Grecia: Tsipras sconfitto
Una combinazione di fattori ha portato alla sconfitta del premier Tsipras: l’Accordo di Prespes con i vicini della Nuova Macedonia, l’impoverimento del popolo, la disoccupazione che, anche se leggermente diminuita, è elevatissima, l’aumento della microcriminalità, alcuni interventi sulla magistratura, una certa arroganza e molti tatticismi e astuzie. Il popolo ha così punito il governo innanzitutto non partecipando alle elezioni (solo il 45% ha votato) e poi votando in favore di Nea Demokratia o di altri piccoli partiti.
In realtà, pare proprio che molte delle mosse del premier nell’ultimo anno non abbiano funzionato. Ha firmato ad esempio l’Accordo di Prespes senza consultazione e informazione dell’opposizione e del popolo. Nessuno metteva in dubbio la necessità di risolvere il problema con i vicini sul nome da dare alla Fyrom-Macedonia, ma non in termini tanto vaghi e onerosi.
Tsipras ha poi festeggiato l’uscita dai “programmi di assistenza finanziaria”, il che poteva anche essere giusto, ma tale uscita è stata un fatto nominale senza che il popolo se ne accorgesse, e senza che vi fossero cambiamenti in meglio nella vita quotidiana. Il premier è poi ripetutamente intervenuto nel funzionamento del sistema giudiziario, provocando la reazione della magistratura e della società civile.
Ha pure fatto non poca pubblicità per la sua visita ufficiale in Turchia, con la quale da tempo scoccavano scintille, ma tale giornata è stata immediatamente seguita dall’aumento delle provocazioni, minacce e violazioni dello spazio aereo e delle acque territoriali da parte di Ankara. Ha fatto poco per affrontare la microcriminalità. Ad esempio, non vuole criminalizzare un gruppo che si dichiara composto da attivisti politici (Ruviconas, si fanno chiamare) ma in realtà attaccano e distruggono negozi e banche e perfino il Parlamento stesso, oltre ad alcune ambasciate.
Ha concesso l’aumento di alcuni euro ai pensionati appena due giorni prima delle elezioni; un fatto interpretato dai pensionati come filantropia o addirittura come presa in giro. Ha preso delle misure senza il chiaro accordo delle istituzioni europee, che sono preoccupate per la disciplina finanziaria e che non sono state accolte bene dai mercati. Ha dato il diritto di voto ai giovani di 16enni, che però hanno preferito in gran parte andare al mare anziché votare, o votando per Alba Dorada e Neo Demokratia…
Al netto quindi delle sue buone intenzioni, di un’opposizione determinata e di una situazione economica ancora indiscutibilmente precaria, il risultato negativo di Tsipras alle elezioni europee era quindi atteso. In più ha perso 13 dalle 15 regioni del Paese, nelle elezioni regionali svoltesi in contemporanea con le europee. Domenica prossima ci sarà il secondo turno delle elezioni comunali, nelle quali sta egualmente perdendo. Il giorno seguente il premier annuncerà la data delle elezioni anticipate nazionali, perché, come ha lui stesso ammesso, «è l’unica scelta possibile». Si voterà quindi il 30 giugno o il 7 luglio.
In queste elezioni ci sono state anche delle altre sorprese minori, come il partito Mera25 di Varoufakis, ex ministro delle Finanze, considerato il responsabile del terzo programma di assistenza finanziaria e sostenitore in quel tempo dell’uscita del Paese dalla Ue: prende un seggio al Parlamento europeo. Alba Dorata, l’estrema destra, ha invece perso alcuni punti, visto che è accusata di essere un organizzazione criminale e molti membri del partito sono sotto processo. Ad una prima lettura questo è un fatto positivo, ma l’entrata nel Parlamento europeo di suoi esponenti con un altro partito – Soluzione greca di Velopoulos, ex deputato della Nea Dimokratia –, limita questa soddisfazione.
Ci si aspetta quindi un’estate particolarmente calda.