Fare notizia
Protagonisti dei media con una giornata delle “good news”, adottando un giornalista, segnalando fatti di speranza.
Nella fotografia che il Censis ha scattato all’Italia sul rapporto tra cittadini e informazione emerge la tendenza di palinsesti multimediali personali e autogestiti. Al contempo, ogni dieci italiani ce n’è uno che non si informa, uno che accede solo a Tg e Gr, tre che scelgono più fonti, escluso Internet, e cinque che usano più o meno tutte le fonti, web incluso, intrecciandole variamente.
I media in Italia si scontrano con conflitti d’interesse legati alla proprietà delle testate e alla loro politicizzazione, mentre ci collochiamo al 75° posto per la libertà di stampa. Tornare a raccontare fatti e storie di chi questo Paese lo costruisce con la fatica, nel silenzio, senza gossip e mostri da prima pagina è urgente per tutti i media.
Anche LoppianoLab, lo scorso settembre si è interrogato su questi temi. Ne è nato un manifesto – Sei passi per un’informazione responsabile –, che proponiamo ai nostri lettori:
1) Non chiudersi nel proprio ghetto informativo ma aprirsi a letture internazionali e a chi la pensa in modo diverso per cogliere la realtà molteplice in cui viviamo;
2) Privilegiare gli incontri con i testimoni: chi ha vissuto in quel luogo e in quel momento storico è una voce autorevole di informazione;
3) Essere protagonisti dell’informazione segnalando fatti, iniziative, persone che possono essere esempi di cittadinanza etica e attiva. Far conoscere anche i disservizi, le violazioni dei diritti, le inefficienze per migliorare la convivenza;
4) Informare secondo verità sottolineando il positivo delle nostre comunità;
5) Adottare un giornalista e portarlo a conoscenza della vita del territorio, dei germogli di novità e dei progetti che costruiscono una cittadinanza attiva e presente;
6) Istituire il 13 maggio una giornata delle good news (buone notizie) in cui inviare alle redazioni di tutti gli organi di stampa notizie che facciano conoscere il volto vero e positivo dell’Italia.
La data scelta è rilevante per il Movimento dei focolari, perché nella notte del 13 maggio 1944, mentre Trento veniva bombardata, Chiara Lubich scelse di restare tra le macerie e la distruzione per testimoniare un Vangelo vivo, capace di farsi carico delle sofferenze della sua gente senza abdicare alla speranza. Le parole dell’informazione devono saper raccontare in modo libero tutta la realtà, quella fatta d’ingiustizia e di catastrofi, ma anche quella del bene, della generosità, dell’umanità che sa ancora stupirsi e stupire.