francesco è ormai una delle poche voci autorevoli nel mondo a continuare a chiedere incessantemente la pace. I suoi appelli accorati, le sue lucide analisi, rimangono inascoltati. Invece, prevale un’opinione pubblica sempre più favorevole alla guerra e all’invio di armi in Ucraina. Il rischio è la guerra nucleare che significherebbe la fine della vita e del pianeta». Dioguardi ha rimarcato il fatto che l’iniziativa palermitana sia nata dalle donne. «Le donne hanno sempre portato il peso maggiore delle guerre. Da esse, dalla loro forza ideale, può partire un appello perché cessino le guerre e le corse agli armamenti».
Numerosi gli interventi che si sono succeduti, intervallati dalle canzoni di Lucina Lanzara. Oumar Barry, di Stra Vox (associazione di lotta per i diritti e per il miglioramento delle condizioni umane e sociali) ha invitato tutti a un minuto di silenzio per pregare per tutte le vittime della guerra. Il suo intervento è stato molto critico nei confronti dell’Occidente.«In alcune situazioni, come nella guerra in Ucraina, il mondo occidentale si è schierato contro gli aggressori, ma nessuno si schiera con la resistenza congolese, del popolo sudanese o del popolo palestinese, vittime delle violenze e ai colpi di Stato. Si parla dell’Ucraina perché l’Ucraina si trova in Europa. In Africa ci sono state tantissime guerre e l’Europa non ci ha nemmeno guardati. I paesi che in Africa fanno la guerra non costruiscono le armi. E in Africa le armi oggi sono più numerose della popolazioni. L’occidente si presenta come il salvatore dell’Ucraina. Ma noi giovani oggi comprendiamo che il mondo è pieno di ipocrisia». Barry ha concluso con un proverbio: «Una sola persona può fare scoppiare una guerra, ma servono due persone per fare la pace».
L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, ha rimarcato l’importanza di ritrovarsi insieme, persone di diversa provenienza, fede e cultura. «Io sono cresciuto con un grande teorico della non violenza, Barnard Häring – ha detto Lorefice – ricordo le sue lezioni sui temi della pace e della non violenza. Oggi questa parola risuona poco: non sentiamo più parlare di non violenza, della scelta della non violenza. Prevale una visione del modo di vivere nel pianeta terra nel segno di un potere e di una spartizione, nel segno di blocchi che si contendono un potere».
Anche Lorefice ha ricordato le «tante guerre cadute nel dimenticatoio che ci confermano come ancora oggi si abita il pianeta terra non nel segno della fraternità, ma nel segno della inimicizia delle contese di potere». Rimarcando che l’iniziativa palermitana parte soprattutto dalle donne, il vescovo ha ricordato due grandi uomini di pace: Mahatma Gandhi e Giorgio La Pira. «Io sono nato a sei chilometri da Pozzallo, la città di La Pira. Oggi l’unica via che noi abbiamo è quella della non violenza. C’è una guerra in atto che continua a mietere sofferenza, distruzione, morte e tutte le conseguenza tipiche della guerra. Ma noi sappiamo che l’unica via è quella del dialogo.
Lorefice ha raccontato una sua esperienza personale del 2015. “Nel febbraio del 2015 – ha detto – ero in Siria. Fui ospitato a Damasco dal Movimento dei Focolari. In quei dieci giorni ho vissuto sotto i bombardamenti. Vedevo che persone diverse per religione, per cultura stavamo uniti insieme nella pace. E mi sono reso conto che è proprio vero che le guerre, l’odio, la violenza nascono solo ed esclusivamente da quelli che hanno un interesse di potere”.
La pace è l’unica via che noi abbiamo, dobbiamo bandire ogni ricerca di potere che nasce già nei nostri cuori, perché questo è il dramma di noi uomini. “E per questo non riusciamo ad abitare l’unica casa comune. È vero ciò che ci ha detto il vescovo di Roma che si chiama Francesco. Lui ci ha detto da sempre che siamo dentro una terza guerra mondiale in atto. Che si possa scegliere sempre invece la via della non violenza».
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