Ecologia del virus, cambiare sistema
Viviamo nell’Antropocene, era geologica in cui l’umanità sta provocando la sesta estinzione di massa nella storia della vita sul pianeta (4 miliardi di anni). Perdita della biodiversità, distruzione degli habitat naturali (deforestazione) e inquinamento sono ritenute concause di nascita e diffusione delle zoonosi (malattie che, come covid-19, si trasmettono dalle specie animali alla specie umana).
Le zoonosi sono amplificate e diffuse dalle storture del sistema socioeconomico ispirato al «paradigma tecnocratico», incapace di percepire che «tutto nel mondo è intimamente connesso» e di «ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri» (Papa Francesco – Laudato si’). Basti pensare al sovraffollamento in slum malsani o alla mancanza di servizi igienici
Vulnerabilità e morte mostrano il lato negativo del destino comune di natura e umanità: Covid-19 ci ha fatto entrare nell’era della globalità tangibile, in cui la specie Homo Sapiens dovrà ripensare i modi di sentire, pensare e agire.
Così scriveva profeticamente David Quammen nel 2012: «Ecco a cosa sono utili le zoonosi: ci ricordano, come versioni moderne di san Francesco, che in quanto esseri umani siamo parte della natura, e che la stessa idea di un mondo naturale distinto da noi è sbagliata e artificiale. C’è un mondo solo, di cui l’umanità fa parte, così come l’HIV, i virus di Ebola e dell’influenza, Nipah, Hendra e la SARS, gli scimpanzé, i pipistrelli, gli zibetti e le oche indiane. E ne fa parte anche il prossimo virus killer che ci colpirà, quello che ancora non abbiamo scoperto».
E Chiara Lubich, nel 2005: «Abbiamo sempre visto la creazione nella sua meravigliosa immensità come UNA, uscita dal cuore di un Dio Amore, Dio che vi ha impresso la sua impronta. […] Sulla terra tutto era dunque in rapporto d’amore con tutto: ogni cosa con ogni cosa».
Covid-19 può essere l’occasione per cambiare lo stile di vita personale, rivoluzionare il sistema socioeconomico mondiale e prendere posizione contro i cambiamenti climatici. Qualcuno dice che l’attuazione dell’Accordo di Parigi richiederebbe troppo, 20 mila miliardi di euro, dimenticando che la crisi finanziaria del 2008 è costata 18 mila miliardi di euro e che la pandemia covid-19 costerà molte migliaia di miliardi di euro, tutte cifre paragonabili.
Per vedere gli effetti dei nostri interventi ci vogliono giorni per Covid-19 e decenni per il clima: mentre per Covid-19, avvertendo immediatamente il pericolo, abbiamo agito tempestivamente, per il clima stiamo facendo poco.
Covid-19 potrebbe essere un’occasione sia per aumentare la coscienza ambientale ed esercitare pressione sui politici relativamente al clima, sia per avvicinare le persone alla scienza, strumento per servire la società e contemplare la natura.
Se tornare alla normalità significa tornare a sacrificare natura e umanità sull’altare del PIL, nuovo Dio di una religione del denaro, continuando a distruggere la Terra e a sfruttare i poveri, spero proprio che non si torni alla norma.