Francesco: Alzo la voce per gli yazidi
Nessuno o quasi – tranne gli addetti ai lavori – ne conosceva l’esistenza prima che il Daesh ne avesse utilizzato un certo numero di donne, alcune centinaia, come “prostitute di guerra”. La minoranza degli yazidi, eresia dell’Islam con influenze zoroastriane e di altre religioni tribali locali, ha di per sé una lunga e complessa storia, una ricchezza da “popolo delle montagne”. Tuttavia la fede yazidi è poco formalizzata, così come la loro organizzazione sociale.
Gli yazidi sono divisi in ben sette caste, sette specie di clan, ma la stragrande maggior parte del popolo appartiene solo a quella inferiore, che non ha alcun diritto di entrare nei segreti della religione e del potere, detenutodalle tre caste più elevate. Non risulta che vi siano, ad esempio, libri sacri accettati universalmente dai fedeli yazidi. La tradizione è essenzialmente ancora orale. Nei villaggi attorno a Mosul e Qaraqosh si contavano circa 30 mila yazidi, mentre gli altri abitano nelle montagne del Kurdistan e in piccoli villaggi anche in Siria. Il loro tempio principale è quello di Dehook, dove si può incontrare il loro capo spirituale, il Baba Shaik. Anche loro sono divisi sotto due “principi”, uno nel Shingar, nella Piana di Ninive, e l’altro nel Shikar, sulle montagne.
È una piccola rappresentanza di questi yazidi, rifugiati in Germania, che ieri il papa ha ricevuto in Vaticano: «È inaccettabile che esseri umani vengano perseguitati e uccisi a motivo della loro appartenenza religiosa», ha detto con forza Bergoglio. «Abbraccio idealmente tutti i membri della comunità yazidi, in particolare quanti vivono in Iraq e Siria. Il mio pensiero solidale e orante va alle vittime innocenti di insensata e disumana barbarie… Ogni persona ha diritto di professare liberamente e senza costrizioni il proprio credo religioso. La vostra storia, ricca di spiritualità e cultura, è stata purtroppo segnata da indicibili violazioni dei diritti fondamentali della persona umana: rapimenti, schiavitù, torture, conversioni forzate, uccisioni. I vostri santuari e luoghi di culto sono stati distrutti. I più fortunati tra voi sono potuti fuggire, ma lasciando tutto quanto avevano, anche le cose più care e più sacre».
Ecco quindi l’appello per tutte le minoranze religiose al mondo: «Ci sono ancora minoranze religiose ed etniche, tra cui i cristiani, perseguitate a causa della fede. La Santa Sede non si stanca di intervenire per denunciare queste situazioni, chiedendo riconoscimento, protezione e rispetto. Al tempo stesso, esorta al dialogo e alla riconciliazione per risanare ogni ferita». Per concludere con una preghiera per coloro che «sono ancora nelle mani dei terroristi: auspico vivamente che si faccia tutto il possibile per salvarli; come pure per rintracciare i dispersi e per dare identità e degna sepoltura a quanti sono stati uccisi».
«Bergoglio è il papa di tutti», ha commentato uno degli yazidi presenti.