Fra i 7 mila di Loppiano
La conquista delle colline di Loppiano a piedi comincia di buon mattino. Il cielo grigio minaccia pioggia, ma non basta a scoraggiare bambini, giovani e anziani che si inerpicano con lo zaino in spalla lungo il sentiero che da Incisa porta alla cittadella dei Focolari per aspettare la visita del papa. La prima di un pontefice alla prima delle “città di Maria” volute dalla fondatrice del Movimento, Chiara Lubich.
Un appuntamento storico a cui in tanti non sono voluti mancare, anche a costo di partire all’alba o il giorno prima per raggiungere la Toscana nonostante il maltempo. Come Sandra e Danilo di Roma, che di buon mattino sono già pronti ad accogliere la folla insieme agli altri volontari, e come Marina, arrivata da Padova «perché volevo vivere di persona la prima visita di un papa alla nostra cittadella. Voglio ascoltare cosa ha da dirci», spiega emozionata mentre si dirige verso il santuario di Maria Theotokos, luogo dell’incontro. «Ieri sera a messa – aggiunge – abbiamo firmato un foglio con cui ci siamo impegnati a vivere l’unità. È stato un momento molto forte, che ci servirà per far vedere al papa il popolo unito che lo accoglie».
Al patto di amore scambievole ha poi aderito anche Francesco, che lo ha firmato tra gli applausi dei presenti.
«La visita di un papa a Loppiano è un momento storico – sottolinea anche Anna Maria, 51 anni, di Roma – e credo che fosse un desiderio di Chiara Lubich, la fondatrice dei Focolari. A Loppiano si può vedere in piccolo quello che potrebbe essere una città se tutti vivessero in armonia». Anna Maria ricorda che, come ha detto papa Francesco, nell’omologazione ognuno è uguale all’altro, mentre esistono forme di coesistenza, anche quando si è disperatamente diversi, e Loppiano, con i suoi 800 abitanti provenienti da 65 nazioni, lo testimonia. Arrivati nei pressi del prato antistante il santuario di Maria Theotokos, titolo attribuito alla Madonna che significa “Madre di Dio”, è un tripudio di colori.
Jonathan e Milena, a nome degli abitanti della cittadella, accolgono i presenti: i 1.500 membri dei Focolari arrivati dalle diverse regioni e i rappresentanti del Centro internazionale con la presidente Maria Voce e il copresidente Jesus Mòran, 32 parrocchie della diocesi di Fiesole e il vescovo Mario Meini, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, le autorità civili, militari e religiose, professori e studenti dell’Istituto universitario Sophia, le scuole del territorio, gli imprenditori del Polo Lionello Bonfanti, dove è stata allestita “Scic”, la mostra multimediale di Economia sociale, civile e di comunione.
Il papa arriva mentre risuonano le canzoni dei gruppi internazionali Gen Rosso e Gen Verde e col suo discorso conferma e dà nuovo impulso agli abitanti di Loppiano dove, dice «non ci sono periferie». «Al papa dico grazie di essere venuto – afferma Giampiero Scaramel, 58 anni, del Mugello -. È stato un evento bello, particolare, partecipato, edificante». Dal suo “posto prato” non poteva vederlo bene, ma ha seguito con attenzione il discorso e le indicazioni «su come dover essere. Adesso dobbiamo andare avanti lungo la linea che ci ha indicato, come ha detto anche Maria Voce».
David, fisioterapista di 31 anni di Arezzo è giunto a Loppiano per accompagnare un gruppo di ammalati. «Io sono poco vicino ai discorsi ecclesiastici – afferma – ma questo è stato un evento davvero bello. Il papa, col suo calore, mobilita la gente. È stata un’esperienza positiva, ha detto cose che non solo per i credenti, ma sono indicazioni di vita per tutti». Chiara, 18 anni, di Loppiano, prepara dei sacchetti con i tramezzini su un tavolo. «La visita del papa – spiega– è stata emozionante, un evento gioioso che non si dimenticherà facilmente, importante per ridare la carica alla città».
Accanto a lei, ad aiutarla, c’è Denise, 45 anni, che lavora alla Fantasy, una delle aziende di Loppiano che aderiscono all’Economia di Comunione. «Quando il papa ha firmato il patto che noi avevamo sottoscritto ieri, per noi è stata una conferma alla nostra scelta di vivere l’amore scambievole, reciproco. È stato emozionante».
All’interno dell’auditorium incontro Paul. Alto e magro, viene dalle Filippine e sorride raggiante. Solitamente si occupa della formazione dei focolarini, ma ora è impegnato nella pulizia delle toilettes. «Ho sentito il messaggio del papa come se fosse rivolto a me, personalmente. Mi ha molto colpito quello che ha detto sull’educazione e sulla fedeltà creativa». Educare con cuore, testa e mani, gli ricordo indicando le sue mani avvolte dai guanti usati per pulire i bagni. Paul sorride e dice «Sì, anche questo fa parte del gioco. Ciò che ha detto il papa mi ha toccato il cuore. Ci ha spinti ad andare avanti, lasciandoci guidare dallo Spirito Santo». L’educazione, ha detto il papa, è coniugare testa, mani e cuore «in modo che tu pensi quello che senti e fai, tu senti quello che pensi e fai, tu fai quello che senti e pensi, in unità».
Un messaggio rimasto impresso anche a Paola, 72 anni, di Verona. «Riporto con me il messaggio del papa: servono testa, mani e cuore per lavorare come catechista per i ragazzi delle medie insieme agli altri. Sarà il mio vademecum». Entusiasta anche Piero, 61 anni di Livorno. «Il papa si è inserito naturalmente in un contesto di fraternità, dandoci un incoraggiamento per gli anni a venire. È stato eccezionale, straordinario!».Dello stesso parere anche Galdino di Arona. «È stato fantastico – afferma –, un riconoscimento incredibile per tutti noi. Anche Maria Voce si è emozionata! Con il patto che abbiamo firmato mercoledì sera ci siamo impegnati ad amarci scambievolmente. È difficile, ma ci proviamo».
La visita del papa a Loppiano, spiega Domenico, 28 anni di Vicenza, che frequenta la scuola di formazione per i focolarini, «si è svolta in un’atmosfera di famiglia, come se fosse venuto a trovarci un parente. Eravamo persone di diverse culture, titoli, provenienti da ogni parte del mondo e lui ha saputo parlarci con una normalità straordinaria. Mi sono goduto l’incontro, ascoltando con attenzione il papa. Sento forte ogni singola parola. Il papa è stato capace di esprimersi “facendosi uno” con chi aveva di fronte. È proprio ciò di cui la gente ha bisogno: un che si riesce a sentire vicino».
Terminata la visita, Francesco ha mandato un messaggio di saluto tramite Twitter: «A Loppiano tutti si sentono a casa! Ispirati dal carisma dell’unità di Chiara Lubich, cerchiamo nuove vie di dialogo e comunione».
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